lunedì, Settembre 16

La notte dei cristalli

Il 7 novembre 1938 un diciassettenne polacco di nome Herschel Grynszpan, cresciuto in Germania ma residente a Parigi, venne a sapere che tra gli ebrei deportati dai nazisti in Polonia c’erano anche i suoi genitori. Accecato dalla rabbia, procuratosi una pistola, si reca all’Ambasciata tedesca e spara al primo diplomatico che gli viene incontro: Ernst von Rath.

Nel 1938 nella Germania nazista era cresciuto a dismisura il sentimento antisemita ed ormai partito e governo premevano per il definitivo espatrio degli ebrei rimasti in Germania.L’attentato a von Rath rappresentò quindi l’auspicato pretesto per un’azione violenta e generalizzata contro gli ebrei tedeschi.

Lo stesso giorno dell’attentato il Ministro della Propaganda Goebbels diede disposizione agli organi di stampa di enfatizzare l’attentato descrivendolo come un deliberato attacco del “giudaismo internazionale”. Il pogrom prese il via nell’Assia come a tastare il polso per un’azione più generalizzata. Fu data alla fiamme la sinagoga di Kassel e saccheggiate numerose abitazioni private di cittadini ebrei. La stampa etichettò questi atti come una risposta “spontanea” al vile attentato subito da von Rath.

All’indomani dell’attentato di Grynszpan, Hitler doveva tenere un discorso alla presenza dei Gauleiter a Monaco in occasione dell’anniversario del fallito putsch del 1923. In quell’occasione non fece menzione dell’attentato ma nel pomeriggio fu informato che von Rath non c’è l’aveva fatto ed era morto all’ospedale di Parigi.

Immediatamente Hitler diede ordine a Goebbels di lanciare un’azione coordinata e generalizzata contro gli ebrei arrestando quanti più israeliti di sesso maschile possibile. Era l’occasione perfetta per indurre quanti più ebrei possibile a lasciare la Germania mediante un’esplosione di violenza generalizzata.

Naturalmente i vertici nazisti cercarono di presentare il pogrom all’opinione pubblica internazionale come una reazione spontanea e popolare alla morte del diplomatico tedesco. Dalle sedi regionali del partito si attivarono camice brune, le squadre d’assalto ed altri attivisti per progettare incursioni volte ad appiccare il fuoco alle sinagoghe e devastare case, negozi e appartamenti di ebrei. Nel frattempo Hitler poco prima di mezzanotte incontrò brevemente Himmler per dare nuove disposizioni sul pogrom.

In seguito a questo colloquio partì una direttiva ufficiale via telex alle 23.55 che dava ordine alla polizia di non impedire gli atti di violenza e distruzione contro gli ebrei e di limitarsi a non tollerare atti di sciacallaggio e violenze a carico di ebrei stranieri. Andavano arrestati tanti ebrei da saturare lo spazio disponibile nei campi di concentramento. Un altro telex delle 2.56, quando ormai il pogrom era in corso in tutta la Germania, invitava a non incendiare i negozi ebraici per timore che le fiamme si propagassero alle vicine proprietà ariane.

Secondo alcune stime oltre un migliaio di sinagoghe furono date alle fiamme, dopo la Notte dei Cristalli per gli ebrei tedeschi fu praticamente impossibile praticare le normali attività di culto. SA ed SS presero di mira anche negozi e case degli ebrei, devastandole e lasciando sul selciato delle strade un vero e proprio manto di cocci e vetri.

La popolazione di Berlino con discutibile umorismo cominciò ad alludere al progrom del 9 e 10 novembre 1938 come la Notte dei Cristalli. In molte città tedesche le squadre d’assalto penetrarono nei cimiteri ebraici profanandone le tombe. In tutta la Germania vennero saccheggiati e distrutti case e negozi di proprietà israelita, su 9000 esercizi commerciali ebraici almeno 7500 andarono completamente distrutti. Pesantissimo fu anche il tributo di vite umane si stima che non meno di un migliaio di persone rimasero uccise durante il pogrom e circa 30.000 ebrei maschi furono imprigionati in condizioni sempre più dure nei campi di concentramento.

Successivamente le compagnie d’assicurazione valutarono in circa 50 milioni di marchi i danni complessivamente subiti dalla comunità ebraica. La “notte dei cristalli”, per le violenze e le distruzioni che vi furono compiute, rappresenta una tappa fondamentale, un punto di non ritorno, nel processo che porterà nel giro di pochi anni allo sterminio quasi completo dalla popolazione ebraica nei territori soggetti al Terzo Reich nel corso dell’Olocausto.

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