Il 14 gennaio 2022 il vulcano Hunga Tonga, nell’arcipelago di Tonga, ha una prima consistente eruzione che rilasciava nella stratosfera nuvole di polvere alte fino a 20 km. Il governo del Regno di Tonga, un piccolo stato insulare composto da 169 isole (solo 36 abitate) e poco più di 100.000 abitanti, emetteva prontamente un allarme maremoto.
Il giorno dopo, 15 gennaio alle 17,15 locali (5 del mattino in Italia) si verificava una seconda e più devastante esplosione. Ceneri e lapilli nel cielo hanno temporaneamente offuscato il sole e in seguito sono ricaduti sopra le città, bloccando il traffico e ostacolando le operazioni di evacuazione dei residenti.
Trattandosi di una delle manifestazioni vulcaniche più violente dell’età moderna, l’eruzione del vulcano Hunga Tonga è da allora sottoposto ad attento monitoraggio e numerosi studi geologici. Un recente studio internazionale pubblicato su Science, coordinato da Robin Matoza, geofisico dell’Università della California, ha confermato che quella di Hunga Tonga è stata la più violenta esplosione mai registrata nell’atmosfera terrestre.
Gli scienziati hanno studiato i diversi tipi di onda atmosferica registrata da una fitta rete di sismografi presenti in tutto il mondo. In particolare sono state analizzate le onde Lamb, un raro tipo di onda acustica che viaggia parallela alla superficie ed è associata a grandi esplosioni atmosferiche, come le eruzioni vulcaniche o le detonazioni nucleari.
Nello studio è emerso che le onde generate dall’eruzione di Hunga Tonga hanno effettuato l’intero giro del nostro pianeta, tre volte in una direzione e quattro in quella opposta con suoni che sono stati rilevati a 10.000 chilometri di distanza. Per i ricercatori i dati raccolti nello studio saranno importanti nella comprensione sulla generazione e diffusione delle onde acustiche e avranno anche risvolti concreti nel monitoraggio di terremoti, eruzioni e tsunami.
