giovedì, Settembre 19

La prima guerra dell’oppio

Il commercio fra la Cina e l’Europa decolla con la colonizzazione portoghese di Goa in India e di Macao in Cina nel XVI secolo. Finalmente si apre una rotta commerciale diversa dalla Via della Seta gestita in gran parte dai mercanti arabi.

Il mercato del Celeste Impero era all’epoca largamente autosufficiente e pertanto le merci importate dall’Europa erano poche e soprattutto governo e mercanti cinesi pretendevano di essere pagati per le loro in moneta sonante e non attraverso compensazioni con merci europee. La Gran Bretagna aveva grandi interessi commerciali nel gigante asiatico che esercitava attraverso la Compagnia delle Indie Orientali. Le merci più ambite dal mercato inglese erano le porcellane e il té.

Con l’incremento delle importazioni dal Celeste Impero si è creò un forte sbilancio commerciale che sfavoriva i paesi europei e in particolare la Gran Bretagna. Gli agenti della Compagnia risolsero il problema in parte iniziando la coltivazione del tè nella penisola indiana ma questo non era sufficiente per riequilibrare la bilancia dei pagamenti.

Si decise così spregiudicatamente di pagare il resto delle importazioni con una droga, l’oppio. L’oppio era stato introdotto in Cina da lungo tempo, e già dal 1483 veniva largamente consumato alla corte degli imperatori della dinastia Ming.  Il dilagare della tossicodipendenza aveva indotto l’imperatore Yongzheng a proibirne nel 1729 la vendita e l’uso, permettendone l’importazione solo a fini terapeutici. In virtù di tale decisione i britannici avevano evitato a lungo di portarlo in Cina, ed erano stati i portoghesi a continuarne l’esportazione a Macao per farne medicinali.

La Compagnia delle Indie Orientali inglese iniziò a introdurre clandestinamente l’oppio nel paese, in poco tempo la droga si diffusa in tutte l’immenso territorio cinese producendo tre danni: la dipendenza dall’oppio diffusa in tutti i ceti sociali, la corruzione nella burocrazia cinese sollecitata dai mercanti inglesi a chiudere un occhio di fronte a un tale commercio, e infine l’enorme esborso in denaro necessario a pagare l’oppio che ribaltò la bilancia commerciale a favore degli inglesi e degli altri paesi europei.

L’imperatore Daoguang, salito al trono nel 1820, emanò nuove e più rigide leggi per debellare il traffico di droga ma l’assenza di risultati incoraggianti lo spinse ad inviare con pieni poteri  il mandarino Lin Zexu a Canton, dove era concentrata la maggior quantità di oppio che entrava nel Paese. Lin ne fece subito distruggere più di 1170 tonnellate sequestrate ai trafficanti stranieri e indirizzò una lettera alla regina Vittoria del Regno Unito affinché intercedesse per porre fine al traffico, missiva che non ottenne riscontro.

A quel punto Lin impose un blocco navale sul naviglio straniero per limitare l’ingresso dell’oppio nel paese. Il commissario britannico per il commercio distaccato a Canton, capitano Charles Elliot, scrisse a Londra sollecitando l’uso della forza contro le autorità cinesi. Ci volle un anno prima che il Regno Unito assumesse una decisione e nel maggio del 1840 un contingente armato britannico venne inviato a Canton per tutelare “gli interessi” inglesi.

Nel frattempo vi erano state le prime schermaglie tra imbarcazioni britanniche e cinesi il 4 settembre 1839 nell’estuario di Kowloon. La flotta britannica giunse il 21 giugno 1840 al largo di Macao e bombardò quindi il porto di Ting-ha. Durante il conflitto che seguì, la Royal Navy, largamente superiore per mezzi e potenza di fuoco inflisse una serie di decisive sconfitte alla Cina.

Il trattato di Nanchino, che pose fine alla guerra nel 1842, garantiva ai britannici l’apertura di alcuni porti (treaty ports), tra cui Canton e Shanghai, il libero accesso dell’oppio e degli altri loro prodotti nelle province meridionali con basse tariffe doganali e stabiliva la cessione dell’isola di Hong Kong all’impero inglese. In queste vere e proprie enclave, i britannici godevano della clausola di extraterritorialità e quindi potevano essere giudicati soltanto da magistrati inglesi. Il trattato che concluderà quella che è passata alla storia come la “diplomazia delle cannoniere” garantirà alla Gran Bretagna anche la “clausola di nazione più favorita“.

Iniziava così il periodo dello sfruttamento della Cina da parte delle potenze occidentali, pochi anni dopo si associarono a questo regime privilegiato anche la Francia e gli Stati Uniti e via via tutti gli altri paesi europei.

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