giovedì, Settembre 19

La ricerca di pianeti abitabili si restringe

La ricerca di pianeti abitabili si restringe. La caccia ai pianeti che potrebbero ospitare la vita secondo un nuovo studio potrebbe essersi ridotta drasticamente. Vediamo esattamente di cosa si tratta.

I ricercatori hanno ipotizzato da tempo che la tipologia di stella più comune nel nostro universo, ossia la nana M, potrebbe ospitare dei pianeti caratterizzati da atmosfere, potenzialmente ricche di carbonio e quindi perfette per la creazione della vita.

La ricerca

I ricercatori, nel nuovo studio effettuato su un pianeta presente in orbita attorno ad una nana M a 66 anni luce dalla Terra, non hanno trovato alcuna traccia che un corpo del genere potesse riuscire a trattenere un’atmosfera.

Un pianeta che non riesce a mantenere un’atmosfera ricca di carbonio, non è in grado di ospitare gli esseri viventi. Le molecole di carbonio sono infatti considerate gli elementi costitutivi della vita, secondo la coautrice dello studio Michelle Hill, scienziata planetaria e dottoranda presso l’Università della California, Riverside.

I risultati ottenuti non fanno ben sperare neppure per altri tipi di pianeti in orbita attorno a nane M. La ricercatrice ha dichiarato che: “La pressione della radiazione della stella è gigantesca, abbastanza forte da spazzare via l’atmosfera di un pianeta”.

Le stelle nane M sono conosciute come degli oggetti molto volatili, che emettono bagliori solari e radiazioni che arrivano sui corpi celesti nelle loro vicinanze. I ricercatori avevano ipotizzato per anni che i pianeti abbastanza grandi, presenti in orbita vicino alle nane M, potessero trovarsi in un ambiente Goldilocks, quindi abbastanza vicino alla loro piccola stella da mantenersi caldi e sufficientemente grandi da mantenere stabile la loro atmosfera.

I dettagli della ricerca

Il nuovo studio, pubblicato su The Astrophysical Journal Letters. ha scoperto che la nana M, potrebbe essere troppo intensa per permettere di mantenere intatta l’atmosfera di un pianeta.

Una condizione simile avviene anche nel nostro sistema solare. Infatti, anche l’atmosfera terrestre si deteriora a causa delle esplosioni della sua stella vicina, il Sole. La Terra, a differenza di altri pianeti, ha abbastanza attività vulcanica e altre attività di emissione di gas, per compensare la perdita atmosferica, rendendola così appena rilevabile.

Il pianeta situato attorno alla nana M esaminato dallo studio, GJ 1252b, “potrebbe avere 700 volte più carbonio della Terra, senza però possedere comunque un’atmosfera. Inizialmente riesce ad accumularsi, ma successivamente si assottiglia e si erode”, secondo quanto riportato dal coautore dello studio e astrofisico della UC Riverside, Stephen Kane.

Il pianeta GJ 1252b

GJ 1252b orbita a meno di un milione di miglia dalla sua stella natale, denominata GJ_1252. Lo studio ha scoperto che il pianeta raggiunge delle temperature diurne soffocanti, arrivando fino a 2.242 gradi Fahrenheit, o 1.228 gradi Celsius.

La scoperta del pianeta è avvenuta grazie alla missione Transiting Exoplanet Survey Satellite, o TESS, della NASA. I ricercatori hanno poi deciso di utilizzare lo Spitzer per osservare la zona a gennaio 2020, quindi meno di 10 giorni prima che il telescopio fosse disattivato per sempre.

L’indagine per poter scoprire se GJ 1252b avesse un’atmosfera è stata condotta dall’astronomo Ian Crossfield presso l’Università del Kansas insieme ad altri gruppi di ricerca. I ricercatori hanno esaminato attentamente i dati prodotti da Spitzer, alla ricerca di firme di emissione o segni che un’atmosfera gassosa potesse inglobare il pianeta.

Lo Spitzer ha immortalato il pianeta mentre passava dietro la sua stella natale, consentendo così ai ricercatori di “osservare la luce stellare che passava attraverso l’atmosfera del pianeta, fornendo così una firma spettrale dell’atmosfera, o la sua mancanza” secondo quanto riferito da Michelle Hill.

La ricercatrice ha aggiunto che non è rimasta scioccata nel non trovare segni di atmosfera, ma semmai molto delusa. La ricerca effettuata su lune e pianeti situati in zone abitabili, e i risultati ottenuti, hanno reso leggermente meno interessanti i mondi che circondano le onnipresenti stelle nane M.

Conclusioni

I ricercatori hanno riposto le loro speranze di ottenere altre informazioni su questi tipi di pianeti attraverso il James Webb Space Telescope, il telescopio spaziale più potente fino ad oggi creato. Webb punterà presto il suo sguardo verso il sistema TRAPPIST-1, in cui è presente una stella nana M con un gruppo di pianeti rocciosi intorno ad essa.

Michelle Hill termina dichiarando che: “C’è molta speranza che Webb sarà in grado di dirci se quei pianeti hanno un’atmosfera intorno a loro o meno. Immagino che gli appassionati di nane M, stiano probabilmente trattenendo il respiro in questo momento, attendendo il momento in cui riusciremo a dire se c’è un’atmosfera attorno a quei pianeti”.

Esistono ancora molti altri luoghi interessanti in cui cercare mondi abitabili. Infatti, oltre a guardare ai pianeti più lontani dalle nane M, che potrebbero avere maggiori probabilità di trattenere un’atmosfera, ci sono ancora circa 1.000 stelle simili al Sole, relativamente vicine alla Terra, che potrebbero avere i propri pianeti presenti all’interno di zone abitabili, secondo il post di UC Riverside inerente allo studio.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2022/10/25/world/exoplanets-search-narrowed-scn/index.html

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