giovedì, Settembre 19

L’ascesa di Carlo Magno

Il 24 settembre 768, a Saint Denis, all’età di 54 anni, moriva Pipino, detto il Breve, padre di Carlo e Carlomanno. Probabilmente morì di idropisia, ovvero di un edema, un accumulo di liquido sieroso in una cavità del corpo, solitamente quella peritoneale. Non fu una morte istantanea ne rapida e Pipino ebbe il tempo, come consuetudine dei Re franchi di dividere il suo regno tra i due figli maschi.

Non era infatti all’epoca in vigore la prassi di lasciare il regno al primogenito di sesso maschile, la legge salica si limitava a sancire che nessun possedimento potesse essere ereditato da una donna. Pipino divise il regno affidando a Carlo l’Austrasia,  gran parte della Neustria e la metà nord-occidentale dell’Aquitania (ossia il nord e l’Occidente della Francia più la bassa valle del Reno); Carlomanno ebbe la  Borgogna, la Provenza, la Goria, l’Alsazia e l’Alamagna e la parte sud-orientale dell’Aquitania (cioè il sud e l’Oriente della Francia più l’alta valle del Reno).

Come si evince chiaramente dalla carta geografica che illustra la suddivisione del Regno, i condizionamenti geopolitici della spartizione determinarono non soltanto le politiche dei due sovrani ma furono alla base di rapporti tutt’altro che facili tra i due fratelli. Carlo poteva espandersi quasi illimitatamente verso le terre germaniche, mentre Carlomanno si trovava chiuso a sud con i confini pirenaici che lo separavano dagli Arabi di Spagna, nemici secolari e più a est con la penisola italica e il Regno dei Longobardi, la cui tensione si era negli anni acuita anche in relazione all’alleanza tra il defunto re e il Papato.

I due fratelli si fecero consacrare in due città vicine, rispettivamente Noyon e Soissons, nella stessa zona in cui re Pipino aveva soggiornato d’abitudine e dove si stabilì, ospite d’un monastero, la madre Bertrada. Nel secondo anno del suo regno Carlo dovette affrontare una ribellione in Aquitania e il fratello si guardò bene da intervenire in suo soccorso. Le fonti coeve sono vicine alla corte di Carlo e quindi questa notizia va presa con il giusto peso di affidabilità storica.

È certo che la tensione tra i due fratelli non sfociò mai in niente di grave grazie all’opera di mediazione della madre Bertrada. Questo equilibrio forse non sarebbe comunque durato a lungo ma a risolvere la situazione fu la prematura e “provvidenziale” morte di Carlomanno avvenuta il 4 dicembre 771, anno secondo del suo regno. Il fratello minore di Carlo aveva soltanto venti anni ma nonostante la giovane età lo sfortunato re aveva due figli che sotto la tutela della madre Gerberga e dei magnati del regno avrebbero potuto subentrargli.

Carlo però si mosse con cinica tempestività, una ristretta assemblea di nobili lo acclamò unico Re dei Franchi, permettendogli di impadronendosi così di tutti i possedimenti del fratello. I nobili che non accettarono questa decisione, la vedova e i figli di Carlomanno preferirono riparare in Italia. Questo colpo di mano avvenne quindi senza alcun spargimento di sangue e Carlo non si preoccupò più di tanto di coloro che avevano scelto l’esilio pur di non sottomettersi alla sua autorità.

Pochi mesi dopo la morte del fratello Carlo iniziò una campagna militare contro i Sassoni. Nell’estate del 772 questa guerra fu breve e apparentemente decisiva: i Franchi penetrarono in profondità nel paese nemico, imponendo la propria autorità con la spada, e costrinsero i Sassoni a consegnare dodici ostaggi di famiglia principesca, a garanzia della loro sottomissione. Come constaterà a sue spese questo popolo fiero fu tutt’altro che sottomesso e Carlo dovette combattere per il resto della sua vita prima di poterne avere ragione.

Una vita come vedremo nei prossimi articoli contrassegnata da uno stato di guerra permanente che lo renderà celebre come condottiero vincente, inquieto, erratico e inarrestabile.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Carlo Magno di A. Barbero

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