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Le abitazioni contadine nel Medioevo

Per gran parte dell’Età di Mezzo la stragrande maggioranza della popolazione era formata da contadini che abitavano in zone rurali, in case isolate o in piccoli raggruppamenti che è eufemistico definire villaggi. A seconda delle regioni e dello scorrere dei secoli questa percentuale di popolazione sfiorava il 90% del totale. In questo articolo ci soffermeremo, brevemente, soprattutto sulle abitazioni contadine francesi.

L’ambiente rurale

L’Occidente europeo è unimmensa foresta che progressivamente si riduce per l’estensione dei campi coltivati e dei primi insediamenti urbani. Soprattutto nel Basso Medioevo ci sono aree vastissime dove la foresta domina come nelle regioni della Loira, mentre le fonti delle alpi Mancelles vengono scarsamente sfruttate, fra vastissimi terreni incolti e boschivi.

La stessa regione parigina nell’epoca carolingia è punteggiata da selve fittissime dove i sovrani e i nobili cacciano. A nord e a est della Senna, la foresta è talmente impenetrabile da formare un vero e proprio confine quasi invalicabile. Le fonti ci riportano come fosse facile smarrirsi in questa vaste e intricate aree boschive, ancora nel XV secolo, Filippo III di Borgogna, detto il Buono, si smarrisce poco lontano dalla sua residenza di Bruxelles. Lo sorprende la notte. “Era entrato nella fitta foresta, lunga e ampia, di cui non conosceva né l’entrata né l’uscita”, riferisce il cronista Chastellain.

Tra il Mille e il 1300 avviene un sensibile disboscamento che trasforma parte delle foreste in campi coltivati. e pascoli per l’allevamento. La foresta rimane però elemento indispensabile del paesaggio e dell’economia di sussistenza perché fornisce legname prezioso per le costruzioni e il riscaldamento.

La popolazione francese nel XIV secolo

La Francia ha una popolazione stimata nel 1328 che oscilla tra i 16 e i 18 milioni di abitanti con una densità media di 40 abitanti per km2. Ci sono regioni (poche) più densamente popolate come quella parigina che ha una densità media pari a 70 persone per km2. Le città hanno un ruolo variabile ma quelle di una certa dimensione sono relativamente poche: Londra non supera i 60.000 abitanti, Tolosa e Rouen si attestano intorno alle 40.000 anime, Firenze sfiora i 100.000 abitanti. La sola Parigi ha dimensioni di una metropoli, nel 1300 arriva a contare oltre 200.000 abitanti.

Le abitazioni dei contadini in Francia

Si tratta si abitazioni modeste, molte delle quali simili a tuguri. Gregorio di Tours ci descrive la casa di un contadino con il tetto di fogliame, le fondamenta costituite da pietre a secco, i graticci dei rami agganciati a dei pali formano i muri; il tetto è costituito da fogliame, paglia e alcune tegole.

Si tratta di case minuscole che generalmente non superano i sei metri di lunghezza, ma, ad esempio, a Brébières, le più grandi misurano appena 4 metri per 3. A volte sono raggruppate e occupano delle radure circondate dalla foresta.

Nel nord della Gallia le case contadine sono costruite secondo crismi di derivazione germanica. Sono casupole fragili e fatiscenti, che hanno la tendenza a crollare anche in seguito a venti forti o piogge intense, il tetto di paglia lascia penetrare l’acqua. In genere la casa di un agricoltore è costituita da una stanza dove la famiglia consuma i pasti e se va bene, una o due piccole camerette, adibite a dormitori. Se l’agricoltore possiede dei servi questi dormono nelle stalle con gli animali.

Le case sono spoglie e l’arredamento è ridotto all’essenziale, e qualche volta ancora meno. Un letto di stuoie o di erbe essiccate, qualche banco, dei vasi, uno o due cassoni dove custodire i pochi vestiti della famiglia.

Insediamenti urbani e le case contadine dopo l’anno Mille

Come abbiamo già accennato le case contadine sono isolate oppure raggruppate in numero però così esiguo che fino all’anno Mille non si può parlare di veri villaggi. Solo allora le case si infittiscono intorno ad una chiesa parrocchiale, al cimitero e al castello di un signore locale e si dotano di palizzate o mura di terra e fango.

Nel periodo tardo medievale con le dovute locali differenze, lo schema base di una casa contadina è costituito da due stanze per l’abitazione, di cui una col focolare e l’altra che funge da camera, a cui si aggiungono i ricoveri per gli animali. Sono abitazioni povere e semplici, basse, con finestre strette e tetti di paglia. Si tratta quindi di edifici fragili che temono il fuoco. Il mobilio è ridotto all’osso: un letto, una madia e una cassapanca. Non è raro vedere razzolare in queste casupole polli e galline. Le condizioni igieniche sono ovviamente precarie.

Luce e dimensioni

Le finestre sono poche, alte e strette e la luce vi penetra con difficoltà. A volte l’unica apertura è costituita dalla porta. Le case sono quindi buie e poco spaziose, con pavimento in terra battuta. L’illuminazione è affidata a lampade che consumano olio o sego nel migliore dei casi, spesso è il focolare che oltre ad assicurare il fuoco per la cottura del cibo è anche l’unica fonte di luce di queste abitazioni. Nel XIV secolo raramente una casa supera i 30 metri quadrati di superficie.

Spazio e oscurità fanno pensare che la gente vivesse all’aperto per gran parte della giornata e soltanto all’imbrunire facesse ritorno nella propria casa.

La casa di Raymonde

Il villaggio borgognone di Darcy che scompare nel Quattrocento è costituito da una quindicina di abitazioni in pietra, in una regione dove prevalgono costruzioni fatte con impasti di fango e paglia. Sono abitazioni buie, spesso invase da fumo quando il focolare è acceso a causa di problemi di tiraggio.

Raymonde, figlia di Pierre Michelle, descrive così l’abitazione in cui vive a Prades d’Aillon, vicino a Montaillou: “Nella stanza bassa della nostra casa c’erano due letti, uno in cui dormivano mio padre e mia madre, l’altro destinato all’eretico di passaggio. Questa stanza bassa era attigua alla cucina, con cui comunicava tramite una porta. Io e i miei fratelli dormivamo in una camera di fianco alla cucina, che si trovava nel mezzo”.

Fonti:

Verdon, Jean. La vita quotidiana ai tempi del Medioevo

Natale Seremia

Appassionato da sempre di storia e scienza. Divoratore seriale di libri e fumetti. Blogger di divulgazione scientifica e storica per diletto. Diversamente giovane. Detesto complottisti e fomentatori di fake news e come diceva il buon Albert: "Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi."

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