giovedì, Settembre 19

Le Amazzoni

Nella mitologia greca le Amazzoni erano un popolo di donne guerriere che  vivevano nella Scizia, presso la palude Meotide o in un’area imprecisata delle montagne del Caucaso da cui sarebbero migrate, successivamente, sulla costa centro-settentrionale dell’Anatolia.

Anche il nome di questo popolo avvolto nelle nebbie del mito e della storia è abbastanza controverso, la spiegazione etimologica più accredita è che amazzone significhi “senza seno”. In quanto le fonti mitografiche attestano l’usanza delle amazzoni di mutilarsi la mammella destra per tendere meglio l’arco.

Le Amazzoni erano considerate nemiche dei Greci, in quanto, in una società maschilista come quella greca non era concepibile l’esistenza di donne sovrane e guerriere. Per i greci quindi erano considerate delle “barbare” e spesso venivano raffigurate nei fregi dei templi in feroce battaglia contro i Greci, con l’implicito messaggio che andavano sconfitte e uccise come i Centauri e i mostri mitici.

La letteratura classica greca è piena di citazioni delle Amazzoni, tra quelle più conosciute ci sono quelle dell’Iliade dove sono citate ben due volte. Ma forse non tutti sanno che le Amazzoni della mitologia greca non sono state le uniche che hanno popolato la storia. Nel XVI secolo in Sudamerica, Francisco de Orellana e i suoi uomini riferirono di avere incontrato donne guerriere che li bersagliarono di frecce e dardi di cerbottana dalle rive del fiume Marnon che essi chiamarono in seguito Rio delle Amazzoni.

Queste Amazzoni sudamericane praticavano il cannibalismo e il matriarcato, attaccavano le tribù confinanti per rapire donne e bambine, uccidendone maschi e parenti e cibandosi dei più piccoli. Dopo la conquista portoghese, molte si convertirono al cattolicesimo, vivendo pacificamente, ma estinguendosi in una generazione per il rifiuto di avere relazioni carnali con gli uomini.

Anche l’Africa ha avuto le sue amazzoni. Nel Dahomey del diciottesimo secolo, re Agadja (1708-1740) costituì un corpo di donne guerriere. Suo padre, il re Houégbadja, aveva già organizzato un distaccamento di “cacciatrici di elefanti” che aveva anche funzione di guardia del corpo. Ma Agadja ne fece delle vere e proprie guerriere. Queste amazzoni oltre ad essere impiegate in battaglia svolgevano anche le funzioni di boia e rimasero operative fino alla conquista coloniale francese.

Così le descrive, nel 1891, E. Chaudoin, in Tre mesi in cattività nel Dahomey :

“Esse sono lì, 4000 guerriere, le 4000 vergini nere del Dahomey, guardie del corpo del monarca, immobili nelle loro vesti militari, il fucile e il coltello in pugno, pronte a scattare al richiamo del loro signore. Vecchie o giovani, brutte o belle, sono meravigliose da contemplare. Solidamente muscolose come i guerrieri neri, la loro attitudine è disciplinata e corretta allo stesso tempo, allineate come alla corda”.

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