giovedì, Settembre 19

Le balie ciociare, una pagina di storia romantica

Le Balie ciociare erano donne che hanno cresciuto la classe dirigente italiana. Possiamo dire che la Ciociaria ha dato all’Italia, una forza lavoro che ha allattato i figli della classe dirigente italiana. Erano tutte donne di umili origini, provenienti dal frusinate. Reclutate dalla fine dell’ottocento da “sensali” che le introducevano in famiglie ricche, creando il “baliatico”, hanno scritto pagine di storia importante.

Le balie ciociare

Il loro latte era ricercatissimo ed erano trattate spesso con ogni riguardo; come persone di famiglia. Provenivano da Ferentino, Veroli, Pastena, Alatri e tanti altri paesi del frusinate. Il loro latte era sottoposto a un’accurata analisi, per accertare le qualità nutritive, così come il loro stato di salute complessivo. Il sensale non era solo colui che contrattava il bestiame o combinava matrimoni, bensì poteva essere anche una levatrice che si occupava di questo settore. Alcune famiglie altolocate scrupolose, non si fidavano del tutto della “sensale”, ma pretendevano ben altro. Non era raro usare il sistema del “tocco”, un metodo poco ortodosso; che consisteva nel far sedere le balie in un ambiente buio, in cui la madre del neonato palpava le mammelle. Partendo da una terra che offriva pochissimo, le balie si sottoponevano a queste selezioni ben volentieri. Inoltre, queste “preziose donne” facevano anche la prova dello schizzo! 

Sedute in fila, si premevano un seno e quella che aveva il getto di latte più potente, faceva la figura migliore. Esisteva poi una contrattazione, che era sempre molto conveniente per la balia. Erano ben retribuite, e guadagnavano molto più di tanti uomini e certamente dei mariti. Lo stipendio comunque non comprendeva solo denaro, che comunque serviva per la famiglia al paese. Ricevevano molti regali, tra cui coralli, gioielli, come le famose “gangane” che erano degli orecchini e anche biancheria.  Potevano ricevere ventimila lire di stipendio, ma anche foulard scarpe o ventagli. Ricevevano di base due abiti estivi, due invernali, camicie di piquè e gonne arricciate in vita con delle balze. La collana di corallo era imprescindibile. Una balia che andò a lavorare in casa Agnelli aveva uno stipendio che sfiorava i tre milioni di lire mensili. Le balie potevano anche raddoppiare con l’allattamento del secondo bambino.

Compensi delle balie ciociare

Ciò era possibile poiché aumentava la portata lattea. Ahimè queste donne però potevano visitare la famiglia molto poco. Non si voleva rischiare che restassero incinte del marito. Eppure, quando tornavano, ben vestite, con scarpe allacciate, diverse dalle belle ciocie, suscitavano ammirazione. Le donne delle campagne ciociare, abituate alla dura fatica dei campi, erano generalmente di sana e robusta costituzione e per decenni ebbero grande fama e fortuna con il lavoro di balia. Il loro carattere affettuoso, specie con i bambini, era un valore aggiunto. S’instauravano rapporti d’affetto e riconoscenza. Nonostante il peso di lasciare i figli al paese per guadagnare, le balie si conquistavano sempre la fiducia delle famiglie che le accoglievano. Erano comunque affettuose e amate dai bimbi allattati. Ricordiamo la balia Vincenza D’Amico di Collepardo, che allattò Elettra Marconi, figlia dell’ingegner Guglielmo Marconi. Oppure la bella Celeste Carinci, che allattò Milo, il figlio di Gina Lollobrigida.

Ricordiamo Loreta e Carolina Cerelli; sorelle di Veroli che allattarono Ira Fustemberg e lavorarono anche con Susanna Agnelli. Nota è anche Vincenzina Stirpe, tra le balie ciociare più celebri, che allattò la principessa Mafalda di Savoia, figlia del re Vittorio Emanuele III, e della regina Elena di Montenegro. La diffusione del latte in polvere lentamente fece sparire questo mestiere.

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