Su quali fonti di energia potevano contare per le loro attività artigiani e contadini nel Medioevo? La risposta è piuttosto semplice: sulla forza dei propri muscoli, su quella di alcuni animali, su quella dell’acqua e del vento. Buoi, muli, asini ma soprattutto il cavallo svolsero una funzione essenziale per assicurare al tessuto produttivo medievale l’indispensabile energia.
Il rendimento del cavallo aumenta considerevolmente tra il X e l’XI secolo, quando alla trazione giugulare si sostituisce quella pettorale volta a consentire il trascinamento di pesi maggiori con ridotta fatica e senza il rischio che la bestia rimanga soffocata. A questa innovazione si aggiunge l’abitudine di ferrare il cavallo per evitare il deterioramento dello zoccolo nudo. Queste innovazioni però non si dispiegano uniformemente e nello stesso tempo in tutta Europa e quindi il loro impatto non va sopravvalutato.
L’energia idraulica costituisce una preziosa risorsa per l’uomo medievale. La forza dell’acqua infatti aziona i mulini che conosciuti in Oriente fin dall’antichità si diffonderanno in modo massiccio in Europa soltanto a partire dal IX secolo, quando molti signori impiantano mulini ad acqua nei loro tenimenta, ne impongono l’uso a pagamento a tutti quanti nelle vicinanze ne siano sprovvisti e ne abbiano bisogno per macinare il grano, l’orzo soprattutto utilizzato nella produzione della birra, per la molitura dell’oliva e la spremitura dell’uva.
Nel XI secolo in Inghilterra si conteranno ben 5864 mulini, numeri decisamente inferiori riguarderanno invece la Francia e l’Italia.
Dal XII secolo inizierà a diffondersi anche il mulino a vento specialmente nelle ventose pianure del Nord Europa. Il vento da tempo costituisce una delle fonti essenziali per l’economia medievale. Grazie al vento viaggia la maggior parte del naviglio, sia quello che bordeggia sotto costa, sia quello che effettua navigazione in mare aperto.
E’ evidente il ruolo essenziale che questa fonte di energia riveste per i commerci e per la mobilità delle persone. Non possiamo trascurare in questa sintesi sulle fonti di energia medievale il ruolo centrale del fuoco a livello domestico, artigianale e perfino in campo militare. Fra tutte le professioni del tempo, il fuoco era per quella del fabbro, un elemento indispensabile.
Il fabbro era uno dei più importanti mestieri medievali, necessario sia per gli aristocratici che per il popolino. Il fabbro era infatti colui che lavorando il ferro, produceva molti suppellettili e utensili di uso comune ma anche oggetti e strumenti per la guerra oltre ad armi di vario genere.
Il ferro lavorato nella bottega del fabbro necessitava di fuoco ottenuto da carboni ardenti che raggiungeva alte temperature grazie alle quali il ferro poteva essere lavorato. I carboni venivano anche spesso alimentati con il soffio di uno strumento apposito detto mantice. Nella fucina del fabbro il ferro si arroventava e poteva essere battuto e sagomato nelle forme necessarie. Un lavoro che richiedeva come fonte di energia anche una notevole forza muscolare, accompagnata ovviamente da un’esperienza che si tramandava di generazione in generazione.
Fonti:
alcune voci di Wikipedia
Il Medioevo giorno per giorno di A. Gatto
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