Le mucche selvatiche di Chernobyl hanno creato una loro struttura

Chi non conosce il triste avvenimento che ha colpito la città di Chernobyl, un luogo che, dopo l’esplosione della centrale nucleare, è divenuto una zona inabitabile per l’uomo. Nonostante questo triste accadimento tutto può essere migliorato, e a volte la natura può dimostrarlo rimpossessandosi delle terre abbandonate dall’uomo.

Le protagoniste dell’ultima bellissima storia che riguarda questo luogo sono le mucche, che all’epoca del disastro nucleare vennero abbandonate a causa della fretta precipitosa per fuggire dai luoghi colpiti dalla catastrofe della centrale. Oggi questi animali sono divenuti selvatici e vivono tranquillamente felici e senza padroni in questi luoghi incontaminati in cui possono pascolare liberamente.

Le mucche hanno formato una mandria “spontanea” e hanno un aspetto particolare, ossia che mostrano dei comportamenti differenti in confronto a quelli tipici degli animali che siamo abituati ad osservare nelle classiche fattorie.

I ricercatori della Chernobyl Radiation and Ecological Biosphere Reserve, hanno notato che la mandria di mucche è riuscita a strutturarsi, presenta una certa integrità e agisce sempre in armonia, proteggendo i loro piccoli con molta più attenzione.

Nel caso dei vitelli è stato riscontrato che scelgono il luogo più sicuro nel gruppo posizionandosi tra un toro adulto e le mucche. Inoltre, sono riusciti ad adattarsi alle terribili temperature dell’inverno. Il toro, che ha come ruolo il capo mandria, e il più anziano e il più forte di tutti, ma nonostante ciò non caccia via i maschi più giovani, anzi, li fa rimanere all’interno della mandria così da riuscire a proteggerli dai possibili predatori, ovviamente solo se rispettano il suo ruolo dominante.

Questa situazione in cui si è potuto assistere alla vita della mandria, che pascola all’interno della “zona di esclusione” dopo il disastro nucleare di Chernobyl, non è la prima volta che viene assistita. L’avvistamento della mandria di bovini selvatici avvenne già intorno all’ex villaggio di Chistogalivka, dove vissero in questo luogo per circa un anno, dopo di che si spostarono presso la fattoria sperimentale di un villaggio. Gli specialisti in questo luogo, dal 2017, hanno potuto condurre delle osservazioni regolari sui comportamenti di questa mandria.

In questi luoghi, in un passato non molto lontano, vivevano quelli che ad oggi vengono considerati come gli antenati dei buoi, gli Uro, descritti con il nome scientifico di Bos primigenius, o bue primitivo. L’ultimo esemplare della specie fu una femmina, che morì per delle cause naturali nel 1627 nella foresta di Jaktorów, in Polonia. A far estinguere gli Uro ci furono diverse cause, tra cui la caccia da parte dell’uomo, l’avanzamento dei terreni agricoli nelle zone selvatiche e per ultimo le malattie trasmesse dal bestiame domestico.

Quindi grazie alla presenza di queste terre incontaminate queste mandrie oggi vivono felici senza alcun disturbo, in un luogo che in origine era caratterizzato dalla presenza dei loro antenati.

Fonte:

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