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Le orche e “l’effetto nonna”

L’orca un mammifero marino appartenente alla famiglia dei delfinidi da cui si è separato in specie autonoma circa 5 milioni di anni fa. Questi super predatori, alcuni dei quali si nutrono esclusivamente di pesce, altri anche di leoni marini, foche, balene e delfini e pinguini,   sono animali che nei maschi raggiungono il peso di 10 tonnellate ed hanno una lunghezza variabile, a secondo del genere tra i 5 e gli 11 metri.

L’habitat dell’orca è diffuso in tutti i mari e gli oceani del mondo e vive sia negli abissi sia nei bassifondi vicino alle coste arrivando a volte addirittura fino alle foci di alcuni fiumi. Normalmente però l’orca preferisce vivere nelle acque fredde sia artiche che antartiche dove, in estate, caccia tra i banchi di ghiaccio. Solo alcune popolazioni migrano di estate verso l’equatore, in maniera molto simile alle balene grigie che migrano vicino alle coste statunitensi.

Uno studio recente dell’Università di York in collaborazione con alcuni centri di ricerca statunitensi ha stabilito che la presenza di “nonne” in un branco di orche aumenta significativamente il tasso di sopravvivenza dei cuccioli.

La ricerca ha analizzato 36 anni di dati relativi ad un gruppo di orche che vive al largo delle coste canadesi scoprendo che la mortalità di una nonna ha gravi e dirette conseguenze sulla sopravvivenza dei cuccioli del branco. Il motivo sembra afferente al fatto che le orche adulte (la vita media di questo animale è di circa 35 anni) in menopausa non più impegnate nella riproduzione possono dedicare tutte le loro energie all’accudimento dei “nipoti”.

Dopo circa 1 anno e mezzo di gestazione la femmina partorisce un solo piccolo, di norma nelle acque basse, e lo porta subito vicino a uno dei suoi parenti. Per ogni femmina l’intervallo tra un parto e l’altro va dai 3 agli 8 anni, soprattutto a causa delle prolungate cure parentali.

Le nonne si occupano collettivamente dei cuccioli in assenza delle madre e la loro maggiore esperienza nei territori di caccia è molto utile in caso di penuria di cibo.

Non è ancora del tutto chiaro come mai le orche, ed altri tre mammiferi tra cui l’uomo, abbiano sviluppato una fase della vita, talvolta molto lunga , dopo il periodo fertile. Una delle ipotesi in campo è che il cosiddetto “effetto nonna” sia particolarmente utile nella sopravvivenza della specie.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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