domenica, Settembre 8

L’epidemia “nascosta”

L’epidemia nascosta. La Covid19 è uscita da tempo dal dibattito pubblico. Si è trattato di una scelta inevitabile, sia per la stanchezza delle persone, in seguito a due anni terribili 2020 e 2021, sia per precise scelte politiche e di comunicazione. Siamo però passati da un eccesso all’altro, non soltanto il flusso informativo sull’andamento dell’epidemia si è rarefatto, fin quasi a sparire dai media, ma sono stati smantellati progressivamente i principali sistemi per tenere sotto controllo l’andamento epidemico. Morale siamo in piena nuova ondata di casi di Covid19 e con dati che tutti gli esperti ritengono profondamente sottostimati.

Un virus per tutte le stagioni

SARS-Cov-2 ha ampiamente dimostrato nel corso di questi anni di non essere un virus stagionale. La ragione fondamentale è data dalla sua straordinaria mutagenicità. Appena una variante dimostra di non essere più “efficiente” nell’infettare l’uomo, ecco che ne appare un’altra a maggiore trasmissibilità. Il frenetico moltiplicarsi di queste mutazioni, sforna quindi varianti a volte semplicemente più infettive ma non particolarmente pericolose ad altre più rischiose per la salute delle persone, soprattutto per anziani e fragili.

Attualmente in Italia la variante dominante è la JN.1 seguita a ruota dalla più recente KP.3, responsabili dell’impennata della circolazione del virus e quindi dei nuovi casi.

Il trend epidemico in Italia

Nella settimana compresa dall’11 al 17 luglio sono stati registrati 8.942 casi (+62,5% rispetto alla settimana precedente, del 4-10 luglio). Inoltre, sono 1.802 i test positivi al coronavirus registrati il 17 luglio, ultimo dato giornaliero disponibile. Lo stesso giorno della settimana precedente erano stati 1.213 (+48,6%).

Quanto ai decessi, dall’11 al 17 luglio se ne sono avuti 40 (+21,2% rispetto alla settimana prima), e il tasso di positività medio è stato dell’11% (+57,3%). Nello stesso periodo, infine, sono entrate in Terapia intensiva Covid 40 persone (+25%). Tutti questi dati sono ampiamente sottostimati perché quasi nessuno si testa più e quindi è altamente probabile che queste percentuali siano decisamente più alte. Si stima che ogni giorno nel nostro paese ci siano da 1 a 3 casi Covid al giorno per ogni medico.

La Covid19 nel mondo

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), in 53 Paesi tra Europa e Asia, la percentuale di pazienti con sintomi respiratori risultati positivi al test Covid nei setting delle cure primarie è aumentata di 5 volte in due mesi, mentre il numero di ricoveri e dei decessi è cresciuto rispettivamente del 51% e del 32%.

In Europa i paesi più colpiti sono Albania, Cipro, Grecia, Irlanda, Malta, Spagna e Regno Unito, con l’Italia che sta “recuperando” rapidamente posizioni in termini di recrudescenza epidemica.

La sintomatologia estiva

Nella maggior parte dei casi i sintomi del Covid19 “estivo” sono simili a quelli di un raffreddore. Non dimentichiamo che anche SARS-Cov-2 appartiene alla grande famiglia dei coronavirus, responsabili fra l’altro del comune raffreddore. E quindi naso chiuso e che cola (rinorrea), starnuti, affaticamento, stanchezza e malessere, mal di gola, mal di testa, che può essere diverso dal solito o durare più del solito. A questi sintomi si possono associare anche muscolari, riduzione dell’appetito, tosse insistente, nausea e diarrea, febbre o febbriciattola.

Il sintomo che deve fare scattare l’allarme, per forme potenzialmente più gravi dell’infezione è quello di un affaticamento respiratorio, magari rilevato anche attraverso un monitoraggio effettuato con il saturimetro. In questo caso occorre contattare immediatamente il proprio medico curante in modo che possa intervenire con una terapia adeguata o consigliare il ricovero in ospedale, nei casi più severi.

Una profilassi da non dimenticare

Per tutti ma soprattutto per le persone fragili e anziane è consigliabile ricorrere ad alcune regole comportamentali che stiamo tendendo a ignorare con troppa superficialità, vale a dire l’utilizzo di mascherine in ambienti chiusi o a rischio, il frequente lavaggio delle mani, l’aerazione degli ambienti. Un picco estivo così importante e sottostimato può consegnarci ad un autuno più problematico.

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