lunedì, Settembre 16

L’epoca delle carestie

L’economia medievale è fondamentalmente un’economia contadina. La prosperità o più semplicemente la sopravvivenza delle genti dell’Età di Mezzo è strettamente correlata all’andamento dei raccolti. Quando imperversano periodi di carestia gli effetti si riflettono non soltanto sulla salute e la stessa sussistenza degli individui, ma sull’intero processo economico e sull’andamento demografico. È però necessario quando si parla di cattivi raccolti distinguere tra periodi di penuria di grano (e quindi di pane, l’alimento principale della dieta delle masse popolari) e fasi di vera e propria carestia. Nel primo caso le persone patiscono la fame, nel secondo caso spesso muoiono.

Le carestie nell’Alto Medioevo

Solo in Francia, tra il 406 e il 690 si annoverano tre vere carestie: nel 410, 450 e 585. Così Gregorio di Tours (538 o 539 – 594) descrive la carestia del 585: “Una grande carestia devastò in quest’anno quasi tutte le Gallie; numerose persone facevano il pane coi semi d’uva, con fiori di nocciolo, e qualcuno perfino con le radici di felce aquilina; li facevano seccare e li riducevano in polvere, mescolando un po’ di farina. Molti altri tagliavano il grano in erba e facevano lo stesso. E c’era tanta gente che non aveva farina per niente, per cui coglieva diverse erbe e le mangiava, ma così si gonfiava e soccombeva. Allora morirono in tanti, sfiniti dalla mancanza di alimenti”.

Le carestie in epoca carolingia

Qualche tempo dopo, durante l’era carolingia si contano almeno quattro carestie: nell’845, 873-74 e 916 in Aquitania, e nel 995 in Borgogna. Quest’ultima era stata esacerbata dagli effetti della guerra che Roberto II di Francia conduce nelle terre di Borgogna incendiando nel suo passaggio, case e raccolti. Secondo Rodolfo il Glabro la carestia fu così dura che si riscontrarono numerosi casi di cannibalismo.

Il periodo compreso tra l’anno Mille e il 1350 comporta undici anni di carestia reale. La cosiddetta “crisi del Trecento” è anche la non corrispondenza tra il modesto incremento della produzione agricola con il forte aumento demografico che si registra fino a pochi anni prima dell’epidemia di peste che travolgerà l’Europa.

Le carestie del Trecento

All’origine del collasso demografico vi è la diffusione ripetuta di carestie e malattie epidemiche. Nel territorio italiano, ad esempio, fra il 1271 e il 1347 si susseguono almeno 14 carestie, diverse delle quali su scala interregionale. Dati simili rivelano la fragilità strutturale dell’espansione economica della prima metà del Trecento, sorretta soprattutto da un’agricoltura di tipo estensivo, poco diversificata e minata dalla mancanza di integrazione fra coltivazione e allevamento, nonché dalla quasi assenza delle pratiche di concimazione.

La Grande carestia del 1315-1317 (che ebbe effetti almeno fino al 1322) fu la prima crisi che colpì l’Europa nel XIV secolo, causando la morte di milioni di persone nella regione settentrionale durante il corso di molti anni, ponendo fine ad un periodo di crescita e prosperità che era durato dall’XI al XII secolo. Cominciando col cattivo tempo nella primavera del 1315, cattivi raccolti ebbero luogo ovunque fino all’estate del 1317; da essi l’Europa non si sarebbe ripresa fino al 1322. Fu un periodo segnato da elevati livelli di attività criminale, malattie e morti di massa, infanticidi, cannibalismo.

Un celebre brano delle Historiae di Roberto il Glabro, riferisce con orrore che si vende carne umana alla griglia sul mercato di Tournus, in Borgogna. Il tardo Medioevo conosce una minore manifestazione dei periodi di vera carestia, questo probabilmente è dovuto al fatto che

Successivamente alla micidiale epidemia di peste che falcerà la popolazione europea, si dovrà aspettare diversi anni prima che si riformi l’equilibrio tra una sufficiente produzione agricola e la domanda, questo nonostante che l’epidemia avesse provocato un pesante arretramento demografico.

Per saperne di più:

Grande carestia del 1315-17

N.B. Come tutti gli articoli di storia di Wiki Magazine Italia si tratta di approcci sintetici e di natura divulgativa e non hanno alcuna pretesa di approfondire e dettagliare fenomeni complessi che si svolgono in un periodo lunghissimo, di quasi 1.000 anni.

Fonti:

Alcune voci di Wikipedia

Treccani.it

Verdon, Jean. La vita quotidiana ai tempi del Medioevo

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