giovedì, Settembre 19

L’evoluzione delle città nel Medioevo

Dopo la caduta dell’Impero Romano, progressivamente le città subirono un lungo periodo di involuzione con riflessi non soltanto dal punto di vista urbanistico ed architettonico ma anche, in molti casi, nella flessione della popolazione residente. In questo quadro generale di dissoluzione delle principali aree urbane però si devono sottolineare delle differenze anche significative a seconda della regione europea analizzata ed anche del periodo temporale preso in esame.

La crisi urbana è maggiore nel Nord Europa

Sotto quest’ultimo profilo è possibile individuare qualche differenza fra la situazione quasi disastrosa dei secoli dal IV al X e una ripresa, dapprima lenta poi sempre più accentuata, a partire dall’XI. Dal punto di vista geografico invece i centri urbani del Nord Europa andarono incontro ad un maggior spopolamento e decadenza rispetto a quelli del bacino del Mediterraneo.

Un’altra caratteristica che distingue le città italiane rispetto a quelle inglesi, tedesche e francesi è il ritardo con cui quest’ultime si cingeranno di mura difensive. Altro tratto saliente delle città del Nord è quello di disporre di poche aree adibite all’edilizia pubblica. Scarseggiano le piazze e le strade larghe, mentre abbondano viuzze strette e tortuose, fiancheggiate in massima parte da edifici privati, stretti corridoi resi bui dall’affastellarsi delle case che affacciano su porticati angusti e privi di luce.

Un caotico ammasso di case e casupole

Questo caotico ammassarsi di case e casupole con l’ampio utilizzo del legno come materiale di costruzione rendeva queste città fragilissime di fronte ad incendi che facilmente diventavano incontrollabili e largamente distruttivi. Nelle città del Nord Europa scarseggiano gli edifici signorili perché i nobili preferiscono risiedere nei loro castelli. Così la città rimane appannaggio di burgenses, di mercanti, artigiani, clero, militari ed ancora magistrati, banchieri, avvocati, medici, notai: insomma quello che oggi definiremmo come “ceti emergenti“.

Le città si dotano di mura

Dal XII secolo si avvierà un prototipo di pianificazione urbana: si ampliano strade e piazze, le vie diventano più ordinate, si costruiscono magazzini e mercati coperti, si moltiplicano i porticati, si realizzano molti canali in cui confluiscono le acque di scolo e di vari corsi d’acqua. E’ in questo periodo che molte città si dotano di robuste mura difensive e porte che aprendosi e chiudendosi regolano la mobilità sociale tra la campagna e l’area urbana.

Ogni sera le porte della città vengono chiuse e le chiavi della città consegnate ai magistrati. L’illuminazione pubblica è totalmente assente ed al far della sera tutti si rinchiudono nelle proprie case. Le città che non sono in grado di edificare mura nuove riattano quelle vecchie, diroccate o fatiscenti.

L’assenza di igiene favorisce la peste

Con il XIV-XV secolo, a Parigi e a Londra si promulgano ordinanze comunali tese a venire incontro alle necessità dei cittadini, sia per quanto riguarda la circolazione, sia per quel che concerne la pulizia, una vera e propria esigenza da quando da metà del Trecento e poi di decennio in decennio, sino alla fine del secolo, la peste favorita dalla sporcizia, provoca danni immensi.

Dal XII secolo poi si susseguono le ordinanze delle magistrature cittadine che fanno obbligo ai venditori di alimentari di pulire le aree del mercato, a vendita ultimata. Aria maleodorante e puzzo sono poi una caratteristica comune a tutte le concentrazioni urbane non soltanto per la mancanza di un adeguato sistema fognario ma anche e soprattutto per la presenza, quasi dovunque di animali da cortile. Oche, anatre, polli insieme a branchi di cani e gatti randagi sciamano per gli orti e le viuzze delle città medievali indisturbati almeno fino al XI/XII secolo.

Qualche timido tentativo fu fatto per allontanare maiali e capre dalla città ma non sempre con esiti positivi. Non si deve dimenticare poi la presenza costante di vaste colonie di ratti che contribuiranno ad alimentare nel XIV secolo le ondate epidemiche della peste.

Un mix confuso di vie, case e orti

Pressoché confusi tra loro appaiono orti e vie pubbliche. Soltanto nelle città più grandi inizia a farsi strada una certa distinzione tra aree fabbricabili e quelle destinate al verde pubblico o alla costruzione di strade. Si tratta dei primi segni di una sia pure rudimentale programmazione urbanistica.

Contestualmente inizia ad affermarsi anche il censimento volto inizialmente a fini fiscali e militari, che comincerà a far capolino nella vita cittadina a partire dalla fine del XIII secolo. Inizialmente il censimento sarà centrato per fuochi e parrocchie.

La rinascita

Con il Duecento le città si arricchiscono di spazi liberi posti accanto a edifici pubblici, a chiese e a varie comunità religiose. I capitoli cattedrali, le collegiate, i monasteri, i conventi più tardi, si riservano l’uso di spiazzi, parchi e orti; fondano cimiteri attorno agli edifici ecclesiastici anche nel centro cittadino. I defunti più illustri vengono tumulati anche nelle navate e nelle cripte delle chiese.

A Parigi invece si inizia a sperimentare la costruzione di cimiteri fuori dalle mura cittadine. Le case private, a loro volta, all’inizio del secondo millennio, saranno provviste nel retro di zone verdi adibite a orto, a rifugio per gli animali domestici, a deposito di attrezzi agricoli: vanghe, zappe, falcetti, rastrelli, botti, tini e simili.

Il cuore pulsante della città è comunque il “centro” dell’area urbana: qui si svolge gran parte delle attività pubbliche, qui si aprono le porte delle abitazioni private, le botteghe artigiane e si svolge l’esistenza quotidiana dei cittadini.

La crescente autonomia delle città

Con il rafforzamento edilizio e urbanistico gli abitanti acquisiscono anch’essi maggior forza e diventano meno disposti ad accettare supinamente l’autorità dei monarchi e dei grandi signori i quali, prima o poi, saranno costretti a concedere loro talune libertates. Le città si distinguono così sempre più dalle campagne che le circondano e con le raggiunte autonomie tendono ad affrancarsi dal sistema feudale.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Il Medioevo giorno per giorno di A. Gatto

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