La compressione, ovvero l’accorciamento fino alla scomparsa, del tempo soggettivo rispetto al tempo oggettivo di una percezione multi sensoriale è uno dei meccanismi nervosi fondamentali del rapporto tra la coscienza ed il mondo che ci circonda.
La compressione del tempo, la sua manipolazione da parte del nostro cervello, è uno dei fattori più comuni ed incisivi della nostra percezione del mondo reale.
Essa avviene inconsciamente nei rapporti tra la coscienza ed il mondo che ci circonda. Prendiamo ad esempio la conversazione con una persona a poca distanza da noi. Mentre questa persona ci parla, noi la guardiamo e la ascoltiamo. Si vedono le labbra muoversi e simultaneamente noi ascoltiamo e comprendiamo le parole pronunciate.
Questa esperienza cosciente relativa ad una serie di stimoli multi sensoriali (udito e vista prima di tutti) ci appare sincrona ed immediata.
In realtà si tratta di un’illusione, le onde elettromagnetiche e le onde acustiche non arrivano contemporaneamente ai centri nervosi preposti.
E quindi è un’illusione che un evento sensoriale e la sua percezione siano simultanei.
Tra l’arrivo delle onde acustiche e quelle elettromagnetiche c’è circa mezzo secondo di differenza e questa latenza temporale viene compressa e non arriva quindi alla coscienza.
Si tratta del temps perdu di von Helmholtz di cui abbiamo parlato in un post precedente.