Categories: Letteratura e libri

Lo spirito leggendario di Faust e la vita di Johann Wolfgang Goethe

Johann Wolfgang Goethe nasce a Francoforte sul Meno, in Germania, il 28 agosto 1749. E’ considerato, a livello mondiale, il più recente e forse l’ultimo degli autori classici per antonomasia, collocandosi pertanto accanto a Omero, Virgilio, Dante Alighieri, William Shakespeare.

Ha quattro anni quando la nonna gli regala un teatrino per le marionette, ed è ancora un bambino quando resta colpito dalle visioni popolari, fiabesche, marionettistiche della leggenda del mago Faust così importante nell’immaginario collettivo mitico, tradizionale e letterario del popolo tedesco.

Di anni ne ha solo sei quando il terribile terremoto di Lisbona (1 novembre 1755) gli pone i primi drammatici interrogativi di natura religiosa e filosofica. I suoi primi scritti risalgono all’adolescenza con risultati già molto apprezzati. Nel settembre 1768 una malattia polmonare e una latente depressione psichica favoriscono, durante la sua lunga convalescenza, una vena religiosa e mistica forse mai sopita.

Una volta guarito il giovane Goethe si trasferisce a Strasburgo per dedicarsi allo studio del diritto e alla conseguente professione di avvocato. Qui conosce il poeta e intellettuale Johann Gottfried Herder che lo appassionerà al primitivo, al selvaggio, al naturale, al titanico (titanico, nel vero senso della parola, sarà il Prometeo del suo famosissimo componimento poetico) e al tempestoso.

Promosso Licentiatus juris con una dissertazione in latino, nell’agosto 1771 Goethe torna a Francoforte e si dedica all’avvocatura. Conoscerà e frequenterà la bellissima figlia del balivo dell’Ordine Teutonico, Charlotte Buff, della quale si innamorerà e vivrà una burrascosa storia d’amore riversata e sublimata, forse, nel celeberrimo romanzo epistolare “I dolori del giovane Werther”.

La lettura del filosofo Baruch Spinoza gli schiude nuovi e prolissi orizzonti: si può dire allora che il “suo” Faust, opera somma paragonabile all’Iliade di Omero o all’Eneide di Virgilio, se non anche alla Divina Commedia di Dante, comincia a diventare una realtà scritta. Nel 1774 scrive, in poco tempo, quasi di getto, “I dolori del giovane Werther“, che viene subito pubblicato riscuotendo un successo enorme tanto da diventare un fatto di costume e di moda (vestiario sì) con effetti anche allarmanti per i molti “suicidi” causati fra i lettori più ardenti.

Insieme all’attività letteraria Goethe porta avanti anche un’instancabile esplorazione scientifica che abbraccia i più svariati campi: dalla botanica alla vulcanologia alla mineralogia alla fisica alla chimica. Conosciutissima diverrà la sua “Teoria dei colori” per le generazioni future fino ai giorni nostri. Il 1784 è per Johann Wolfgang Goethe un anno davvero decisivo: diventa infatti determinante la sua risoluzione a intraprendere il tanto sognato viaggio in Italia, che tanta importanza avrà per la sua vita e la sua produzione letteraria.

Stanco ormai di troppe cure amministrative che lo distraggono dalla sua vocazione più vera, cioè l’arte e la conoscenza, desideroso di tuffarsi in un mondo diverso, di cambiare clima, lingua e abitudini, di conoscere da vicino il Mediterraneo dei classici antichi e del Rinascimento, organizza in segreto la sua partenza, e dalla città boema di Karlsbad scende rapidamente, al pari di molti altri tedeschi famosi e non, prima di lui, il Brennero e lo attraversa entrando finalmente in Italia.

In Italia Goethe farà tappa, a partire dal Nord, in molte città quali Venezia, Padova, Firenze, Roma, Napoli; ma è in Sicilia che egli troverà il suo “ideale mondo perduto”. Si appassionerà alla storia dell’isola con vivo interesse, godrà appieno delle sue bellezze naturali soprattutto, dei suoi monumenti antichi e moderni, della sua gastronomia, delle sue millenarie tradizioni.

Il 1788 è l’anno in cui per Goethe si conclude il lungo viaggio – soggiorno in Italia, dal quale trarrà non pochi spunti e riflessioni per il suo Faust la cui conclusione provvisoria e la sua pubblicazione avverranno nel 1790. Molte le sue amicizie con intellettuali e scienziati tedeschi dell’epoca fra i quali Friedrich Schiller, i fratelli Humboldt, i due Schlegel.

Nel 1809 scrive e pubblica il romanzo “Le affinità elettive”, in cui la sua vena di narratore si rinnova e si affina in maniera davvero imprevedibile. Intanto continua a lavorare a quello che ormai definisce “grande poema” e “meravigliosa e terribile” epopea, cioè il Faust.

Fra alterne vicende, conoscenze nuove, viaggi, la vita di Johann Wolfgang Goethe si dispiega a volte intensa, talvolta frenetica, talaltra colma di soddisfazioni, di gioia ma anche di dolore. Nel 1831 il Faust finalmente trova la sua giusta e definitiva conclusione, e viene sigillato in attesa della pubblicazione post mortem, come il suo autore ha deciso da tempo.

L’anno successivo, il 1832, la fatale imprudenza: il 15 marzo Johann Wolfgang Goethe, che ogni anno aspettava impaziente la primavera, decide di uscire in carrozza nonostante soffi un vento molto freddo. Tornato a casa ha i brividi e si mette a letto. La notte fra il 19 e il 20 marzo le sue condizioni di salute peggiorano. Il dottore che lo assiste riscontra febbre catarrale e polmonite. Il 22 mattina sembra si sia ripreso, riesce a stare seduto in poltrona e beve qualcosa. Ad un certo momento dirà: << Mehr licht! >> (più luce!), su cui tanto scriveranno i posteri.

Traccia con le mani vaghi segni intorno a sé e, verso mezzogiorno, muore addormentandosi dolcemente. Il suo spirito inquieto, ansioso di conoscere, di esplorare, di capire, di andare sempre oltre al pari del leggendario Faust cercato e rincorso per tutta la vita, si è spento per sempre. Ha inizio la sua immortalità per mezzo dell’Arte, e della poesia in primis.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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