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Marte: nuova ricerca cambia la datazione della scomparsa dell’acqua

Marte, una nuova ricerca ha cambiato la datazione della scomparsa dell’acqua sul pianeta. Un argomento, questo, da tempo dibattuto dalla comunità scientifica. Il nuovo studio è stato pubblicato sulla rivista AGU Advances alla fine dello scorso anno.  

La soluzione a questo quesito sembra ancora molto lontana, soprattutto adesso che sono state trovate nuove informazioni. Queste hanno messo in discussione quello che fino ad ora era un punto fermo per quanto riguarda Marte, ossia la datazione dell’evaporazione dell’acqua dal pianeta rosso.

La ricerca svolta ha preso in esame i dati raccolti dalla sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO). Questa ha reso noto delle tracce che suggeriscono che la superficie di Marte era caratterizzata da delle masse di acqua in un periodo risalente tra i 2,5 e 2 miliardi di anni fa. I precedenti studi ritenevano che l’evaporazione completa fosse avvenuta invece circa 3 miliardi di anni fa.

La ricerca

La ricerca ha quindi portato alla luce una discrepanza temporale piuttosto notevole, informazioni che mettono in discussione quanto era stato ipotizzato fino ad ora. L’evaporazione dell’acqua, spesso, lascia dietro di sé dei segni rivelatori della sua presenza, che nel caso di Marte si presentano sotto forma di depositi di sale cloruro. 

L’acqua su Marte è un aspetto molto importante da conoscere, questo per poter comprendere in quale modo si possa essere formata la vita sul pianeta rosso, anche solo a livello microscopico, e se possa essere riuscita a sopravvivere all’assenza dell’acqua.

Le informazioni sulla presenza dell’acqua su Marte sono molto importanti, anche per comprendere la vita sulla Terra e sugli altri pianeti. I dati raccolti dalla sonda MRO, hanno fornito la possibilità di effettuare delle attente analisi sulle tracce residue della presenza di acqua. Quest’ultime erano spesso caratterizzate dalla presenza di formazioni di sali nei crateri, luoghi che un tempo ospitavano laghi e mari.

La nuova datazione

La stima effettuata sulla nuova datazione è stata fornita dall’analisi dei crateri da impatto. Questi erano situati nelle zone in cui sono stati rilevati i sali. La minor presenza di crateri, secondo quanto riferito dalla NASA, ha prodotto una più recente scomparsa dell’acqua nella zona presa in esame.

La NASA, ha sottolineato che: “I crateri erano una chiave per datare i sali. Meno crateri ha un terreno, più recente è. Contando il numero di crateri su una specifica area, si è potuto stimare l’età di queste formazioni”. I ricercatori, attraverso queste analisi, hanno fornito la nuova stima, che risale appunto ad un periodo compreso tra i 2,5 e i 2 miliardi di anni fa.

La sonda MRO, attraverso i suoi strumenti, ha potuto ricavare diversi dati. Lo strumento CRISM, acronimo di Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars, ha permesso di identificare le tracce minerali residue, elementi che possono essere ricondotti all’acqua.

Conclusioni

La comprensione di Marte, mentre gli esploratori robotici indagano sul pianeta sia sulla superficie che dall’alto, è in continua evoluzione. Bethany Ehlmann, coautrice dello studio e scienziata planetaria al Caltech, conclude spiegando che: “Ciò che è sorprendente è che dopo oltre un decennio di immagini ad alta risoluzione e dati, MRO ha fornito nuove scoperte sulla natura e sui tempi di questi antichi laghi salati collegati al fiume”.

FONTI:

https://www.cnet.com/news/nasa-spacecraft-has-scientists-rethinking-the-timeline-for-water-on-mars/

https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1029/2021AV00053

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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