giovedì, Settembre 19

NASA: creata una riproduzione dei sistemi di buchi neri ad oggi noti

NASA: creata una riproduzione dei sistemi di buchi neri ad oggi noti. I buchi neri a noi vicini e i loro compagni stellari formano come una galleria di ladri astrofisici nelle immagini presenti nella nuova riproduzione creata dalla NASA.

Secondo l’agenzia le stelle formatesi con più di 20 volte la massa del nostro Sole sono destinate a divenire dei buchi neri. I buchi neri, come suggerisce il nome, non si illuminano, sono oggetti galattici a cui nulla può sfuggire neppure la luce.

Il modo principale per individuare i buchi neri era quello di cercarli nei sistemi binari, luogo in cui interagivano con le stelle compagne. Questo fino al 2015, anno in cui gli astronomi hanno rilevato, per la prima volta, la fusione di buchi neri attraverso le increspature spazio-temporali chiamate onde gravitazionali. Il modo migliore per poterle osservare era quindi guardarli attraverso i raggi X.

Il video della NASA

Il video prodotto dalla NASA presenta 22 sistemi binari a raggi X, la Via Lattea e la Grande Nube di Magellano, luoghi in cui sono ospitati buchi neri che sono stati confermati, tutti riprodotti sulla stessa scala e con le loro orbite accelerate di circa 22.000 volte. La vista di ogni sistema riproduce il modo in cui si può osservare dalla Terra. 

I colori delle stelle, che vanno dal blu-bianco al rossastro, rappresentano delle temperature da 5 volte più calde al 45% più fredde del nostro Sole. Nella maggior parte di questi sistemi un flusso di materia, proveniente dalla stella, crea un disco di accrescimento attorno al buco nero. Mentre in altri, come ad esempio il noto sistema chiamato Cygnus X-1, la stella produce un forte deflusso, che viene in parte spazzato via dalla gravità del buco nero per formare il disco. 

I dischi di accrescimento presentano una combinazione differenti di colori. Questo perché presentano delle temperature ancora più elevate rispetto alle stelle. Il disco più grande mostrato, appartenente ad un sistema binario denominato GRS 1915, copre una distanza maggiore di quella che separa Mercurio dal nostro Sole. I buchi neri presenti sono mostrati molto più grandi rispetto alla realtà, utilizzando delle sfere ridimensionate per poter riflettere le loro masse.

Un buco nero, se è abbinato ad una stella, può raccogliere materia in due modi. Nella maggior parte dei casi un flusso di gas può fluire direttamente dalla stella al buco nero. Mentre in altri, come ad esempio il primo sistema di buchi neri confermato, Cygnus X-1, la stella produce un denso deflusso chiamato vento stellare, in parte accumulato dall’intensa gravità del buco nero

GRS 1915

Il grande sistema presente al centro della riproduzione, noto come GRS 1915, non è ancora chiaro in quale delle due categorie ricada. Il gas, quando arriva al buco nero, entra in orbita e forma una struttura ampia e appiattita nota come disco di accrescimento.

Il gas presente nel disco si riscalda mentre si muove lentamente a spirale verso l’interno, emettendo così luce visibile, ultravioletta e infine a raggi X. I dischi di accrescimento, poiché raggiungono temperature ancora più elevate, possiedono una combinazione di colori variegata. 

Conclusioni

I buchi neri nella riproduzione sono mostrati su una scala che riflette le loro masse, mentre tutti gli altri oggetti sono raffigurati molto più grandi che nella realtà. Il buco nero del Cygnus X-1, ad esempio, pesa circa 21 volte di più del Sole, ma la sua superficie si estende soltanto per circa 124 chilometri. 

Le sfere sovradimensionate nascondono anche le distorsioni visibili, che sarebbero prodotte dagli effetti gravitazionali dei buchi neri. I diversi sistemi di buchi neri visualizzati, in cui sono inclusi Cygnus X-1 e GRS 1915, volano all’interno di questa fantasiosa animazione creata dalla NASA.

VIDEO:

FONTE:

https://www.nasa.gov/feature/goddard/2022/nasa-visualization-rounds-up-the-best-known-black-hole-systems

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