Alle 6.33 ora italiana, dopo 13 anni di viaggio la sonda statunitense New Horizons ha raggiunto il corpo celeste
MU69 2014, meglio conosciuto come Ultima Thule alla distanza di 6,4 miliardi di chilometri dalla Terra. E’ probabilmente l’oggetto cosmico più lontano e più antico mai esplorato dall’uomo e secondo il team della missione, lanciata nel 2006 per raggiungere il pianeta nano Plutone, può costituire una straordinaria porta d’accesso temporale per risalire alla formazione del Sistema Solare.
Ultima Thule è collocata nella fascia di Kuiper una regione del sistema solare che si estende dall’orbita di Nettuno (alla distanza di 30 UA) fino a 50 UA dal Sole. Si tratta di una fascia costituita da corpi minori del sistema solare esterna rispetto all’orbita dei pianeti maggiori, simile alla fascia principale degli asteroidi, ma 20 volte più estesa e da 20 a 200 volte più massiccia, inoltre, mentre la fascia principale è costituita in gran parte da asteroidi di natura rocciosa, gli oggetti della fascia di Kuiper sono composti principalmente da sostanze volatili congelate, come ammoniaca, metano e acqua.
Una telecamera a bordo della navicella spaziale è già puntata su Ultima Thule e darà agli scienziati un’idea sulla sua forma, e chiarirà anche se è una formazione unica o si tratta di più oggetti. Ogni contatto tra la sonda e la Terra impiega sei ore e otto minuti (12 ore e 15 minuti se si contano l’andata e il ritorno). Tra circa due ore sapremo se New Horizons è sopravvissuta all’avvicinamento fino a 3500 chilometri da Ultima Thule, in caso positivo i dati che inizieranno ad affluire saranno preziosi per conoscere non soltanto l’esatta natura di questo oggetto ma per comprendere meglio l’evoluzione e la genesi del sistema solare.
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