lunedì, Settembre 16

Nobel per caso

La storia della scienza è ricca di scoperte, anche di fondamentale importanza, fatte per caso o addirittura mentre si cercava o studiava altro. Per questi fortuiti accadimenti è stata coniata anche una parola specifica “serendipità“. Il termine deriva da una novella di Horace Walpole. Il racconto fa riferimento a una storia orientale di tre principi di Serendippo che iniziano a viaggiare alla ricerca di qualcosa, ma trovano poi tutt’altro. Da qui l’idea di serendipità come un processo in cui ci si fa una domanda di ricerca ma poi in modo inaspettato incontri qualcosa d’altro.

Un pò più raro è quando questa scoperta inattesa e anche non “compresa” dai fortunati scienziati e nonostante tutto gli venga tributato il massimo riconoscimento scientifico, il premio Nobel. È quello che accadde nel 1965 a due giovani radioastronomi, Arno Penzias e Robert Wilson che lavoravano all’epoca ai Bell Laboratories di Holmdel (New Jersey. I due stavano cercando di mettere a punto una grande antenna per le comunicazioni ma non riuscivano ad eliminare un persistente e fastidioso rumore di fondo.

Questo rumore era impossibile da localizzare, sembrava provenisse da ogni direzione e senza soluzione di continuità. Sia d’estate, che d’inverno. Penzias e Wilson spesero un anno intero per cercare di eliminarlo e fecero letteralmente di tutto. Disperati arrivarono perfino ad arrampicarsi sull’antenna parabolica, armati di scope e spazzoloni, e la ripulirono a fondo di quello che un articolo, uscito qualche tempo dopo, definì «materiale bianco dielettrico», più comunemente noto come merda di uccello. Non ci fu niente da fare, il rumore di fondo persisteva indisturbato.

Penzias e Wilson diversi anni dopo la loro scoperta di fronte all’antenna parabolica dei Laboratori Bell

Senza che i nostri per il momento sfortunati eroi sapessero niente, a poco più di cinquanta chilometri di distanza, alla Princeton University, un gruppo di ricerca coordinato da Robert Dicke, stava studiando lo stesso fenomeno che Penzias e Wilson combattevano, senza successo, da un anno. I ricercatori di Princeton seguivano una “pista” aperta negli anni Quaranta, da un geniale fisico di origini russe George Gamow, secondo il quale, se si fosse scrutato abbastanza in profondità nello spazio, si sarebbe rintracciata parte della radiazione cosmica di fondo lasciata dal Big Bang. Gamow aveva calcolato che, una volta attraversata la vastità del cosmo, le radiazioni avrebbero raggiunto la Terra ormai in forma di microonde.

George Gamow

Gamow aveva abbandonato l’Unione Sovietica nel 1934 stabilendosi alla George Washington University, dove pubblicò lavori con Edward Teller, Mario Schoenberg e Ralph Alpher. Gamow non si era limitato in un celebre articolo sulla cosmogenesi scritto con Ralph Alpher a teorizzare l’esistenza della radiazione cosmica di fondo ma in un articolo successivo suggerì uno strumento adatto a ricevere quel segnale: l’antenna dei Bell Laboratories che si trovava a Holmdel.

Ne i due radioastronomi dei Bell Laboratories né il gruppo di DIcke però aveva letto l’articolo di Gamow. E qui entra in gioco la serendipità, ridotti alla disperazione Penzias e Wilson telefonano a Dicke chiedendogli aiuto e descrivendo il rumore di fondo che li ossessionava. Per Dicke fu un colpo durissimo, quando abbassò il telefono disse ai suoi colleghi: <<Bene ragazzi ci hanno battuto sul tempo.>>

Poco tempo dopo, la prestigiosa rivista Astrophysical Journal pubblicò due articoli: uno di Penzias e Wilson che descriveva la loro esperienza con il rumore di fondo, e l’altro del gruppo di Dicke che ne spiegava la natura. L’articolo dei due “scopritori” dimostrava come non avessero capito che quello che stavano captando erano i primi fotoni dell’universo, che il tempo e la distanza avevano trasformato in microonde.

Secondo uno dei più famosi giornalisti scientifici statunitensi Dennis Overbye, i due compresero pienamente il significato di ciò che avevano scoperto solo dopo averlo letto sul New York Times. Non sappiamo se questa irriverente battuta che Overbye riporta nel suo libro “Cuori solitari del cosmo” corrisponda al vero, ma quello che invece sappiamo con certezza è che nel 1978, a Penzias e Wilson fu conferito il premio Nobel per la fisica.

Al grande Gamow che ne aveva teorizzato l’esistenza non rimase altro che essere citato nella storia della scienza.

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