Notturno di Isaac Asimov: una possibile soluzione al paradosso di Fermi?

Isaac Asimov (1920-1992) è stato uno dei più importanti e prolifici autori di fantascienza, oltre che biochimico e divulgatore scientifico. Tra i tantissimi racconti scritti dal grande scrittore ce ne uno in particolare, pubblicato nel 1941, “Notturno” (Nightfall), tradotto in italiano anche con il titolo “Cade la notte” che è stato proposto come una delle possibili soluzioni al Paradosso di Fermi.

Il pianeta Lagash è illuminato da sei soli (Alpha, una nana gialla simile al nostro Sole, Gamma, una nana rossa, Beta e Delta, un sistema binario di due stelle bianche di classe A o F, e un altro sistema binario di due stelle blu di classe A, B o O di cui non viene dato il nome) ed il Buio è sconosciuto. Il Culto, una setta religiosa, profetizza che l’Oscurità e l’apparizione delle Stelle annunceranno la fine del mondo.

In realtà l’orbita caotica di Lagash impedirebbe lo sviluppo di forme di vita complesse ma Asimov per ovvie ragioni letterarie postula che sul pianeta dove non cala mai la notte si è sviluppata una civiltà tecnologicamente avanzata. La vicenda inizia quando i fisici di Lagash scoprono la legge di gravitazione universale che permette agli scienziati di calcolare l’esatta posizione dei sei soli. Inoltre la scoperta permette di ipotizzare l’esistenza di una luna. La sua presenza è soltanto edotta visto che con sei soli, l’oscurità non cala mai sul pianeta.

Poi accade un evento imprevisto: un perfetto allineamento del satellite e delle sei stelle che provoca un eclissi totale ed il Buio scende su Lagash. Per la prima volta gli abitanti di quel mondo alieno vedono il cielo notturno.

Se esistesse un mondo simile a Lagash, l’astronomia non potrebbe svilupparsi, la luce eterna dei sei soli, impedirebbe di scoprire ed individuare altri pianeti ed altre stelle e di conseguenza un’accettabile comprensione dell’universo.

Anche se la situazione descritta nel racconto di Asimov è implausibile, ci possono essere altri limiti fisici che potrebbero impedire ad una specie aliena intelligente di esplorare il cosmo.

Cosa accadrebbe se i cieli nuvolosi fossero una condizione permanente di un pianeta? Oppure se una specie aliena intelligente si sviluppasse nei fondali di un oceano invece che sul suolo emerso o ancora nei pressi del nucleo galattico dove esiste una incredibile concentrazione stellare? Non importa quanto evoluta ed intelligente possa essere una civiltà extra terrestre se non ha, per condizioni ambientali, percezione dell’esistenza di altri pianeti e conseguentemente non emergerebbe neppure la ricerca di un contatto.

Tutto questo può essere una spiegazione convincente del Paradosso di Fermi? La risposta è lapidaria: no. Soltanto la nostra galassia contiene probabilmente mille miliardi di pianeti. Possibile che soltanto la Terra abbia una visione nitida della volta celeste? Bastano i numeri per derubricare questa soluzione del paradosso di Fermi tra quelli maggiormente improbabili.

E Notturno come finisce? Il bellissimo racconto di Asimov procede con gli occhi di un giornalista venuto ad indagare su un bizzarro pool di scienziati che ha previsto l’eclissi.  Quando la notte cala, l’isteria si diffonde sul pianeta e, come previsto, conduce ad una follia distruttiva ed omicida, mentre astronomi, scienziati e il giornalista rimangono nell’Osservatorio Astronomico per assistere all’eclissi.

Quando già si vede il sole cominciare a oscurarsi, la gente della città, guidata dai sacerdoti del Culto, si dirige verso l’Osservatorio. Le persone sono fuori di sé per il terrore dell’oscurità e per proteggersi da essa hanno anche appiccato numerosi incendi in città. L’opera si conclude con un finale aperto, ma che fa immaginare la fine della civiltà di Lagash.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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