I virus riescono a replicarsi all’interno delle cellule, invadendo così, con il loro materiale genetico attraverso i virioni, l’organismo con cui entrano a contatto. Ma come si formano i virioni?
A spiegarlo interviene uno studio, che grazie ai suoi risultati ha reso possibile la comprensione del complicato funzionamento dei virus. Lo studio è stato pubblicato su PLOS Pathogens.
I ricercatori hanno spiegato per la prima volta con quale metodo gli enterovirus, un genere di virus appartenente alla famiglia Picornaviridae, a cui appartiene anche il poliovirus, ossia il virus che provoca la poliomielite, e il rhinovirus, uno degli oltre 200 patogeni che causano il comune raffreddore comune, riescano a trasmettere il proprio materiale genetico, arrivando così a diffondersi nelle cellule e ad infettarle.
I virus non solo altro che dei parassiti obbligati, chiamati così perché non sono organismi capaci di trasformare il cibo attraverso il metabolismo, e neanche di riprodursi da soli. Per poter compiere queste azioni i virus sono obbligati ad entrare a contatto con le cellule di un organismo.
Dei virus, fin’ora, si sapeva che per potersi replicare dovevano formare delle copie del loro materiale genetico, i cosiddetti virioni, che di conseguenza venivano poi rilasciati nelle cellule vicine. Un aspetto non chiaro, che è stato scoperto dallo studio condotto dalle Università di Leeds e York, Gran Bretagna, e che risulta essere una novità assoluta, è con quale metodo i virioni riuscissero ad assemblarsi.
L’assemblaggio dei virioni
Lo studio condotto descrive, in maniera molto dettagliata, quale ruolo posseggono i cosiddetti segnali di packaging dell’RNA, ossia delle piccole sezioni di RNA, acronimo di acido ribonucleico, l’unico materiale genetico del virus che, insieme alle proteine contenute nell’involucro del virus, ossia il capside, partecipano alla creazione di un virione infettivo.
I ricercatori attraverso l’utilizzo di un microscopio elettronico, sono riusciti, per la prima volta, ad osservare il processo in atto dell’assemblaggio dei virioni. Inoltre, i ricercatori per poter condurre la ricerca si sono avvalsi di studi di biologia molecolare e matematica, che hanno consentito loro di identificare le possibili sezioni di RNA che agirebbero come segnali di packaging.
Partire dalla fonte
Peter Stockley, uno degli autori della ricerca, spiega che: “Questo studio cambia il nostro approccio con le malattie virali. Se riuscissimo a interrompere il meccanismo di formazione dei virioni, saremmo in grado di bloccare l’infezione prima che avvenga”.
I ricercatori ritengono che riuscire a comprendere in maniera dettagliata il funzionamento del processo, che sembra essere lo stesso per un’intera famiglia di virus, gli enterovirus, potrebbe consentire delle agevolazioni all’industria farmaceutica, che riuscirebbe così a sviluppare dei farmaci antivirali capaci di fermare queste interazioni, prevenendo l’insorgere delle malattie.
Fonte:
Una fonte nutritiva essenziale per il nostro organismo è costituita dagli zuccheri o carboidrati. Tra…
Troppo spesso leggiamo sui giornali o sui social network di alimenti o sostanze con mirabolanti…
L'evoluzione dei vegetali è stata lunga e complessa, con un passaggio fondamentale, quello dall'acqua alla…
Nell’ambito del programma Horizon Europe è stato finanziato, per il biennio 2024 e 2025, dalle…
La sonda spaziale Europa Clipper ha superato un traguardo fondamentale. Ciò porta la missione sulla…
Alberi killer Il suo appellativo è piuttosto minaccioso, “fico strangolatore”, e per certi versi si…