lunedì, Settembre 16

Omm: finalmente chiuso il buco dell’ozono di dimensione record in Antartide

Il buco dell’ozono, che è monitorato ormai da 40 anni, aveva preoccupato molto vista la crescita molto rapida avvenuta ad agosto dello scorso anno.

L‘Organizzazione mondiale della meteorologia, l’Omm-Wmo, ha comunicato che: “Il buco dell’ozono antartico da record del 2020, fortunatamente si è chiuso alla fine di dicembre, dopo aver vissuto una stagione eccezionale a causa delle condizioni meteorologiche naturali e della continua presenza di sostanze che riducono lo strato di ozono nell’atmosfera”.

L‘Omm ha anche ricordato che il buco dell’ozono aveva visto una crescita rapida da metà agosto dello scorso anno, raggiungendo il picco di circa 24,8 milioni di chilometri quadrati il 20 settembre, ricoprendo così gran parte del continente Antartico.

Il buco dell’ozono, che è stato registrato nel 2020, è stato causato da un vortice polare molto potente, stabile e con temperature particolarmente fredde nella stratosfera, lo strato dell’atmosfera situato tra i 10 e i 50 km di altitudine, che è riuscito a mantenere la temperatura dello strato di ozono costantemente fredda. In questo modo è stata impedita la miscelazione di aria impoverita di ozono sopra l’Antartide con l’aria ricca di ozono proveniente da latitudini più elevate.

L’Omm, spiega che tutti fattori meteorologici sopra elencati hanno influenzato il buco dell’ozono record nell’artico registrato nel 2020, una situazione che è entrata in contrasto con quella registrata nel 2019, decisamente più piccola e di durata molto più breve.

La riduzione avvenuta nello strato dell’ozono è direttamente legata alle temperature presenti nella stratosfera. Questa condizione avviene perché le nubi stratosferiche polari, che presentano un ruolo molto importante nella distruzione chimica dell’ozono, si formano solamente a temperature inferiori ai -78 ° C.

Le nuvole stratosferiche polari contengono al loro interno dei cristalli di ghiaccio che riescono a cambiare i composti non reattivi in composti reattivi, che possono riuscire a distruggere rapidamente l’ozono nel momento in cui la luce solare diventa disponibile per avviare le reazioni chimiche.

La dipendenza dalle nuvole stratosferiche polari e dalle radiazioni del Sole è il motivo fondamentale per cui il buco dell’ozono è visibile solamente in un periodo che va da fine inverno a inizio primavera. Le concentrazioni di ozono stratosferico presenti dai 20 ai 25 chilometri di altitudine, (50-100 hPa), per gran parte del 2020 sono arrivate a dei valori prossimi allo zero, con la profondità dello strato di ozono a partire da 94 unità Dobson, quindi circa un terzo del suo valore normale.

Oksana Tarasova, capo della divisione di ricerca sull’ambiente atmosferico dell’Omm, spiega che: “Le ultime due stagioni del buco dell’ozono hanno dimostrato la sua variabilità di anno in anno, e migliorato la nostra comprensione dei fattori responsabili della sua formazione, estensione e gravità”. Inoltre, aggiunge che: “Abbiamo bisogno di un’azione internazionale assidua per riuscire ad applicare il protocollo di Montreal, redatto per vietare tutte le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono”.

L’Omm sottolinea che quello vissuto è stato il buco dell’ozono più duraturo e uno dei più grandi e profondi dall’inizio del monitoraggio iniziato 40 anni fa. Il servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus dell’UE, ha rassicurato tutti dichiarando che le analisi dello strato di ozono hanno messo in evidenza che il buco dell’ozono si era richiuso già dal 28 dicembre.

Fonti:

https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/antartide-chiuso-buco-ozono-organizzazione-mondiale-meteorologia-02e5c58e-5bb7-4cd9-8ab3-d7496894ce46.html?fbclid=IwAR3U-eYN8cm1Ch9pIe5ZwW3XBgw2yp13Rih_ieyOi3BDfTlZii-ATFDV4e0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights