Perseverance comincia la ricerca scientifica su Marte. Il rover a sei ruote si sta dirigendo verso sud per poter esplorare attentamente il fondale del cratere Jezero. Sarà qui che ricercherà segni di un’antica vita microbica.
Il rover Perseverance della NASA, il 1° giugno ha dato inizio alla fase scientifica della sua missione, lasciando il sito di atterraggio “Octavia E. Butler”. Perseverance, fino a poco tempo fa, è stato sottoposto a dei test di sistema, e aveva come obiettivo quello di supportare il mese di test di volo dell’elicottero Ingenuity.
Il team della missione, durante le prime settimane della ricerca scientifica, dovrà dirigersi verso un punto panoramico basso. Sarà da qui che lo strumento dovrà rilevare alcune delle più antiche caratteristiche geologiche del cratere Jezero. Inoltre, dovrà verificare e comunicare le capacità finali dei sistemi di autonavigazione e di campionamento.
Perseverance, il 1° giugno ha completato la sua fase di messa in servizio. Il rover aveva già precedentemente testato il suo strumento MOXIE, ossia il generatore di ossigeno, e condotto i voli dimostrativi dell’elicottero Ingenuity. Le telecamere del Perseverance, fino ad oggi, hanno immortalato più di 75.000 immagini e i suoi microfoni hanno registrato i primi suoni di Marte.
Jennifer Trosper, project manager di Perseverance, presso il Jet Propulsion Laboratory, della NASA, nel sud della California, ha spiegato che: “Stiamo concludendo la fase di messa in servizio del rover e lasciando alle spalle il sito di atterraggio, così da procedere nella fase successiva”.
Jennifer Trosper, continua spiegando che: “Il Perseverance, nei prossimi mesi, esplorerà un’area di 4 chilometri quadrati sul fondo del cratere. Ed è proprio da questa posizione che verranno raccolti i primi campioni di Marte, che poi, grazie ad una futura missione, verranno portati sulla Terra”.
Gli obiettivi scientifici della missione sono analizzare la regione di Jezero, per poter comprendere la geologia e l’abitabilità passata dell’ambiente nell’area. Inoltre, dovrà cercare segni di antica vita microscopica.
Il team identificherà e raccoglierà i campioni di roccia e dei sedimenti più convincenti, che poi verranno trasportati grazie ad una futura missione sulla Terra per effettuare uno studio più dettagliato. Perseverance, dovrà anche raccogliere delle misurazioni e testare le tecnologie, che verranno poi utilizzate per supportare la futura esplorazione umana e robotica di Marte.
Questa prima ricerca scientifica ha come obiettivi quello di esplorare due unità geologiche, che presentano gli strati più profondi e più antichi di roccia esposta del cratere Jezero.
La prima unita è stata denominata “la superficie del cratere fratturato ruvido”. L’unità adiacente, invece, è stata chiamata “Séítah”, che significa letteralmente “in mezzo alla sabbia” in lingua Navajo. Questa presenta una buona quantità di rocce marziane. Inoltre, è anche sede di creste, rocce stratificate e dune di sabbia.
Kevin Hand, del JPL, astrobiologo e co-conduttore, insieme a Vivian Sun, di questa ricerca scientifica, ha spiegato che: “Per pianificare l’esplorazione delle unità geologiche, insieme al team, abbiamo creato una versione marziana di mappa. Abbiamo pianificato il nostro percorso, inserendo deviazioni opzionali, aree di interesse etichettate e potenziali ostacoli”.
La maggior parte delle difficoltà presenti lungo il percorso dovrebbero presentarsi sotto forma di dune di sabbia situate all’interno dell’unità Séítah. Il team del rover, per poterle evitare, ha deciso di far muovere il Perseverance, principalmente sul Crater Floor Fractured Rough o lungo la linea di confine tra esso e Séítah.
L’obiettivo della ricerca è poter stabilire quali sono i luoghi che meglio raccontano la storia dell’ambiente e della storia geologica del cratere Jezero. Il team, una volta individuata la giusta posizione, comincerà a raccogliere i campioni.
Kevin Hand, ha dichiarato che: “Partire dalle unità geologiche Crater Floor Fractured Rough e Seitah ci consente di iniziare la nostra esplorazione di Jezero fin dall’inizio. Questa zona era sotto almeno 100 metri di acqua 3,8 miliardi di anni fa. Non sappiamo quali storie ci racconteranno le rocce e gli affioramenti stratificati, ma siamo entusiasti di iniziare”.
La prima campagna di ricerca scientifica sarà completata quando il rover tornerà al suo sito di atterraggio. Il Perseverance, a quel punto, avrà viaggiato tra i 2,5 e i 5 chilometri. In questa fase il rover dovrebbe riuscire a riempire fino a otto dei 43 tubi campione con la roccia e la regolite di Marte.
Perseverance, successivamente, viaggerà verso nord e poi a ovest verso il luogo della sua seconda campagna di ricerca scientifica, ossia la regione del delta di Jezero. Il luogo in questione potrebbe essere particolarmente ricco di carbonati, minerali che, almeno sulla Terra, riescono a preservare segni fossili di vita antica e possono essere associati a processi biologici.
Un obiettivo chiave per la missione di Perseverance su Marte è l’astrobiologia, inclusa la ricerca di segni di antica vita microbica. Il rover caratterizzerà la geologia del pianeta e il clima passato, aprirà la strada all’esplorazione umana del pianeta rosso e sarà la prima missione a raccogliere e nascondere rocce e regolite marziane.
Video:
Per ulteriori informazioni su Perseverance è possibile visitare:
mars.nasa.gov/mars2020/
nasa.gov/perseverance
Fonte:
https://www.nasa.gov/feature/jpl/nasa-s-perseverance-rover-begins-its-first-science-campaign-on-mars
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