Scienza

Piante di ieri, piante di oggi

L’evoluzione dei vegetali è stata lunga e complessa, con un passaggio fondamentale, quello dall’acqua alla terra ferma, caratterizzato da cambiamenti notevoli. Innanzitutto il sostegno, l’ancoraggio al suolo, l’assunzione di acqua e sali minerali dal terreno, lo svolgimento della fotosintesi. Per questo adattamento le piante hanno sviluppato organi specifici: fusto, radici, foglie, oltre a strutture adatte alla protezione dei gameti ed embrioni.

Piante primitive

Le prime piante vascolari (dotate di tessuti capaci di trasportare le linfe) risalgono al Siluriano, che va da circa 443 a 416 milioni di anni fa. Le più antiche sono state la Beragevanthia (Australia) e la Cooksonia, nell’emisfero settentrionale. Questa possedeva una struttura molto semplice, ridotta ad uno stelo che si biforcava in uno o più rami a forma di Y.

Gli alberi più antichi scomparsi

Tra gli alberi più antichi, nel corso del Devoniano, di cui sono stati trovati dei fossili, in un deserto settentrionale cinese, vi è la Cladoxylopsida, alta fino ad una dozzina di metri e dal tronco assai sottile, con diametro basale di circa mezzo metro. La sua struttura era molto diversa da quella degli alberi odierni, che sono dotati di legno (xilema) per il trasporto di linfa grezza e di floema (più esterno), per quello di linfa elaborata, oltre al midollo al centro. Infatti la loro parte centrale era cava, con lo xilema limitato a circa 5 cm sotto la corteccia, dai molti fasci, ognuno dotato di anelli di accrescimento.

Un albero resiliente

L’albero più antico ancora presente sulla Terra, al contrario degli altri estinti, è il Ginko biloba, che venne scoperto nel 1691 dal tedesco Kaempfer, che ne portò i semi in Europa. Caratteristiche le sue belle foglie a ventaglio, con due lobi, da cui il nome: verde chiaro nei mesi più freddi, più scure d’estate e dorate in autunno. I frutti, grandi e carnosi, hanno però un gusto piuttosto sgradevole.

Quest’albero, che è stato il primo a sviluppare nuove foglie dopo il disastro causato dal lancio della bomba atomica su Hiroshima, può arrivare ai 40 metri di altezza ed è diffuso in parchi e giardini. Tollera bene i gas inquinanti emessi in città, in particolare il Biossido di Azoto. Sono diversi e importanti i suoi usi medicinali: combatte le vertigini, il ronzio auricolare e il morbo di Alzheimer, in quanto migliora la circolazione sanguigna e l’afflusso di sangue al cervello. Inoltre contiene una gran quantità di antiossidanti, proteggendo così le fragili pareti dei capillari e riducendo i rischi di embolia.

Conclusioni

Le piante terrestri nel corso del tempo hanno dovuto fronteggiare, oltre alla sopravvivenza quotidiana, numerosi problemi, derivanti dai cambiamenti ambientali, con particolari accorgimenti e modifiche strutturali, che ad una parte di loro ha permesso di arrivare fino a noi, dopo milioni di anni. Eppure gli attuali sconvolgimenti climatici, la crescente urbanizzazione, gli incendi ed il taglio indiscriminato mettono in pericolo la loro esistenza in varie zone del mondo.

Dante Iagrossi

Dante Iagrossi, nato nel 1955 e residente a Caiazzo (Caserta), dopo la laurea in Fisica, ha insegnato Matematica e Scienze, nelle scuole medie. Realizza vari lavori didattici (presentazioni, ebook, mappe concettuali e video) su argomenti scientifici. Numerosi gli articoli divulgativi pubblicati in rete. Ha tenuto alcune lezioni presso sedi di Unitre (Alife e Caserta) sul mondo vegetale e quello animale. Ha infine pubblicato un libro sulle varie capacità animali, fisiche, intellettive, pratiche ed emozionali, “Cervello di corvo, cuore di elefante”, (ed. Ikone, 2023) in cui compaiono anche confronti con comportamenti umani, diffuso gratuitamente nelle scuole.

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