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Piccoli assassini crescono

La stragrande maggioranza dei batteri è totalmente inoffensiva o addirittura benefica per la salute umana. Questo dato però non deve incoraggiarci troppo e anche se, probabilmente soltanto un microbo su 1000 è patogeno per l’uomo, quello che possono fare i batteri “cattivi” è altamente inquietante.

Nel mondo occidentale i batteri sono al terzo posto tra le cause di morte e anche quelli che non sono letali, provocano malattie spesso debilitanti. Quali sono i vantaggi della malattia per questi microrganismi che invadono il corpo umano? Innanzi tutto vomito, starnuti, diarrea sono tutti sintomi utilissimi per la loro diffusione e quindi in ultima istanza per la loro sopravvivenza. Grazie a queste manifestazioni tipiche di molte malattie i batteri sono in grado di passare da un ospite ad un altro.

Quando non è possibile ricorrere ai sintomi di una certa malattia molti batteri utilizzano provvidenziali “taxi” in grado di trasportarli da una persona infetta ad un’altra da infettare. È il caso della zanzara, in grado di trasportare con il suo pungiglione il sangue infetto ad un nuovo ospite e di inocularlo direttamente nel sangue anticipando così l’intervento del sistema immunitario. Molte gravi malattie come malaria, dengue, encefalite, west nile, febbre gialla sono prodotte dalla puntura di una zanzara infetta.

L’HIV, in questo caso si tratta di un virus, per adesso, fortunatamente non sopravvive ai processi metabolici dell’insetto. Se mai riuscirà ad aggirare questo processo, i casi di AIDS si innalzerebbero vertiginosamente. Quando un batterio però uccide troppo velocemente il suo ospite non fa un buon servizio a se stesso. La storia della medicina è ricca di malattie misteriose e letali che insorgono e poi spariscono nel nulla con una certa rapidità. Questa eventualità è dovuta al fatto che se l’ospite infettato muore troppo velocemente, la stessa fine la fa il batterio killer.

Un esempio classico è la febbre miliare inglese una malattia infettiva che provocava febbre acuta e prolungata, associata a eruzioni cutanee simili alla granella del cereale miglio, da cui miliare, e che poteva portare alla morte. Imperversò a più riprese tra il 1445 e il 1552 per poi scomparire improvvisamente. In realtà però, in molti casi, le sofferenze indotte dalla malattia e persino il suo esito letale, più che al patogeno stesso sono da attribuire ad un’eccessiva risposta del nostro organismo alla sua aggressione.

In altre parole il sistema immunitario nel suo tentativo di debellare il batterio responsabile dell’infezione distrugge anche cellule sane oppure danneggia tessuti importanti. Un esempio recente di questa eventualità è la tempesta di citochine che può insorgere nel caso di infezione da Covid19. Proprio per far fronte alla presenza di innumerevoli micro organismi patogeni, batteri e virus, il nostro corpo è dotato di una gran varietà di globuli bianchi, circa 10 milioni tipi, ciascuno dei quali fatto apposta per identificare e distruggere un particolare tipo di invasore.

Il sistema immunitaria produce solo pochi “esploratori” per tipo che hanno il compito di pattugliare il nostro organismo in cerca di agenti patogeni. Quando un agente infettivo, un antigene, viene riconosciuto gli esploratori inviano un segnale al sistema immunitario per la produzione immediata di rinforzi adeguati all’aggressione. Mentre l’organismo produce questi anticorpi, la persona infetta sta male e manifesta la sintomatologia tipica della specifica infezione.

I batteri killer hanno due strategie per cercare di evitare l’annientamento. La prima è quella di colpire velocemente, non dando tempo agli anticorpi di prevenire la malattia e poi trasferirsi rapidamente, attraverso il contagio ad un’altra persona. È il caso dell’influenza stagionale. Oppure possono mascherarsi in modo che i globuli bianchi non siano in grado di riconoscerli e attaccarli.

Una delle cose più strane delle infezioni batteriche è che micro organismi normalmente innocui finiscono nella parti sbagliate del corpo umano producendo danni gravissimi e financo la morte. Succede di continuo nei traumi gravi (incidenti d’auto, cadute, etc.), dove i feriti riportano lesioni interne e microbi che di norma non sono patogeni finché risiedono nell’intestino, in altre parti del corpo, provocano danni terribili.

L’infezione batterica più letale conosciuta è la fascite necrotizzante, una forma particolare e rara di infezione degli strati profondi della pelle e dei tessuti sottocutanei, che si espande rapidamente attraverso la componente molle del tessuto connettivo che permea il corpo umano (fascia). In altre parole i batteri divorano dall’interno la vittima, lasciando una poltiglia tossica. L’unica possibilità di sopravvivenza è un intervento chirurgico tempestivo che porta all’amputazione degli arti coinvolti nel processo infiammatorio. Solitamente, questi interventi lasciano grandi ferite aperte, per coprire le quali si deve successivamente procedere a trapianti di pelle e di tessuto. La mobilità può risultarne gravemente compromessa.

Per combattere gran parte di questi batteri killer l’arma migliore é l’uso di appropriati antibiotici, ma come abbiamo visto, in una serie di precedenti articoli, l’abuso di questi farmaci ha portato alla selezione di un numero sempre più grande di patogeni resistenti agli antibiotici, tanto che la morte per infezione nosocomiale è una dei fattori di decesso più diffusi degli ultimi anni.

Per saperne di più:

I super batteri sono tra noi

I dominatori della Terra

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Bryson, Bill. Breve storia di (quasi) tutto

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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