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Quando Picasso comprò un quadro di una scimpanzé…

Facendo scorrere su di un foglio di carta un semplice “bastoncino con la punta”, aveva notato che restavano strani segni. Da allora Alfa, una scimpanzé dei laboratori Yerkes ci prese gusto, appartandosi ogni tanto in un angolo della sua gabbia per tracciare altri suoi “scarabocchi”.

Invece diversi anni dopo Betsy, una scimpanzé dello zoo di Baltimora, imparò divertendosi a spalmare colori con le dita: i suoi quadri piacquero parecchio alla gente e furono addirittura venduti!

Gli scimpanzé allevati dai coniugi Gardner, ad appena tre o quattro mesi di vita, si mostrarono propensi al disegno. Rispetto ai casi precedenti, dove non vi era una ricerca di forme, loro, sia pure in modo grossolano e persino fantasioso, tracciavano fiori ed uccelli!

Il grande etologo Desmond Morris, autore del best seller “La scimmia nuda”, volle stimolare l’arte in una giovane scimpanzé adottata. Prima con la matita ottenendo grovigli di linee, che lei poi osservava con ammirazione. In seguito le fornì pennelli e colori, che Congo imparò presto ad utilizzare. In tutto riuscì a terminare circa 400 opere, tra disegni e dipinti.

Le opere esposte di Congo (e Betsy) furono elogiate da grandi pittori, come Mirò e Dalì; addirittura Picasso comprò un quadro di Congo! Alcuni suoi dipinti furono venduti a circa 15.000 sterline, e ritenuti da qualcuno quasi sullo stesso piano dei quadri di Pollock, massimo esponente dell‘Espressionismo astratto.

A produrre opere “artistiche” non sono soltanto certe scimmie, in particolare femmine, ma anche elefanti, cavalli, cani e persino leoni marini. Cholla, un cavallo mustang-quarter, dal carattere ribelle, tanto da essere chiamato come un cactus spinoso, una volta che la sua padrona, che dipingeva la staccionata di casa, gli mise in bocca un pennello, cominciò a sua volta spennellare. Poi, con tanto di cavalletto e colori, riempiva le tele di tracce colorate diritte, arrotondate o puntiformi. Si entusiasmava a tal punto da nitrire e battere gli zoccoli, per molto tempo, rifiutando persino il cibo.

Se casualmente faceva cadere un colore, richiamava a suo modo attenzione per riprenderlo. Una femmina adulta di elefante, Hong, è stata in grado di realizzare addirittura immagini non astratte. Infine l’artista animale attualmente più quotata è Pigcasso, una scrofa di sei anni, di duecento chili, salvata in extremis dal macello da Joanne Lefson, a sua volta artista, sudafricana e ambientalista. Un suo quadro, dalle belle sfumature azzurre, “Wild and free” è stato venduto di recente per più di 23.000 euro.

Il metodo adoperato è apprendimento per rinforzo positivo, associando una certa azione ad un premio alimentare o gratificazione. Si crea così una precisa forma di collaborazione tra la donna e il maiale: la prima sceglie i colori, l’altro prende il pennello con la bocca, lo intinge e poi lo muove attentamente e vigorosamente sulla tela. Alla fine, ogni opera è firmata con la punta del naso di Pigcasso! I soldi raccolti con queste opere, vendute on line insieme ad altre attività, sono devoluti ad un’associazione umanitaria che vuole evidenziare in particolare gli effetti dannosi degli allevamenti intensivi sul benessere animale.

Le attività artistiche animali possono essere dovute ad addestramento, casualità, ma anche spontaneità, in ambienti dotati di certi strumenti. Ogni animale ha poi un certo stile personale, che dipende dal suo carattere, stato emotivo, ed età.

Da notare che mentre gli artisti umani sono arrivati all’astrattismo dopo molti secoli di figuratismo, gli animali invece sono partiti proprio dall’astrattismo, con opere che a volte non si distinguono da quelle di artisti ben più noti e quotati.

(Iagrossi Dante)

Foto da Pinterest:

opera di Congo; Pigcasso, mentre dipinge

VIDEO su Pigcasso:

https://www.youtube.com/watch?v=7AW5w8voios

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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