Finalmente giungono i primi studi sperimentali sulla persistenza del nuovo coronavirus sulle superfici degli oggetti. I primi risultati sono in linea con quanto conosciuto finora su questa famiglia di virus e sottolineano l’estrema contagiosità di questo agente patogeno.
Lo studio americano che chiarisce alcuni aspetti di questo quesito si basa sulla ricerca di particelle virali integre, le uniche in grado di infettare una persona. I ricercatori americani hanno collocato una quantità nota di virus su diverse tipologie di superfici. In particolare ne hanno analizzato quattro: rame, cartone, acciaio inossidabile e plastica.
L’esperimento è avvenuto ad una temperatura di 21-23° e con una percentuale di umidità del 40%, in modo da ricreare le condizioni tipo di un’abitazione domestica. I materiali più “inospitali” per il virus sono risultati essere il rame e il cartone con un dimezzamento della capacità infettiva in meno di due ore per il primo materiale e entro 5 ore abbondanti nel caso del secondo. Un abbattimento completo dell’infettività è stato osservato rispettivamente dopo le 4 ore per il rame e le 24 ore per il cartone.
Per contro sull’acciaio inossidabile la carica infettante risultava dimezzata solo dopo circa 6 ore, mentre ne erano necessarie circa 7 per dimezzarla sulla plastica. Questo dato si associava a un tempo decisamente più lungo, rispetto ai primi due materiali, per osservare un completo azzeramento dell’infettività: almeno 48 ore per l’acciaio e 72 per la plastica. Il rischio, quindi, diminuisce notevolmente con il passare delle ore ma non si annulla se non dopo qualche giorno.
Lo studio completo è consultabile sul sito Medical Facts, oppure cliccando direttamente qui: Studio infettività materiali.
Le risultanze di questo studio avvalorano la raccomandazione di lavarci accuratamente e frequentemente le mani quando tocchiamo queste superfici, in particolare in ambienti o con provenienza diversa da quella di casa nostra. Inoltre è buona abitudine sanificare spesso le superfici degli ambienti dove abitiamo per evitare contagi da materiali che come dimostrato anche da questo report sono concretamente possibili soprattutto nelle prime ore di deposito della carica virale.
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