lunedì, Settembre 16

Salvaguardare specie della Terra conservandole criogenicamente sulla Luna

Salvaguardare specie della Terra conservandole criogenicamente sulla Luna. Un team di scienziati ha ideato un piano per salvaguardare le specie terrestri in un biodeposito criogenico sulla Luna. Questo secondo una ricerca condotta da un gruppo guidato da scienziati dello Smithsonian, pubblicata la scorsa settimana.

Il piano concepito per salvare le specie in caso di catastrofe sulla Terra, sfrutta crateri permanentemente in ombra. Questi luoghi sarebbero quindi sufficientemente freddi da consentire la conservazione criogenica del materiale biologico senza ricorrere all’elettricità o all’azoto liquido.
L’articolo, pubblicato sulla rivista BioScience, si basa sul successo della crioconservazione di campioni di pelle di un pesce. La ricerca delinea un metodo per creare un biodeposito in grado di proteggere i campioni di altre specie.

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Salvaguardare specie della Terra: la ricerca

Mary Hagedorn, criobiologa ricercatrice presso lo Smithsonian’s National Zoo and Conservation Biology Institute (NZCBI) e autrice principale dello studio ha spiegato che: “Inizialmente, un biodeposito lunare avrebbe come obiettivo le specie più a rischio sulla Terra oggi. Ma il nostro obiettivo finale sarebbe quello di crioconservare la maggior parte delle specie sulla Terra”.

La ricercatrice continua spiegando che: “Ci auguriamo che condividendo la nostra visione, il nostro gruppo possa trovare altri partner per ampliare il dialogo, discutere minacce e opportunità e condurre le ricerche e i test necessari per rendere questo biorepository una realtà”. L’idea del biodeposito lunare trae ispirazione dal Global Seed Vault delle isole Svalbard, nell’Artico norvegese. Un luogo questo che conserva più di un milione di varietà di semi con l’obiettivo di salvaguardare la diversità delle colture.

Le cellule vegetali possano essere conservate in condizioni artiche, mentre quelle animali devono essere mantenute a temperature ancora più basse, almeno a -320 gradi Fahrenheit o -196 gradi Celsius, per poter essere conservate. Sulla Terra, per raggiungere le temperature richieste, sono necessari una fornitura di azoto liquido, elettricità e personale umano. Ma in caso di un disastro globale, la fornitura di uno qualsiasi di questi tre elementi potrebbe essere vulnerabile, mettendo a rischio il discusso biodeposito.

Salvaguardare specie della Terra

Mary Hagedorn e il suo team, per ridurre questo rischio, hanno pensato ad un modo per ottenere la crioconservazione in modo passivo, cosa impossibile sulla Terra ma possibile sulla Luna. Le regioni polari lunari ospitano crateri che, a causa del loro orientamento e della loro profondità, sono permanentemente in ombra e possono raggiungere temperature fino a -246 gradi Celsius (-410 gradi Fahrenheit). Il team ha quindi pensato a come bloccare le radiazioni che avrebbero danneggiato il DNA dei campioni. Per far ciò ha proposto di conservarli sottoterra o all’interno di una struttura con pareti realizzate con rocce lunari. Al momento sono necessarie ulteriori ricerche per studiare gli effetti dell’esposizione alle radiazioni sui campioni crioconservati, nonché gli effetti della microgravità.

Mary Hagedorn ha spiegato che: “Non stiamo dicendo cosa succederebbe se la Terra crollasse. Se la Terra venisse biologicamente distrutta, questo biodeposito non avrebbe importanza. Questo deposito è pensato per aiutare a compensare i disastri naturali e, potenzialmente, per aumentare i viaggi spaziali. La vita è preziosa e, per quanto ne sappiamo, rara nell’universo. Questo biorepository fornisce un altro approccio parallelo per conservare la preziosa biodiversità della Terra”.

Conclusioni

Rob Brooker, responsabile delle scienze ecologiche presso il James Hutton Institute in Scozia, che non è stato coinvolto nella ricerca, ha affermato che il documento “è un articolo interessante e provocatorio che evidenzia la perdita della biodiversità della Terra e la necessità critica di aumentare i nostri sforzi per la conservazione della natura”.

Il ricercatore continua spiegandoci che “Tuttavia, una delle principali preoccupazioni è che i costi e gli sforzi necessari per stabilire una tale risorsa sulla Luna sarebbero molto sostanziali e andrebbero a discapito degli sforzi di conservazione in corso, tra cui il rispetto degli impegni e dei piani internazionali esistenti per proteggere la natura”. Sally Keith, docente di biologia marina presso l’Università di Lancaster, non coinvolta nella ricerca, ha espresso preoccupazioni simili.

La ricercatrice ha spiegato che: “L’approccio offre un interessante esperimento mentale che potrebbe portare ad uno sviluppo tecnologico innovativo. Tuttavia, mi riesce difficile vederlo utilizzato nella lotta urgente per ridurre al minimo la rapida perdita di biodiversità. Le foreste, le barriere coralline e i laghi d’acqua dolce non potrebbero essere meglio conservati in questo momento, al costo del lancio di un razzo sulla Luna?

FONTE

https://edition.cnn.com/2024/08/05/science/cryogenic-repository-moon-scli-intl/index.html

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