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Satellite Aeolus dell’ESA sta rientrando in atmosfera

Satellite Aeolus dell’ESA sta rientrando in atmosfera. Il rientro del satellite avverrà in modo controllato. Il satellite dell’ESA Aerolus ha un rientro sulla Terra previsto per il 29 luglio, di quel che ovviamente rimarrà dello strumento. L’Agenzia Spaziale Europea ha iniziato il rientro controllato del satellite già ad inizio giugno. Questa è una operazione molto importante, sopratutto perché non era una operazione pianificata..

Il rientro controllato di un oggetto, che rientra dallo spazio, viene effettuato per determinare con maggiore precisione possibile il punto in cui eventuali detriti arrivano sulla superficie. Con questo metodo è possibile dirottare il satellite verso un impatto che solitamente avviene nell’Oceano Pacifico. La scelta di questo luogo riduce notevolmente il pericolo di danni a cose o persone.

Il rientro, per la maggior parte dei satelliti lanciati in atmosfera terrestre bassa, è obbligatorio, ma non è quasi mai controllato, dato che oggetti di piccole dimensioni è quasi impossibile che possano sopravvivere all’impatto con l’atmosfera.

Il satellite Aeolus

Aeolus, con una massa di 1360 kg, potrebbe arrivare, ma solo alcune piccole parti, fino alla superficie terrestre. L’ESA ha deciso di utilizzare gli ultimi kg di propellente a bordo del satellite per effettuare delle manovre correttive. La prima di questa è avvenuta lo scorso 24 luglio, una manovra che ha abbassato l’orbita fino a 280 km di quota. Una seconda manovra sarà eseguita il 28 luglio, e abbasserà la quota da 150 km a 120 km. Sarà qui che inizierà a bruciare e a rientrare. Il satellite, quando si troverà ad 80 km di quota dovrebbe essere quasi completamente bruciato.

Ma per quale motivo rientra il satellite Aeolus? Il satellite è stato lanciato dall’Agenzia Spaziale Europea il 22 agosto del 2018, con una vita operativa prevista di tre anni, che è poi stata superata di oltre 18 mesi. Il satellite è infatti ancora funzionante, ma il propellente a bordo andava esaurendosi molto in fretta.

L’ESA, invece di lasciarlo operativo e raccogliere dati fino all’ultimo momento, per poi farlo divenire un detrito in orbita in balia di un rientro incontrollato, ha deciso di terminare le operazioni prematuramente, il 30 aprile. Gli ultimi kg di propellente rimasti sono stati usati per le due manovre correttive previste.

Il satellite Aeolus: i dettagli del rientro

Aeolus ha quindi subito una riduzione della vita scientifica di alcuni mesi, un periodo che per un progetto di così grande successo come questo, non è banale. La rinuncia dell’ESA è quindi una scelta dettata dalla responsabilità e attenzione che l’agenzia impone sulla questione dei detriti in orbita.

La scelta del rientro prematuro, nonostante non rappresenti un vero e proprio rischio, è sicuramente un esempio e un messaggio che l’ESA vuole mandare sulla gestione dei rientri dall’orbita. Aeolus, trovandosi in orbita terrestre molto bassa, più precisamente a 320 km di quota, era già soggetto all’attrito con gli strati più alti dell’atmosfera.

Inoltre, la frequenza di tempeste geomagnetiche solari degli ultimi mesi, ha portato ad un aumento della densità degli strati superiori dell’atmosfera, aumentando di conseguenza l’attrito sul satellite. Per tutte queste condizioni il satellite sarebbe rientrato da solo nel giro di pochi mesi.

Il satellite Aeolus: ulteriori informazioni

Aeolus è un progetto nato come dimostratore tecnologico all’interno del programma Earth Explorer dell’ESA. Il satellite avrebbe dovuto dimostrare la fattibilità di un nuovo sistema laser per lo studio dei venti dall’orbita terrestre bassa, l’Atmospheric Laser Doppler Instrument, o ALADIN.

Il funzionamento di Aeolus è stato talmente soddisfacente, che è stato promosso molto presto a satellite operativo. I suoi dati hanno permesso di studiare i venti, a livello globale, con una precisione mai raggiunta, e garantito un miglioramento sensibile di diversi modelli meteorologici.

La particolare orbita molto bassa di questo satellite, nel 2019, gli ha permesso un incontro ravvicinato con uno Starlink in fase di ascesa, strumenti operativi a 550 km circa. Questo è stato uno dei primi eventi di incontro fra satelliti operativi e quelli delle mega-costellazioni internet. L’evento ha aperto diversi dibattiti, oltre che ricerche di soluzioni che ormai sono diventate frequenti e quasi normali.

FONTE:

Fabiana Leoncavallo

Laureata in architettura, mi ritengo una persona piuttosto poliedrica. Grande appassionata di scienze, astronomia, storia, letteratura, cinema e serie tv, tutti argomenti che amo descrivere nei miei articoli, che si basano su ricerche valide. Inoltre, amo molto effettuare studi sulla natura, sugli animali, sui cambiamenti climatici, sulla salute e l’alimentazione.

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