giovedì, Settembre 19

Scoperta la presenza di venti e correnti su delle nane brune

Un team di ricercatori dell’università dell’Arizona ha individuato la presenza di strisce su delle nane brune situate molto vicine alla Terra. Ciò suggerisce che sono presenti dei processi che riescono a far muovere l’atmosfera all’interno degli oggetti celesti individuati.

Le nane brune sono degli oggetti celesti molto particolari, perché non sono ne delle stelle vere e proprie, ne dei pianeti. Questi oggetti presentano una grandezza simile a quella di Giove, ma risultano essere decisamente molto più massicci. Infatti, in confronto alle stelle di piccole dimensioni, le nane brune sono molto meno massicce, per questo motivo i loro nuclei non possiedono una pressione in grado di fondere gli atomi.

Le nane brune, inizialmente, presentano delle temperature calde che poi vanno a diminuire molto gradualmente. Inoltre, emettono una luce molto debole che durante la loro vita va lentamente attenuandosi, per questo motivo sono molto difficili da individuare.

Daniel Apai, ricercatore dell’UArizona e professore associato presso il Dipartimento di Astronomia e Steward Observatory e il Lunar and Planetary Laboratory, ha dichiarato che: “Una domanda che ci stiamo ponendo è se le nane brune somigliano molto a Giove, a causa della presenza di cinture regolari e bande modellate da grandi getti longitudinali paralleli, oppure se sono oggetti in continua evoluzione con la presenza di gigantesche tempeste, simili ai vortici individuati su Giove”. Daniel Apai, autore principale di un nuovo studio pubblicato oggi su The Astrophysical Journal, sta cercando di rispondere al quesito attraverso una nuova tecnica.

Daniel Apai, insieme al suo team grazie agli studi effettuati, è riuscito a scoprire che le nane brune sembrerebbero molto simili a Giove. Infatti, i modelli atmosferici hanno riscontrato la presenza di venti molto veloci, che corrono paralleli agli equatori.

I venti presenti sulle nane brune sono in grado di mescolare l’atmosfera, ridistribuendo così il calore che fuoriesce dalla parte più interna di questi oggetti celesti. Inoltre, i vortici presenti su di esse dominano le regioni polari, esattamente come accade su Giove.

Daniel Apai, ha spiegato che alcuni modelli creati sono riusciti a predire la situazione atmosferica presente sulle nane brune, dei dati che comprendono anche i modelli di Adam Showman, un professore dell’UArizona Lunar and Planetary Laboratory e leader per quanto riguarda questa tipologia di ricerche delle nane brune.

Daniel Apai, ha dichiarato che: “I modelli riferiti al vento e la circolazione atmosferica su larga scala, hanno spesso degli effetti molto profondi sulle atmosfere planetarie, dal clima terrestre a quello di Giove. Adesso siamo a conoscenza che gli eventi atmosferici riescono a modellare anche l’atmosfera delle nane brune. Grazie a queste informazioni adesso siamo in grado di sapere come i venti soffiano e come riescono a ridistribuire il calore sulle nane brune. Inoltre, attraverso lo studio si potrà riuscire a comprendere meglio i loro climi, le temperature estreme e la loro evoluzione”.

Il gruppo di Apai a UArizona è leader mondiale per quanto riguarda la mappatura delle atmosfere presenti sulle nane brune e dei pianeti al di fuori del sistema Solare. La ricerca effettuato dal team è stata effettuata con l’utilizzo di telescopi spaziali della NASA, il Transiting Exoplanet Survey Satellite, o TESS. Le due nane brune scoperte sono state denominate Luhman 16 A e B, di cui la prima è circa 34 volte più massiccia di Giove, mentre la seconda è circa 28 volte più grande di Giove.

Daniel Apai, ha spiegato che: “Il telescopio spaziale TESS, nonostante sia stato ideato per ricercare i pianeti extrasolari, è riuscito a fornire dei dati incredibili su queste nane brune. Grazie agli algoritmi sviluppati siamo riusciti a ottenere delle misurazioni molto precise dei cambiamenti di luminosità durante la rotazione delle due nane brune. Attraverso la misurazione della luminosità di questi oggetti celesti e come cambia col tempo è stato possibile realizzare delle mappe delle loro atmosfere, un metodo che probabilmente in futuro potrà essere usato per riuscire a mappare i pianeti simili alla Terra”.

I risultati ottenuti dal team di ricercatori mettono in luce che c’è molta somiglianza tra la circolazione atmosferica dei pianeti del sistema solare e quella delle nane brune. Daniel Apai, insieme al suo team spera di poter esplorare i sistemi di tempeste e l’atmosfera presente sulle nane brune e nei pianeti extrasolari, per riuscire a migliorare la comprensione della caratteristiche atmosferiche presenti oltre il sistema Solare.

fonte:

https://phys.org/news/2021-01-jet-streams-closest-brown-dwarf.html

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