giovedì, Settembre 19

Scoperti pianeti extraterrestri che potrebbero ospitare la vita

La scoperta della nuova classe di pianeti, gli Hycean, accelera la ricerca della vita nel cosmo. Questi pianeti caldi e ricoperti da oceani, potrebbero probabilmente ospitare forme di microrganismi. Gli astronomi, per riuscire ad individuare forme di vita extraterrestre, cercano principalmente dei pianeti di dimensioni, massa, temperatura e composizione atmosferica simili alla Terra.

I ricercatori dell’università di Cambridge, invece, ritengono che possano esistere molte altre possibilità. In questo modo il team di ricerca ha individuato gli Hycean, dei pianeti caratterizzati da oceani e da atmosfere ricche di idrogeno. Questi oggetti, secondo i ricercatori, sono molto più numerosi, ma soprattutto sono più facilmente osservabili rispetto ai pianeti simili alla Terra.

La ricerca

Secondo la ricerca, pubblicata su The Astrophysical Journal, l’analisi di questa tipologia di pianeti potrebbe agevolare l’individuazione di biofirme al di fuori del nostro sistema solare entro pochi anni.

Il dott. Nikku Madhusudhan, dell’Istituto di Astronomia di Cambridge, che ha guidato la ricerca, ha spiegato che: I pianeti Hycean aprono una strada completamente nuova nella nostra ricerca di vita altrove”.

I principali pianeti candidati come Hycean individuati dai ricercatori, posseggono dimensioni maggiori e temperature più alte della Terra. Nonostante ciò, posseggono delle caratteristiche idonee per riuscire ad ospitare grandi oceani che al loro interno potrebbero supportare la vita microbica, molto simile a quella che si trova sulla Terra in alcuni degli ambienti acquatici più estremi.

I ricercatori ritengono che gli Hycean presentano anche una zona abitabile più ampia, rispetto ai pianeti simili alla nostra Terra. Sono moltissimi i pianeti, situati al di fuori del nostro sistema solare, che sono stati individuati da quando è stato scoperto il primo esopianeta quasi 30 anni fa.

Gli esopianeti

La maggior parte dei pianeti individuati presentano delle dimensioni comprese tra quelle della Terra e di Nettuno. Per questo motivo vengono spesso indicati o come “super-Terre” oppure come “mini-Nettuno”. Questi oggetti possono essere sia rocciosi che dei giganti di ghiaccio con delle atmosfere ricche di idrogeno, o anche qualcosa che lega entrambe le caratteristiche.

Gli studi precedenti hanno evidenziato che la pressione e la temperatura al di sotto delle loro atmosfere ricche di idrogeno, sarebbero troppo alte per riuscire a sostenere la vita.

Un recente studio, condotto sul mini-Nettuno K2-18b, dal team di Nikku Madhusudhan, ha scoperto che in alcune condizioni questi pianeti potrebbero supportare la vita. Il risultato ottenuto dalla ricerca ha scaturito un’ulteriore indagine sull’intera gamma di proprietà planetarie e stellari per cui queste condizioni potrebbero essere possibili.

La ricerca ha preso in considerazione quali tipi di esopianeti conosciuti possono soddisfare tali condizioni e se le loro biofirme potrebbero essere osservate. I ricercatori sono così giunti ad individuare i pianeti Hycean, con enormi oceani a livello planetario sotto atmosfere ricche di idrogeno.

I pianeti Hycean

I pianeti Hycean posseggono delle dimensioni maggiori di 2,6 volte la Terra e temperature atmosferiche fino a quasi 200 gradi Celsius, questo a seconda delle stelle che li ospitano. Le loro condizioni oceaniche, nonostante queste loro caratteristiche, potrebbero essere molto simili a quelle favorevoli alla vita microbica negli oceani della Terra.

Tra i mondi individuati sono presenti anche gli Hycean “oscuri”, dei pianeti che sono bloccati dalle maree, che quindi possono avere delle condizioni di abitabilità soltanto sui loro lati notturni permanenti, e mondi Hycean “freddi” che invece ricevono poche radiazioni dalle loro stelle. Questi pianeti sono molto numerosi nella popolazione nota di esopianeti. Nonostante ciò, non sono stati analizzati così attentamente come è successo invece per le super-Terre.

Conclusioni

I mondi Hycean risultano essere molto comuni, per questa ragione potrebbero essere dei luoghi molto promettenti in cui cercare la vita altrove. Le dimensione dei pianeti non bastano per farli rientrare nella categoria di Hycean. Per poter essere confermati servono anche altri aspetti tra cui la massa, la temperatura e le proprietà atmosferiche.

Gli astronomi, per poter determinare quali siano le condizioni su un pianeta distante molti anni luce, devono in primo luogo comprendere se l’oggetto è situato all’interno della zona abitabile della sua stella. Successivamente, devono individuare le firme molecolari per dedurre la struttura atmosferica e interna del pianeta. Queste caratteristiche determinano le condizioni della superficie, la presenza degli oceani e una potenziale vita.

I ricercatori si focalizzano su alcune tipologie di biofirme, che potrebbero indicare la possibilità di presenza di forme di vita. Tra queste ci sono sono l’ossigeno, l’ozono, il metano e il protossido di azoto, tutti elementi presenti sulla Terra. Inoltre, ci sono anche un’altra serie di biomarcatori, come il cloruro di metile e il dimetil solfuro, che sono sì meno abbondanti sulla Terra, ma possono essere degli ottimi indicatori della vita su pianeti con atmosfere ricche di idrogeno, dove l’ossigeno o l’ozono potrebbero non essere così abbondanti.

Nikku Madhusudhan, termina affermando che: “Essenzialmente, quando abbiamo cercato queste varie firme molecolari, ci siamo concentrati su dei pianeti simili alla Terra, un punto di partenza decisamente ragionevole. Noi però riteniamo che i pianeti Hycean, offrano una migliore possibilità di trovare diverse tracce di biofirme”.

FONTE:

https://www.globalscience.it/28817/hycean-modello-per-la-vita/

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