Musica e Spettacolo

Serena Brancale: la sua storia tra jazz e sperimentazione


A una settimana dalla fine del Festival di Sanremo, possiamo tirare le somme sulle figure di spicco che hanno gareggiato per aggiudicarsi il riconoscimento più prestigioso nell’ambito della musica leggera italiana.

Tra i vari artisti in gara – più o meno noti – una particolare scoperta ha attirato l’attenzione del grande pubblico: molti l’hanno conosciuta con il singolo Anema e Core presentato per l’occasione, ma il suo talento e la sua carriera vanno ben oltre il palco della Città dei Fiori.

Parliamo di Serena Brancale, cantante e musicista che affonda la sua identità musicale nel soul e nel jazz con una carriera decennale che l’ha vista collaborare con artisti di fama internazionale ed esibirsi nei più prestigiosi contesti d’Italia e del mondo.

A renderle onore – più che la ventiquattresima posizione nella classifica finale del Festival – ci pensa questo articolo a dimostrazione di come talento, passione e dedizione possano convergere nella figura incredibile di Serena Brancale.

Gli esordi e la formazione: una musicista prima che cantante

Serena BrancaleSerena Brancale

Serena Brancale nasce a Bari nel 1989 e cresce in una famiglia dedita alla musica e alle arti. Grazie alla passione del nonno per il jazz e della madre per il canto – la quale aveva aperto una propria scuola – è immersa nella musica fin da bambina.

Si avvicina ben presto alla musica classica studiando violino e pianoforte, insieme alla sorella maggiore Nicole Brancale, oggi docente di pianoforte presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari.
Parallelamente porta avanti studi di teatro e danza che la portano a essere scritturata per una parte a 14 anni nel film Mio Cognato di Alessandro Piva.

Nel 2009 partecipa alle selezioni di X-Factor Italia, dalle quali però viene scartata per un “no” di Simona Ventura. Da quest’esperienza – come ricorda Serena in diverse interviste – ne esce rammaricata, ma non demoralizzata.

Si iscrive così al conservatorio per studiare canto jazz e, rimboccandosi le maniche, prende parte alle prime collaborazioni nel progetto jazz/soul/funk chiamato Camera Soul con il quale registra gli album Words Don’t Speak (2011) e Not for Ordinary People (2013), che si aggiudica un posto nella classifica Uk Soul Chart per tre mesi.

Sempre nello stesso periodo forma il Serena Branquartet con cui si esibisce dal vivo in diverse rassegne e jazz club, proponendo brani inediti e non, tra nu-soul e jazz.

La Nuova Proposta di Sanremo 2015

Il 2015 è la volta della prima esperienza sanremese per la sezione Nuove Proposte con il brano Galleggiare, una ballad jazz dal carattere intimo e delicato, apprezzata da moltissimi aficionados del genere, ma che – purtroppo – il grande pubblico del tempo non comprese del tutto.

Nell’album omonimo registrato con la Warner Music Italy è presente anche Il gusto delle cose che, fino allo scorso anno, era in cima alla lista dei brani con più ascolti sul canale Spotify dell’artista. Qui si inizia a percepire tutta l’eredità musicale che Serena Brancale ha assimilato e poi fatto sua, lasciata dal suo idolo Pino Daniele.

Il groove, la franchezza di un testo scritto di getto, la spensieratezza che in realtà rivela un messaggio più profondo, sono tutte peculiarità che ricordano il funk italiano e che trasmettono un grande insegnamento: godere dei sapori di tutto ciò che la vita ci offre per rompere la monotonia della routine, altrimenti insipida e priva di gusto.

Tutti aspetti che il grande Pino avrebbe sicuramente apprezzato.

Così, dopo Sanremo, Serena parte in tour con Il Volo (2016) e con Mario Biondi (2017), calcando alcuni dei palchi più importanti nazionali e internazionali.

Processo di sperimentazione: Loop Station e Multipad

Questa esperienza sul campo – estremamente formativa – la porterà però a interrompere a fasi alterne gli studi di Conservatorio, che terminerà definitivamente nel 2023 presso il Conservatorio Casella dell’Aquila con la tesi In Bocca al Loop – esercizi pratici per timidi looper.

Da questa tesi è nato il manuale di studio In Bocca al Loop – esercizi vocali e strumentali pubblicato nel 2023 per avvicinare i musicisti all’utilizzo del looper, strumento che accompagna Serena Brancale da dieci anni durante tutte le sue performance.

Serena ha infatti sempre dimostrato una spiccata propensione per la sperimentazione musicale, rendendo l’uso della loop station e del multipad elementi distintivi delle sue performance dal vivo.

Questi strumenti le permettono di creare arrangiamenti complessi in tempo reale, sovrapponendo strati vocali e strumentali che danno vita a un’esperienza sonora ricca e coinvolgente. La sua abilità nell’integrare l’elettronica con strumenti tradizionali, come tastiere e percussioni, evidenzia la sua natura poliedrica ed eclettica, capace di fondere generi e tecnologie diverse per creare un sound unico e personale.

Ecco una ipnotizzante rivisitazione del brano I want you di Erykah Badu:

Una Vita d’Artista

Nel 2018 entra a far parte del roster di Isola degli Artisti, etichetta discografica e agenzia di management musicale diretta da Carlo Avarello.

In questo spazio, che si impegna a far crescere giovani artisti e a lanciare progetti originali nel panorama musicale, ha preso vita l’album vinile Vita d’artista (2019), progetto di stampo nu-soul che rappresenta Serena Brancale in tutto il suo estro.

Non si può pensare ad un unico genere musicale: in questo disco sono presenti funk, jazz, R&B, rap ed elettronica e una continua ricerca sonora che abbatte i muri del purismo musicale.

Viene definito un disco “démodé, ironico, romantico, ma spiccatamente groovy” e con una live session di due giorni in Svizzera, Serena Brancale ci presenta tutto il suo microcosmo di artista che narra la scompigliata bellezza di questo mestiere.

A completamento dell’opera, registrata volutamente con le modalità del passato, l’incisione su vinile, perché “la sacralità del vinile induce a chiudersi in una stanza col giradischi e vivere la musica come esperienza. Con un bicchiere di vino all’ascolto di Più della musica, ma pronto a scattare al ritmo di Come ti pare”.

Serena Brancale è accussì

Instancabile e sempre pronta a fare musica, nel 2022 ci delizia con l’album Je so Accussì un melting pot di sfumature tutte provenienti da un grande Sud, dalla terra natale pugliese, passando per Napoli e poi giù dritto fino al cuore dell’Africa.

In questo disco Serena rende omaggio con maturità e sensibilità al suo cantautore preferito Pino Daniele, reinterpretando i brani Viento ‘e Terra, Alleria e Je so pazz. Quest’ultimo vede la collaborazione d’oltreoceano del bassista e compositore Richard Bona di origini camerunensi, il quale nella seconda parte del videoclip ufficiale, viene ritratto mentre canta la sua “idea di follia” su “un groove diverso, discostato dal sound italiano, che rimanda a un’africa antica”.

“Nell’ultima parte della costruzione del brano ho preso coraggio e ho contattato chi non avrei mai pensato di conoscere nella vita: Richard bona, un artista che ha sempre cantato nella sua lingua come Pino Daniele, portando la sua tradizione sul palco in maniera pura e autentica come il nostro napoletano.”

Grazie a questa interpretazione, Serena viene notata dal celebre Quincy Jones che in un video la elogia e la considera ufficialmente dentro la “family”, ma all’interno del disco non mancano inediti degni di nota che trattano i temi che stanno più a cuore all’artista, con collaborazioni di tutto rispetto:

“Sono figlia della mia terra e la musica mi fa da colonna sonora da quando mia sorella studiava pianoforte e mia madre dirigeva un coro in chiesa. […] L’album raccoglie le facce della musica che amo e canzoni ‘girl power’ che svelano le voci femminili ospiti di questo progetto. Ho dedicato un omaggio alla mia terra in dialetto barese ricordandone le strade e i profumi. Tra un inedito e l’altro ho celebrato il mio cantautore preferito realizzando dei vestiti su misura per Je So’ Pazzo, Alleria e Viento ‘e Terra’ Non manca una canzone dal sapore anni ‘70 e un brano rivolto al futuro, augurando a tutti gli artisti contemporanei un nuovo rinascimento.”

Voglia di ballare

Per due anni Serena Brancale ha continuato a deliziarci con dei concerti in cui ha espresso il suo talento suonando tastiere, pad elettronici e percussioni, dedicando al suo pubblico momenti indimenticabili di solo dal carattere intimo e confidenziale, ma allo stesso tempo creativo e scatenato.

Tra il 2022 e il 2023 escono diversi singoli di inediti e cover, tra cui le interpretazioni di Vieni a ballare in Puglia di Caparezza e Andamento Lento di Tullio de Piscopo, entrambi con un’impronta ritmica che richiama il mondo caraibico ed elettronico, filtrata dal tocco sofisticato ed eclettico che caratterizza il suo stile.

Giunge poi il 2024, quando senza alcun preavviso fa uscire il primo febbraio – durante il Festival di Sanremo – un reel sulle sue piattaforme social.

Il video, girato in macchina con il mixer sui sedili posteriori, vede Serena nei panni di una cantante di baile funk che canta in dialetto barese, accompagnata dal produttore Dropkick_m maestro della tecnica del finger drumming, ovvero la creazione di suoni “tamburellando con le dita” per mezzo di una batteria elettronica generalmente chiamata drumpad.

Inutile dire che questo reel è diventato virale ed è letteralmente “esploso tra le mani” – come afferma Serena in un’intervista – superando di gran lunga le aspettative.

Amore a primo baile funk

Stiamo parlando di Baccalà, il brano filastrocca che in poco tempo ha fatto il giro del web, catapultando Serena Brancale sotto i riflettori di un pubblico molto più ampio rispetto a quello a cui era abituata.

Se fino a quel momento era conosciuta soprattutto negli ambienti jazz e soul, con questo singolo ha raggiunto una platea più ampia e variegata, conquistando anche ascoltatori lontani dalle sue radici musicali.

Un successo inaspettato, ma non senza controversie: il brano ha diviso l’opinione tra chi ha apprezzato l’energia e la freschezza dell’esperimento e chi, più legato alla sua anima jazzistica, ha storto il naso davanti a questa svolta ritmica e popolare.

Tuttavia, la genesi di Baccalà racconta molto dell’eclettismo di Serena: il pezzo è nato per gioco durante un viaggio in treno, quando ha sentito un brano di baile funk e, ispirata da quelle sonorità pulsanti, ha cominciato a improvvisare alcune frasi in dialetto barese. Il motivo? Il dialetto, con il suo suono diretto e musicale, si sposava perfettamente con il beat incalzante del genere brasiliano.

Ma al di là della sperimentazione sonora, Baccalà è un ritratto autentico di Serena Brancale: un’artista vivace, spontanea, con un’anima verace che oscilla tra raffinatezza musicale e ironia. La sua formazione colta e la sua passione per la musica di qualità non sono messe da parte, anzi: anche in un pezzo così leggero e disinvolto si riconosce la sua capacità di tenere insieme groove, tecnica e divertimento.

Il linguaggio colorito e le espressioni folkloristiche non sono un’eccezione, ma un tratto distintivo del suo modo di comunicare nelle canzoni più ironiche, sempre con naturalezza e senza filtri.

E in fondo, questa è Serena: un’artista che può affascinare e commuovere con una ballad soulful o scatenare una festa con un beat irresistibile, senza mai tradire se stessa.

“Qua c’è un grande problema, perché si pensa che quando ti laurei e diventi una cantante jazz queste cose non le puoi più fare. Questo è un grande problema: l’etichetta per cui se fai cose di un certo tipo, musica apprezzata, di nicchia, elegante, che ha valore e colta, non puoi fare altro.”

Una nuova fase

Il successo di Baccalà ha segnato l’inizio di una nuova fase per Serena Brancale, che ha continuato a esplorare queste sonorità moderne, ritmate e popolari con altri singoli altrettanto travolgenti.

Da La Zia a Stu Cafè, fino ad arrivare alla sua partecipazione a Sanremo 2025 con Anema e Core, Serena ha dimostrato di saper fondere groove contemporanei con il suo inconfondibile gusto armonico e jazzistico, senza mai perdere la raffinatezza che la contraddistingue.

Ma se c’è una certezza nella sua carriera, è che Serena Brancale non è un’artista che si ferma. Inarrestabile, curiosa, sempre pronta a sperimentare, continua a reinventarsi senza paura di mescolare stili, linguaggi e influenze.

E se il suo percorso finora ci ha regalato perle di altissimo livello, c’è da scommettere che il meglio debba ancora venire.

Per saperne di più:

Testo e significato di Anema e core

Virginia Villa

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