lunedì, Settembre 16

Sonno e sogni dell’uomo medievale

L’Uomo, fin dai tempi più antichi, si è interrogato sul significato del sogno e lo ha vissuto come un fenomeno importante tanto quanto la realtà quotidiana, illuminante la stessa realtà quotidiana.  Come dormiva l’uomo nell’Età di Mezzo e che rapporto aveva con i sogni? Possono sembrare domande oziose ma esplorare anche questa dimensione ci aiuta a comprendere come l’uomo medievale, sia per un verso straordinariamente vicino a noi e per l’altro, profondamente diverso. È inutile sottolineare come su queste materie (come su molte altre) le fonti riportano quasi esclusivamente le esperienze di nobili e chierici, ovvero delle classi dominanti, dotate mediamente di buona istruzione e cultura.

Il sonno dei bambini

Gli “esperti” del tempo si dividono sul sonno dei bambini, per alcuni è utile far dormire i pargoli tra un pasto e l’altro, ma altri si scagliano duramente contro questa pratica. Un medico della corte di Borgogna è lapidario: “Gli si impedisca di riposare durante la giornata, tranne forse d’estate”. Aggiunge che è auspicabile che il bimbo che ha meno di sei anni, dorma almeno una decina di ore di seguito. In diverse località francesi i bambini vanno a letto prima del pasto serale.

Il sonno dei monaci

Il riposo notturno dei monaci è scandito dagli uffici religiosi che le regole impongono. Secondo la regola di san Benedetto, i monaci devono alzarsi per gli uffici notturni, che d’inverno cadono nell’ora ottava, il che consente il riposo per più di metà della notte. D’inverno di fatto i monaci dormono un’ora in più, prima dell’interruzione, d’estate circa un’ora in meno.

Si tratta di un dovere faticoso che mette a dura prova soprattutto i monaci più giovani. C’è un gustoso aneddoto sul monaco coscienzioso che teme di non svegliarsi in tempo. Pietro il Venerabile, abate di Cluny nel XII secolo, narra la storia di frate Alger che, pensando di aver udito la campana dell’ufficio notturno, si sveglia, si guarda attorno e immagina di vedere gli altri letti vuoti, per cui corre in cappella. La trova vuota, immersa nel silenzio. Allora torna in dormitorio e trova i confratelli ancora addormentati. Capisce che il diavolo lo ha appositamente indotto a svegliarsi prima affinché impari a rimanere a letto fino a quando non suonerà davvero la campana.

L’insonnia

Una delle forme di insonnia che turbava maggiormente l’uomo medievale e di cui troviamo riscontro in numerose fonti è una parasonnia no-REM abbastanza rara: il sonnambulismo. Jean Froissard, poeta e cronista, nel 1338 ci racconta la storia stupefacente di Pierre de Béarn, fratello bastardo di Gaston. L’uomo è stato abbandonato da moglie e figli perché non c’è notte in cui, mentre dorme, non si alzi, afferri la spada e combatta selvaggiamente contro il vuoto. A moglie e figli sembra un invasato posseduto dai demoni.

Il sonnambulismo viene affrontato sia testi medici da quelli teologici fin dalla fine del XII secolo. Nelle Questions de maître Laurent, opera di influenza salernitana, ma redatta da un inglese verso il 1200, il redattore domanda: “Capita che alcuni uomini si alzino di notte e, dormendo, afferrino le armi o i bastoni, e montino a cavallo. Quale ne è la causa? E qual è il rimedio?”. Tutti i trattati escludono che il sonnambulismo sia collegato ai sogni.

Agli inizi del XIV secolo il sonno, o per essere più precisi, alcune manifestazioni del sonno, vengono demonizzate dalla Chiesa. Il canone Si furiosus del 1312 statuisce: “Se il furioso, o il bambino, o il dormiente mutilano o uccidono un uomo, da questo fatto non deriva alcuna irregolarità…”. In qualche misura la temporanea possessione dell’individuo avviene fuori dal controllo della sua volontà, è pertanto non si viene ritenuti responsabili per quello che si commette in questo particolare stato.

I rimedi per l’insonnia

L’uomo medievale non è disarmato per contrastare la difficoltà nel prendere e mantenere un sonno regolare. Per i bambini, nobili e ricchi, si usano oltre alle balie, donne “specializzate” nel cullarli per facilitare l’arrivo del sonno. Sembra che si preferisca un dondolio laterale rispetto allo spostamento avanti e indietro. Bartolomeo Angelico scrive che la nutrice deve anche divertire e rilassare il bambino con un canto.

I medici medievali consigliano di dormire a sufficienza e sono attenti anche alle posizioni che si assumono durante il riposo notturno. Aldobrandino da Siena dice che “dormire a rovescio è male, poiché provoca parecchie malattie”, in particolare la “frenesia” e i “fantasmi che i medici designano col nome di incubi”. Anche la farmacopea è largamente utilizzata per cercare di assicurare un sonno tranquillo e profondo.

In dosi minime vengono utilizzati l’oppio e le solonacee, Matteo Plateario, medico salernitano morto nel 1161, suggerisce una ricetta con il papavero bianco: “Per far dormire un malato, mettetegli sulle tempie un impiastro di papavero con latte umano e bianco d’uovo”, Numerose sostanza vegetali vengono impiegate per curare le varie forme di insonnia: mandragora, giusquiamo, belladonna ma anche peonia, valeriana, lattuga selvatica, violetta.

I sogni e la Chiesa

La Chiesa si preoccupa di regolare e gestire anche la fase onirica delle persone. Papa Gregorio Magno distingue cinque categorie di sogni. Quelli della prima hanno una causa fisiologica: un’alimentazione abbondante. I secondi sono ispirati da Satana. Altri derivano dalle preoccupazioni giornaliere. Quelli del quarto genere provengono da Dio, come si può constatare anche nella Bibbia. L’ultima categoria è la manifestazione di un desiderio o di una preoccupazione centrale nella vita del dormiente.

Il Papa mette in guardia soprattutto dalla seconda categoria, l’invasione di Satana nella sfera onirica del fedele alfine di fuorviarlo dalla retta via o da indurlo in tentazione. Come nell’antichità, i Padri della Chiesa contrappongono i sogni autentici alle chimere. Secondo Adelardo di Bath (1080-1152), filosofo, matematico e astrologo inglese, i sogni che si manifestano prima della mezzanotte non valgono niente, perché sono causati dalla digestione.


L’ostilità della Chiesa in coloro che vogliono dare un senso ai sogni è forte in questo periodo dell’Età di mezzo, lo testimoniano, fra gli altri, Giovanni di Salisbury che dichiara che colui il quale crede ai sogni abbandona il cammino della fede e della ragione, mentre Pietro di Blois è categorico: avere fiducia nel sogni mette a repentaglio la salvezza eterna.

Dall’influsso di Satana alla fisiologia medica

A partire dalla fine del XII secolo si avvia un processo che potremmo definire di “desatanizzazione” dei sogni e si iniziano ad esplorare le cause fisiologiche della fase onirica umana. Il passaggio dei sogni dalla sfera prettamente religiosa alla medicina e alla psicologia si manifesterà in modo più diffuso nel secolo successivo con Alberto Magno, poi con Arnaldo da Villanova. Così desacralizzato, il sogno e il suo studio non sarà più limitato ai chierici e all’aristocrazia, ma riguarderà anche i laici.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Verdon, Jean. La vita quotidiana ai tempi del Medioevo

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