Il prossimo 26 agosto partirà una nuova missione organizzata da SpaceX e finanziata dal miliardario Jared Isaacman, lo stesso con cui la società spaziale di Elon Musk aveva lanciato la sua prima missione privata in orbita. A bordo della Crew Dragon, spinta da un razzo Falcon 9 ci saranno quattro civili e non quattro astronauti professionisti.
La missione si inserisce nel quadro del programma Polaris che si propone di acquisire nuove conoscenze scientifiche per i futuri viaggi spaziali verso la Luna, Marte e oltre. Musk e Isaacman condividono lo stesso visionario obiettivo di fare dell’essere umano una specie interplanetaria. La missione raggiungerà la fascia di Van Allen, una cintura di radiazioni che si trova tra i mille e i 1.400 chilometri di altitudine. Oltre a Isaacman – fondatore della piattaforma di pagamenti Shift4, ma anche grande appassionato di volo – ci saranno il pilota Scott Poteet e le ingegnere di SpaceX Sarah Gillis e Anna Menon. Nessuno di loro, a parte Isaacman, è mai stato nello spazio finora.
La missione che durerà 5 giorni e raggiungerà un’altezza di oltre 1000 chilometri rispetto alla Stazione Spaziale Internazionale. Tra gli scopi di questa missione c’è il test di nuove tute spaziali, sviluppate da SpaceX, pensate per attività all’interno e all’esterno dei veicoli spaziali di lunga durata. Un’altra parte della missione Polaris ad alto tasso di rischio riguarderà la prima passeggiata extra veicolare di un civile.
Contrariamente alla SSI che possiede una camera di compensazione, la sua assenza nella Crew Dragon l’equipaggio dovrà fare un processo di «pre-respirazione» così da spurgare l’azoto nel sangue ed evitare la malattia da decompressione. Questa fase durerà circa due giorni. Poi ad un altitudine di circa 700 km i portelli della navicella si apriranno dando il via all’attività extra veicolare che vedrà impegnati Isaacman e Gillis.
La missione presenta una nutrita concentrazione di rischi, ad iniziare dalla tenuta stessa della navicella Crew Dragon esposta al vuoto cosmico e che potrebbe subire danneggiamenti dopo la ripressurizzazione. I rischi maggiori li correrà però l’equipaggio della Crew Dragon potenzialmente esposto a nocive radiazioni oltre che ai sempre in agguato imprevisti insiti in una missione del genere, affidata per altro a personale civile che per quanto addestrato non è al livello degli astronauti professionisti.
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