giovedì, Settembre 19

Stoner di John Edward Williams

Il mio primo incontro con John E. Williams è stato quando ho letto il suo secondo romanzo Butcher’s Crossing, nel quale descrive la vita di frontiera nel Kansas attorno al 1870. Ero stato attirato dall’argomento, essendo un appassionato di storia del West americano ma, fin dalle prime pagine sono stato conquistato dalla forza evocativa della scrittura di Williams.

Così sono andato a spigolare notizie sul web intorno ad un autore che non conoscevo. John Edward Williams nasce a Clarksville il 29 agosto 1922 in una famiglia di modeste condizioni. Nonostante le difficili condizioni di partenza, dopo la seconda guerra mondiale a cui partecipa congedandosi con il grado di sergente, si laurea all’Università di Denver.

Il suo romanzo di esordio è del 1948: Nothing but the night. Williams alterna la sua attività di romanziere con quella di poeta e soprattutto di insegnante. Nel 1950 Williams si iscrisse all’Università del Missouri, dove nel 1954 ottenne un dottorato di ricerca in Letteratura inglese. Nell’autunno del 1955 Williams tornò all’Università di Denver come assistant professor di Scrittura creativa.

Stoner è il suo terzo romanzo uscito nel 1965 e “scoperto” in Italia soltanto nel 2012. L’esordio in patria non fu particolarmente brillante, il libro vendette soltanto 2.000 copie. Anche negli Stati Uniti viene riscoperto abbondantemente dopo la morte dell’autore avvenuta nel 1994, diventando tra il 2003 e il 2006, grazie al passaparola, un vero e proprio bestseller.

Stoner ha una trama minimalista, racconta la vita ordinaria ed un po’ triste di un insegnante. Di un uomo come tanti che vive una vita priva di vere soddisfazioni, grigia, con un destino che non concede niente.

Eppure Stoner va avanti, come miliardi di altre persone su questa terra, piegandosi ma non spezzandosi sotto le raffiche crudeli della vita, incontro all’inevitabile destino. Un romanzo che ci fa fare i conti con la vita, riscoprendo la forza vitale del flusso ordinario dell’esistenza.

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