Tra marzo e maggio 2020 un dibattito surreale infiammò gli Stati Uniti e di riflesso l’Europa sulle “portentose” qualità dell’idrossiclorochina nella lotta al Covid19. Gli interventi a gamba tesa della politica, di una parte dei media e di qualche isolato medico in cerca di autoaffermazione professionale e mediatica influenzarono per un breve periodo persino le linee delle agenzia di sorveglianza dei farmaci.
È interessante ricostruire la genesi delle (false) virtù taumaturgiche di questo farmaco in funzione anti coronavirus da tempo utilizzato invece, con buoni risultati, nella lotta alla malaria. Tutto ha inizio il 16 marzo, nella trasmissione The Ingraham Angle su Fox News, il network ultra conservatore e il più “trumpiano” di tutti. La giornalista Laura Ingraham intervista Gregory Rigano ponendogli seraficamente la domanda: “E se ci fosse già un farmaco economico e ampiamente disponibile sul mercato per curare il virus?”.
Quali erano le credenziali di questo signore che si accingeva a perorare la causa dell’idroclorochina? Rigano era un avvocato di trentaquattro anni di Long Island che aveva lanciato diversi fondi basati sulla tecnologia blockchain che miravano a “ingannare la morte” e “porre fine all’Alzheimer”. In altre parole un uomo della finanza senza alcuna preparazione medica il cui unico “merito” era quello, insieme a James Todaro, un laureato in medicina che investiva in criptovalute, di essere il co-autore di uno “studio” pubblicato su Google Docs, non esattamente una rivista scientifica accreditata.
Era questo studio che sosteneva l’efficacia del farmaco antimalarico per prevenire l’infezione da SARS-Cov-2. Per scrivere questo cumulo di sciocchezze i due si erano ispirati ad una conversazione su Twitter di Adrian Bye, che si descrive come un filosofo che vive sui monti Wudang in Cina. Bye molto vicino ai suprematisti bianchi, antisemita e misogino aveva sviluppato le sue idee sulla clorochina attraverso la “filosofia”. Si seppe poi che il “filosofo” era profondamente irritato con la coppia Rigano-Todaro che non aveva citato il suo contributo fondamentale nel farmaco che avrebbe debellato il virus.
Fox News non molla la presa e due giorni dopo, il 18 marzo, Rigano è ospite del Tucker Carlson Tonight. Presentato come consulente della scuola di medicina della Stanford University, università con cui Rigano non aveva alcun rapporto, l’arrembante avvocato che stava vivendo i suoi “cinque minuti” di notorietà citò un nuovo studio del “più eminente specialista in malattie infettive del mondo, Didier Raoult”, un microbiologo presso l’Institut Hospitalo-Universitaire Méditerranée Infection di Marsiglia. Raoult faceva parte di quella, fortunatamente piccola schiera di sanitari, la cui ambizione e vanità prevaleva su un comportamento da scienziato, deontologicamente corretto.
Rigano citando lo studio del medico francese, l’appoggiò piano, l’idrossiclorochina in associazione con l’antibiotico azitromicina, aveva mostrato un “tasso di guarigione del cento per cento contro il coronavirus”. Boom! Carlson, il conduttore televisivo, si mostrò fideisticamente entusiasta, ma chi andrà davvero in brodo di giuggiole, sarà il Presidente Trump.
Il giorno successivo, in una conferenza stampa, il presidente Trump annunciò di aver ordinato alla FDA, la Food and Drug Administration, l’ente di sorveglianza dei farmaci statunitense, di accelerare l’approvazione della clorochina e dell’idrossiclorochina nella cura del Covid19. Si trattava di farmaci usati da tempo, quindi che male potevano fare all’uomo, concluse il tycoon. Dopo questa uscita pubblica di Trump, la prima in cui si spende per l’efficacia miracolosa del farmaco antimalarico, Fox News si scatena e tra il 23 marzo e il 6 aprile, i suoi giornalisti e gli ospiti invitati citarono le virtù dell’idrossiclorochina quasi 300 volte!
Inutilmente Anthony Fauci intervistato il 17 marzo cercò di invitare alla prudenza, i “mastini” di Fox News ormai si contendevano “l’osso” del farmaco miracoloso senza ritegno. In una sede istituzionale come la task force anti coronavirus, il 20 marzo, alla Casa Bianca, Fauci fu molto più esplicito affermando che l’idrossiclorochina non era affatto un farmaco promettente per la lotta al virus. Trump lo rimbrottò indirettamente prendendo la parola e dichiarandosi un “grande fan” dell’idrossiclorochina.
Il 24 marzo, un uomo in Arizona morì dopo aver ingurgitato un tipo di clorochina usata per pulire gli acquari. Quattro giorni dopo, sotto un’enorme pressione politica e mediatica, la FDA approvò l’utilizzo emergenziale di clorochina e idrossiclorochina nel trattamento anti Covid. Passeranno tre mesi prima che l’agenzia del farmaco statunitense ritiri questa vergognosa autorizzazione sull’onda dei numerosi e gravi effetti collaterali del farmaco e della sua ormai comprovata inutilità nel contrasto della pandemia.
L’elenco degli effetti collaterali era impressionante disturbi del sangue, danni renali, problemi al fegato e morte. La relazione durissima della FDA ebbe il risultato di far sparire il dibattito sull’idrossiclorochina dagli schermi di Fox News. L’unico che rimase a difendere il farmaco anti malarico, come il classico soldatino giapponese sperduto nella giungla di un’isoletta del Pacifico, fu il solito Trump che dopo la pubblicazione dello studio che lo stroncava come farmaco anti Covid dichiarò: “Certamente non mi ha fatto male. Mi sento bene”. Pochi mesi dopo Trump si ammalerà di Covid in maniera seria e saranno altri farmaci a salvargli la vita.
Le altre puntate di Storia di una pandemia
Storia di una pandemia: L’inizio – Ep. 1
Storia di una pandemia: Il colosso dai piedi d’argilla Ep. 2
Storia di una pandemia: Il CDC, crollo di un mito Ep. 3
Storia di una pandemia: Il virus in crociera Ep. 4
Storia di una pandemia: Il teatrino della politica Ep. 5
Fonti:
alcune voci di Wikipedia
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