giovedì, Settembre 19

Tag: Carlo Magno

L’annientamento degli Avari
Medioevo, Storia

L’annientamento degli Avari

Il principale punto di forza dell'esercito avaro era costituito dalla cavalleria, pesantemente corazzata, armata di lance lunghe tre metri oltre che d’arco e frecce alla moda dei nomadi, munita di quelle staffe che i loro nemici ancora ignoravano, era ben nota ai bizantini che avevano imparato a rispettarla e temerla. Una delle loro manovre preferite era simulare la fuga di un reparto di cavalleria per poi investirlo di sorpresa da un altro contingente nascosto nella boscaglia o dietro un rilievo. Nonostante quello che oggi definiremmo un "reparto d'élite", la guerra contro gli Avari fu molto simile ad una blitzkrieg, una guerra lampo. Carlo preparò con un puntiglio particolare la campagna militare e l'esercito che radunò a Ratisbona, nell'estate del 791, fu con ogni...
Gli antefatti della guerra contro gli Avari
Medioevo, Storia

Gli antefatti della guerra contro gli Avari

Carlo Magno era ben deciso a regolare i conti con gli Avari e il pretesto per questa prospettiva gli fu offerto dal duca Tassilone, capo dei Bavari, una popolazione germanica distribuita tra la Baviera e l'Austria e che confinava direttamente con le terre degli Avari. Tassilone era il classico vaso di coccio tra due vasi di ferro, da una parte i Franchi, a cui si era già sottomesso ai tempi del padre di Carlo, Pipino e dall'altra i Longobardi. Per contrastare l'egemonia franca il duca dei Bavari aveva sposato una figlia di re Desiderio, ma dopo la sconfitta di quest'ultimo nel 774, Tassilone si rese conto che ormai non aveva alcuno spazio di manovra e la sua indipendenza politica era del tutto tramontata. A Carlo non bastava più la sottomissione di Tassilone ma voleva integrare ...
Carlo Magno e la “questione araba”
Medioevo, Storia

Carlo Magno e la “questione araba”

Dopo il primo confronto militare con gli Arabi del 778 che si era concluso con un mezzo insuccesso (Le radici storiche del mito di Rolando e del massacro di Roncisvalle) Carlo decise di affrontare in modo diverso la "questione araba". Il re franco si era convinto che un eventuale espansione oltre i Pirenei necessitava di una programmazione di largo respiro, per questo decise la costituzione di un autonomo regno d’Aquitania, di cui fu consacrato re, nel 781 il figlio Ludovico, nello stesso momento in cui l’altro figlio Pipino diventava re dei Longobardi. Ludovico all'epoca aveva solo tre anni e il regno di fatto era governato da una squadra di consiglieri che rispondeva direttamente a Carlo e che impegnò tutte le proprie energie nella difesa del confine pirenaico e nel monitor...
Le radici storiche del mito di Rolando e del massacro  di Roncisvalle
Medioevo, Storia

Le radici storiche del mito di Rolando e del massacro di Roncisvalle

La "Chanson de Roland" è un poema epico, appartenente al cosiddetto ciclo carolingio, scritto nella seconda metà del XI secolo. Il poema celebra la morte eroica di Rolando e dei suoi paladini nelle gole del passo di Roncisvalle ad opera di una forza preponderante saracena. È quest'opera tutta centrata sul paladino Rolando, nipote di Carlo Magno a lanciare il mito del sacrificio supremo della retroguardia dell'esercito franco, che si rifiuta di suonare l'olifante come segnale d'aiuto per non compromettere la sicurezza del re. Dopo la Chanson, anche l’Orlando del Boiardo e dell’Ariosto, protagonista dei maggiori capolavori della nostra letteratura rinascimentale, e infine, nella sua più tarda incarnazione, il paladino Orlando dell’Opera dei Pupi contribuiranno a rendere immortale...
La battaglia di Süntel
Medioevo, Storia

La battaglia di Süntel

Lo scontro tra i Franchi e i Sassoni che si consumò nell'estate del 782 è probabilmente la battaglia che conosciamo meglio di tutto il periodo in cui regnò Carlo Magno e stranamente fu una delle due perse dall'imperatore dei Franchi. Lo scontro avvenne ai piedi di un massiccio montuoso chiamato Süntel, presso il fiume Weser, dove nell'estate del 782 si raccolse un esercito sassone per l'ennesima ribellione contro i dominatori franchi. Carlo mandò dei messaggeri ad un forte contingente militare in Sassonia dove stava preparando un'offensiva contro gli slavi. Ai comandanti di questo esercito il camerario Adalgiso, il connestabile Geilone e il conte di palazzo Worad, fu dato l’ordine di invertire la marcia e attaccare le forze sassoni nel luogo dove si stavano radunando. Questo eserc...
Carlo e le guerre sassoni
Medioevo, Storia

Carlo e le guerre sassoni

Dopo la vittoria contro i Longobardi, Carlo Magno era di fatto il più potente re cristiano d'occidente del tempo. Il suo impero andava dal Mare del Nord fino alle coste adriatiche, il rapporto con il Papa saldissimo e gli altri re cristiani, anglosassoni e spagnoli, politicamente irrilevanti. Tutto intorno all'impero carolingio premevano, oltre i Pireni gli Arabi mussulmani e nelle foreste germaniche i Sassoni, i Danesi e ancora più a est, gli Slavi. Infine nella pianura pannonica gli Avari, "eredi" per così dire degli Unni. In particolare la guerra contro i Sassoni, che durò circa venti anni anni, fu la più dura e sanguinosa mai combattuta da Carlo Magno, che peraltro passò gran parte della sua vita in guerra. Il primo confronto era avvenuto già nel 772, in quel...
L’evoluzione del diritto nell’Alto  Medioevo
Medioevo, Storia

L’evoluzione del diritto nell’Alto Medioevo

Con la fine dell'Impero Romano d'Occidente l'Italia si frammenterà progressivamente in dominazioni ed entità statali differenti e quindi è impossibile trovare un percorso unitario dell'ordinamento giudiziario e del diritto valido per tutta la penisola. Tuttavia il diritto Romano rimane il "substrato" giuridico su cui si innerveranno le successive articolazioni giuridiche barbariche. Bisanzio rimane l’erede romanarum legum come attestano il Codex Theodosianus del 438-439 e, nel secolo successivo, il grande Codex di Giustiniano. Il  Codice teodosiano  è una raccolta ufficiale di costituzioni imperiali voluta dall'imperatore romano d'oriente Teodosio II (408-450). Venne pubblicata, dopo una fase di gestazione lunga 9 anni, il 15 febbraio 438, e...
La sconfitta dei Longobardi
Medioevo, Storia

La sconfitta dei Longobardi

In un precedente articolo "La guerra franco-longobarda del 773: i piani di invasione" abbiamo passato in rassegna i preparativi di Carlo Magno in vista dell'ormai inevitabile guerra con i Longobardi. Nell'estate del 773, rotti gli indugi, l'esercito franco iniziò la traversata delle Alpi. Si trattò di un'impresa che mise a dura prova le forze di Carlo, secondo il suo biografo Eginardo, fu una "traversata" che costò enorme fatica ai Franchi per superare quella catena di montagne inaccessibili e quelle rocce impervie. Se il passaggio delle Alpi fu alquanto laborioso e impegnativo, giunti nel fondovalle i Franchi non incontrarono una resistenza particolarmente convinta, grazie anche ad un'audace manovra del loro condottiero. Carlo non attaccò frontalmente i Longobardi che si erano att...
La guerra franco-longobarda del  773: i  piani di invasione
Medioevo, Storia

La guerra franco-longobarda del 773: i piani di invasione

In un precedente articolo, "Franchi e Longobardi, una vecchia inimicizia" abbiamo sommariamente esaminato le ragioni che porteranno al conflitto tra i due popoli nel 773-774. Carlo Magno le cui gesta militari vanno osannate più ancora che per l'abilità di tattico di genio, per quella di straordinario organizzatore e accurato programmatore della logistica, si trovò ad affrontare nella preparazione della campagna militare, il dubbio sulla strada da seguire per l'invasione della penisola italica. All'epoca due erano le principali strade che dall'Europa occidentale conducevano in Italia. La prima, forse la più praticata da mercanti e pellegrini, era la via Francigena, conosciuta anche come via Romea che da Lione risaliva la valle dell’Arc, passava il colle del Moncenisio e discendeva l...
Franchi e Longobardi, una vecchia inimicizia
Medioevo, Storia

Franchi e Longobardi, una vecchia inimicizia

I rapporti tra Franchi e i loro vicini Longobardi erano pessimi, soprattutto da quanto il Papato, consapevole di non poter più contare sulla protezione dell'Impero bizantino, si era avvicinato ai primi, convertitisi alla religione cristiana sotto il regno di Clodoveo. Già ai tempi di Carlo Martello, nel 739 papa Gregorio III aveva scritto al maggiordomo di palazzo, trattandolo come un sovrano di fatto e supplicandolo di intervenire contro il re Liutprando che minacciava Roma. In cambio di quell’aiuto, che poi peraltro non si verificò, il papa gli aveva mandato addirittura le chiavi del sepolcro di san Pietro, come ad assegnargli il titolo di "protettore" della Chiesa. Il salto di qualità nei rapporti con il Papato e conseguentemente nell'ostilità sempre più marcata tra i due po...
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