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Terboven, il commissario del Reich per la Norvegia che non voleva arrendersi

Josef Antonius Heinrich Terboven era nato a Essen il 23 maggio 1898 e quindi fece in tempo a partecipare giovanissimo alla Prima Guerra Mondiale. Nel 1923 entrò nel  Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, prendendo parte al putsch di Monaco. Con la presa del potere del Partito Nazista Terboven, abbandonò l’impiego in banca per dedicarsi alla politica.

 Deputato al Reichstag dal 1930, l’anno successivo divenne Gauleiter di Essen, nel 1936 presidente della provincia del Reno, raggiungendo gli apici della gerarchia nazista. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale Terboven viene nominato nel 1940 commissario nazista per la Norvegia. Durante l’occupazione non si fece scrupoli a sfruttare l’economia del paese e a sopprimere qualunque tipo di ribellione della popolazione.

Nel 1945 quando ormai è chiarissimo che la Germania ha perso la guerra Terboven si contraddistinse per essere un irriducibile, uno dei gerarchi nazisti che non intende arrendersi, costi quel che costi. Dopo la morte di Hitler, il 3 maggio, il nuovo Presidente del Reich, il grandammiraglio Dönitz convocò una riunione a Mürwik cui dovevano partecipare tutti i responsabili militari e civili dei territori occupati dai nazisti.

In quella sede Terboven aveva definito stabile la situazione militare e politica norvegese, pronunciandosi contro la capitolazione delle truppe tedesche nei territori di sua competenza e chiedendo piuttosto, di concerto con Franz Böhme e Georg Lindemann, comandanti della Wehrmacht in Norvegia e Danimarca, di trasformare questi due paesi nell’ultima ridotta difensiva del regime.

Dönitz era troppo navigato per accettare una visione così irrealistica e foriera soltanto di altre devastazioni e morte e rigettò la proposta di Terboven. Il 5 maggio, proprio il giorno in cui il commissario tornava ad Oslo fu dichiarata la capitolazione parziale di Germania settentrionale, Olanda e Danimarca. Terboven capì di aver perso la partita e la conferma definitiva l’ebbe il 7 maggio quando il nuovo Presidente del Reich lo destituì dall’incarico e dichiarando sciolto il suo ufficio.

Terboven passò le sue funzioni a Hans-Reinhard Koch, capo della sezione amministrativa del commissariato e si ritirò nella sua residenza di Skaugum, il palazzo dei principi ereditari alle porte di Oslo cui distrusse alcuni documenti riservati. Poi ordinò al suo capo della sicurezza di lasciare un piccolo quantitativo di esplosivo nel bunker personale collocato nel parco del palazzo, dove si ritirò intorno alle 23.

Alle 23.30 circa fu udita una forte esplosione, il feroce commissario nazista per la Norvegia si era fatto saltare in aria. Il 9 maggio, in un clima festoso, la Norvegia si scoprì finalmente libera dall’occupazione nazista. Quello stesso giorno fu catturato Vidkun Quisling, capo del governo fantoccio insediato dai tedeschi, il cui nome era divenuto sinonimo di collaborazionismo. Condannato a morte per alto tradimento, fu giustiziato il 24 ottobre 1945 a Oslo, nella fortezza di Akershus.

nella foto Josef Terboven nel 1942.

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