Tex e i Comancheros. Una delle storie più avvicenti scritte da Gianluigi Bonelli è quella che ha come protagonista la tragica figura di Apache Kid e che si conclude nel numero 166 “La fine di comancheros“. Ma chi erano nella realtà questi avventurieri entrati nell’immaginario collettivo come spietati trafficanti con alcune tribù dei nativi americani?
I Comancheros erano in origine commercianti che svolgevano la loro attività a nord e nel centro del New Mexico e che si guadagnavano da vivere commerciando con le tribù indiane nomadi delle grandi pianure. Ma da quelle basi si spostavano frequentemente verso il nord-est del New Mexico, il Texas occidentale e altre vaste zone delle pianure meridionali del Nord America.
Il nome fu attribuito a questi mercanti proprio per i rapporti particolarmente stretti che essi avevano sviluppato con i Comanches. Non erano infrequenti i matrimoni misti che favorivano la comprensione e i commerci con gli indiani delle pianure. Inizialmente la loro attività fu tutto sommato legale e costituì anche un ponte tra le due culture, ma progressivamente essa degenerò assumendo contorni inquietanti o addirittura illegali.
I “Comancheros”, infatti, iniziarono a trafficare con certe bande di indianiostili, rifornendole anche di preziosissime armi e munizioni e quindi di fatto sostenendo le razzie che periodicamente lanciavano nel Sud Ovest americano.
Uno dei comancheros più importanti del New Mexico fu Jose Piedad Tafoya (1834 – ca. 1913), a volte chiamato il “Principe dei Comancheros” per via dei suoi traffici spesso oltre il limite del legale con i Comanche e i loro alleati Kiowa. Con loro venivano scambiati cavalli rubati, bestiame e prigionieri. Secondo una certa mitologia sul personaggio Tafoya era alto due metri. Nato a La Cuesta nel Nuovo Messico inizia a frequentare le Grandi Pianure dal 1859. Nel 1860, gestiva una stazione commerciale vicino a quella che oggi è Quitaque, in Texas. Alternò la sua attività di commerciante e allevatore di pecore con periodi nei quali svolse la funzione di scout per l’esercito statunitense.
La triste fama di questi individui a metà strada tra fuorilegge e mercanti è stata immortalata in libri e film, forse il più famoso dei quali è “I comancheros” un film del 1961 diretto da Michael Curtiz e interpretato dal grande John Wayne.
L’avventura in questione inizia nel numero 164 “La danza del fuoco”, prosegue con l’albo “Apache Kid” e si conclude con il numero 166 “La fine dei Comancheros“. Gli scout indiani di Apache Kid si ribellano a una immeritata punizione e si costituiscono soltanto dopo che Tex promette loro giustizia.
Il processo però ben presto si trasforma in una farsa e Tex e Carson dovranno ricorrere anche all’aiuto della stampa per annullare un processo pilotato. Ma neanche il secondo giudizio è leggero: gli indiani, condannati a sette anni di duro penitenziario, riescono a fuggire durante il trasferimento in carcere, diventando, per vendetta, spietati assassini e razziatori di bestiame. I proventi delle rapine della banda di Apache Kid vengono ricettati dai fratelli Bulder, , una coppia di spietati comancheros. I due pards metteranno a ferro e fuoco il loro ranchPer ma non riusciranno a salvare Apache Kid, da un tragico destino.
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli voto: 8
Disegni: Erio Nicolò voto 8,5
Copertina: Galep voto 8
Media: 8,100
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