domenica, Marzo 16

“The Tortured Poets Department” e i suoi riferimenti letterari

L’undicesima era della celebre musicista Taylor Swift è rappresentata dal suo ultimo album The Tortured Poets Department. Questa ultima fatica di Swift si caratterizza per gli innumerevoli riferimenti letterari.

Citazioni e tematiche dell’album

L’album riprende lw solite tematiche care all’autrice, come i sentimenti tristi che accompagnano la fine di una relazione, la pressione di trovarsi costantemente sotto i riflettori e dover rappresentare la perfezione. Tuttavia, la musica descrive e rappresenta anche la sofferenza mentale e della depressione, e il forte desiderio di uscirne. Swift inoltre trasmette queste tematiche rifacendosi a citazioni importanti sia di artisti musicali – come Patti Smith – che, soprattutto, citando opere letterarie.

I richiami letterari

Innanzitutto è importante indicare opere come “La campana di vetro” di Sylvia Plath sul tema della depressione e classici della letteratura greca come “L’Iliade”. Avventure e manoscritti richiamano indubbiamente anche “Piccole donne” di Louisa May Alcott con le descrizioni di rifugi letterari e percorsi di crescita personale.

Vi sono chiari riferimenti al mito, come quello di Cassandra che non viene ascoltata, e alla poesia: non si può non notate l’Albatro, figura ripresa sia da Baudelaire ne “I fiori del male” che nella “Ballata del vecchio marinaio” di Samuel Taylor Coleridge.

Then she runs like it’s a race / Behind her back, her best mates laughed / And they nicknamed her ‘The Bolter‘” si riferisce invece a “Rincorrendo l’amore” di Nancy Mitford, in cui la protagonista abbandona la famiglia in cerca di una vita migliore.

Taylor Swift ha letto da bambina “Il giardino segreto” di Frances Horlgson Burnett, e lo cita nel brano I hate it here: “I hate it here so I will go to secret gardens in my mind/ People need a key to get to, the only one is mine / I read about it in a book when I was a precocious child“.

Musicalità di The Tortured Poets Department

Le canzoni del disco presentano sonorità synth pop con influenze pop rock di fine anni Ottanta, con note indie e country. Molte sono le ballate contenute e featuring con artisti di calibro eccezionale come Florence and the machine e Post Malone. Le tematiche delicate sono magistralmente intrecciate con riferimenti a capisaldi della nostra cultura, rendendolo un disco interessante forse più dal punto di vista letterario che da quello musicale.

L’estetica

L’estetica di quest’ultima era della cantante non poteva che essere ispirata alla dark academia, con immagini seppia e in bianco e nero, macchine da scrivere e inchiostro scuro su carta, facendoci immaginare come scrittori ottocenteschi avvolti in corsetti, intenti a scrivere con le mani macchiate di inchiostro e pezzi di carta che si modellano anche nell’abito di Vivienne Westwood indossato dall’artista durante il set di The Tortured Poets Department, durante il suo Eras Tour, tournée di concerti estremamente importante e di successo, che ripercorre l’intera carriera di Swift e dei suoi undici album.

I lettori avranno immaginato anche un riferimento del titolo stesso alla Setta dei poeti estinti del noto film con Robin Williams, L’attimo fuggente, che dà molta importanza alla letteratura e a ciò che Swift stessa tratta nel suo disco più poetico.

Che possa piacere o no, non si può mettere in discussione la capacità di Taylor Swift di saper cogliere gli interessi del pubblico e di farlo crescere con lei, proponendo vecchi e nuovi temi e tessendoli coi sentimenti comuni a ognuno di noi. Di quest’ultimo album apprezziamo soprattutto la nota posta sull’importanza di parlare della sanità mentale e sensibilizzare al riguardo. Il potere della musica è anche questo: unire e far riflettere, ponendo l’attenzione sulle difficoltà che si presentano e aiutandoci ad affrontarle.

Per saperni di più:

Taylor Swift

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verificato da MonsterInsights