domenica, Settembre 8

Un anno di calcio italiano

La stagione per club del calcio italiano si è conclusa da poche ore con la seconda finale consecutiva di Conference League disputata dalla Fiorentina in due anni, purtroppo persa come la prima. Nel complesso il calcio italiano mentre annaspa dal punto di vista della sostenibilità economica, sotto il profilo sportivo sta riemergendo dal grigiore che aveva contraddistinto gli ultimi 10-12 anni. In questo articolo tenteremo una breve analisi sulle squadre e i risultati che hanno conseguito in questa stagione, partendo ovviamente dal Campionato di Serie A.

L’Inter della Seconda Stella

L’Inter ha dominato il Campionato 2023/2024 vincendolo con cinque giornate di anticipo e collezionando un distacco abissale con le rivali più prossime, la seconda in classifica il Milan sconta 19 punti di distacco, la Juventus (terza nel momento in cui scriviamo questo articolo) ben 23 punti. La Juventus potrebbe scivolare al quarto posto se l’Atalanta si imporrà nel recupero del 2 giugno con la Fiorentina, in quel caso il distacco con la capolista della terza classificata sarebbe di 22 punti.

Lo Scudetto è stato numericamente in bilico fino allo scontro diretto a San Siro tra Inter e Juventus, dopo la vittoria nerazzurra la squadra di Allegri si è avvitata in una crisi senza fine, con un girone di ritorno più da squadra che lotta per la retrocessione che per un club che contende la vittoria finale in Campionato. La certezza matematica della conquista del ventesimo scudetto e della seconda stella per l’Inter è avvenuta nel modo più “dolce e sperato“, la vittoria nel derby, in casa del Milan.

Il 22 aprile aprile si consuma lo psicodramma del Milan che certifica una stagione negativa. Fuori dalla Champions, eliminata ai quarti di finale dell’Europa League dalla Roma, mai in corsa per lo scudetto, la dura sconfitta nel derby ha sancito la fine dell’era Pioli sulla panchina rossonera.

L’Inter eliminata prematuramente dalla Champions League per aver sprecato troppe occasioni da gol nell’andata con l’Atletico Madrid è nel frattempo passata di mano, dai cinesi di Suning al fondo americano Oaktree. La nuova stagione si apre quindi con l’incognita di quali saranno le vere intenzioni della nuova proprietà sul fronte sportivo. Fare chiarezza presto e bene potrebbe consentire alla Beneamata di proseguire un ciclo vincente iniziato nel 2020-21 con lo scudetto vinto con Antonio Conte in panchina e proseguito nel triennio di Simone Inzaghi con numerosi trofei e la ciliegina del ventesimo titolo conquistato trionfalmente.

Il Bologna, la sorpresa del Campionato

Non ci sono dubbi su quale squadra meriti il titolo di sorpresa del Campionato, la “nomination” va al Bologna di Thiago Motta che classificandosi quinta con 68 punti torna a giocare per la massima competizione europea dopo la sua unica apparizione nel 1964.


Il merito di questa straordinaria performance è sicuramente di Thiago Motta che ha saputo valorizzare alcuni giocatori straordinari, dal centravanti Zirkzee, dotato di una tecnica da fuoriclasse, a Ferguson centrocampista di quantità e di qualità che non disdegna le incursioni a rete, fino a Calafiori, probabilmente il difensore italiano che è cresciuto di più nell’ultimo anno.

Anche la nuova stagione per il Bologna si apre con non poche incognite. Thiago Motta sostituirà Allegri alla Juventus, alcuni dei pezzi pregiati della squadra felsinea sono prelibati “bocconi” di mercato come Zirkzee e Calafiori. Il rischio che questa stagione vada annoverata tra le tante meteore che hanno brillato occasionalmente nel cielo del calcio italiano è molto alta. Starà a Joe Saputo, il patron del Bologna, smentire questa possibilità con l’ingaggio di un tecnico di valore e con la capacità di reinvestire nel modo migliore il ricavato dalle inevitabili cessioni.

La caduta degli Dei

Mai come quest’anno sono stati dimissionati in corso d’opera o a fine stagione tanti top allenatori. Da Sarri ad Allegri, per passare a Mourinho e Allegri, la serie A 2023/2024 ha dato un serio colpo al carisma di questi numero uno della panchina. C’è un tratto che contraddistingue però alcuni di questi allenatori ed è quello di aver polarizzato i tifosi come mai prima d’ora.

Nonostante una serie negativa di risultati la spaccatura tra i tifosi romanisti rimasti fedeli allo Special One e quelli che ormai lo contestavano apertamente è stata evidente e clamorosa. Come altrettanto evidente la divisione quasi paritaria tra i sostenitori dell’#AllegriOut e chi difendeva strenuamente il lavoro fatto dall’allenatore livornese in condizioni, soprattutto lo scorso anno, obiettivamente difficili.

I primi imputavano ad Allegri un gioco inguardabile e una serie impressionante di risultati negativi, gli altri evidenziavano la valorizzazione di molti giovani (Fagioli, Miretti, Yldiz, Cambiaso etc) e a loro dire, l’impossibilità di competere per la vittoria con una rosa non all’altezza di quella dell’Inter.

Stessa cosa, forse un po’ meno accentuata è accaduto per la fine del rapporto tra il Milan e Stefano Pioli, qui forse ha giocato un ruolo non marginale la scelta del successore che non scalda il cuore dei supporters rossoneri, al momento in cui scriviamo è quasi certo che sulla panchina milanista approderà Fonseca, noto per una non esaltante esperienza italiana in quel di Roma.

Una delusione chiamata Napoli

La più grande delusione del campionato è senza alcun dubbio il Napoli. I campioni d’Italia della passata stagione hanno chiuso il campionato in decima posizione a ben 43 punti dall’Inter! Il club di De Laurentis ha totalizzato 11 sconfitte, vincendo soltanto 13 partite. A niente è servito il valzer degli allenatori, da Garcia a Mazzarri, fino a Calzona la musica non è cambiata.

Gioco prevedibile, calciatori spenti, le “star” della travolgente stagione 2022/2023 inguardabili. Può spiegare questa debacle soltanto l’addio di Spalletti, approdato alla guida tecnica della Nazionale? Ovviamente no. Non dimentichiamo che se si esclude Kim venduto al Bayern di Monaco (e che per altro è finito tra le riserve del club tedesco), la squadra era la stessa di quella che aveva stravinto il campionato scorso sciorinando un gioco a tratti travolgente.

Raggiungere un traguardo che mancava da 33 anni deve aver prosciugato la fame di gran parte dei calciatori partenopei, alcuni dei quali avevano già in testa che questo sarebbe stato l’ultimo anno con il Napoli, primo fra tutti Osimhen,

I motivi di un tracollo

Il secondo motivo di questo fiasco che ha escluso il Napoli da ogni competizione europea è un mercato sbagliato che non ha apportato nessun valore aggiunto ad una rosa che andava rafforzata in difesa e con valide alternative a centrocampo e in attacco (vista l’incidenza della Coppa d’Africa sul club). Ngonge, Dendoncker, Cajuste e soci erano evidentemente non adeguati per una compagine che avrebbe dovuto lottare su tre fronti. Si è notata l’assenza di Giuntoli, il Direttore Sportivo passato alla Juventus che tanto aveva contribuito ad allestire il Napoli delle meraviglie.

Adesso De Laurentis si affida al “taumaturgo” Antonio Conte (almeno queste sono le indicazioni che emergono insistentemente ad oggi) per una rinascita che sancisca anche il recupero con una tifoseria profondamente delusa da una stagione senz’anima.

Le retrocesse

Salernitana, Sassuolo e Frosinone sono le squadre retrocesse nella serie cadetta. Sulla Salernitana non c’è molto da dire, l’organico complessivo era di una povertà tecnica clamorosa che fin dalle prime battute aveva fatto intuire che molto difficilmente la squadra si sarebbe salvata.

Un discorso a parte meritano Sassuolo e Frosinone. La squadra emiliana allenata nell’ultimo scorcio di stagione da Ballardini ha pagato il fatto di non essere abituata a lottare per non retrocedere. Dal 2013/14 anno della promozione nella massima serie il Sassuolo si è sempre salvato agevolmente senza rimanere impelagato nella lotta per evitare il declassamento di categoria.

Quest’anno invece complice non aver potuto contare per i molti e gravi infortuni sul suo giocatore di maggior classe, Berardi, il Sassuolo ha dimostrato l’assenza di quella ferocia indispensabile per chi deve lottare punto su punto per non retrocedere.

Sul Frosinone si sono sprecate da parte degli addetti ai lavori, soprattutto nel girone di andata, troppi complimenti sul gioco propositivo di Di Francesco. Le prime settimane la posizione della squadra ciociara in classifica ha illuso non soltanto i suoi tifosi ma anche molti giornalisti sportivi. Alla fine sovviene il dubbio che Di Francesco sia un tecnico sopravvalutato, un po’ come è stato per molto tempo il “maestro” Giampaolo, sparito dai radar dei campi da gioco nostrani.

Il calcio italiano e l’Europa

Il prepotente ritorno del calcio italiano però non dipende tanto dal campionato di Serie A quanto dalle partecipazioni alle competizioni europee. In due anni, la stagione scorsa e quella appena conclusa, l’Italia è stata presente in 5 delle sei finali europee.

L’anno passato almeno una compagine italiana era presente in tutte e tre le finali UEFA: Champions League, Europa League e Conference League, quest’anno altre due squadre hanno raggiunto le finali, la Fiorentina in Conference con esito deludente e la straordinaria Atalanta che ha vinto invece l’Europa League.

Qualche parola va spesa per questa squadra che è allo stesso tempo un modello di sostenibilità economica e di rendimento sportivo. Il suo mister Gasperini, per l’ottavo anno seduto sulla panchina della Dea, si aggiudica il primo trofeo della sua lunga carriera. Nel tempo il Gasp come viene chiamato, ha saputo valorizzare giocatori spesso poco conosciuti, o rivitalizzare elementi che avevano fallito in altre squadre, l’esempio di quest’anno è il belga De Keteleare, che con il Milan era stato la pallida rappresentazione del giocatore che ha profuso con l’Atalanta giocate di un’efficacia incredibile per tutta la stagione.

Il prossimo anno

L’Atalanta vincitrice dell’Europa League giocherà il prossimo anno la Super Champions League insieme a Inter, Milan, Juventus e Bologna, mentre Roma e Lazio disputeranno l’Europa League e la Fiorentina per la terza volta affronterà il percorso della Conference League con la speranza di un esito finale migliore. Inter e Juventus disputeranno inoltre il nuovo formato della Coppa del Mondo per Club.

A giugno però il calcio italiano non si ferma, questa volta tocca alla Nazionale che si appresta a difendere il titolo europeo conquistato quattro anni fa da Roberto Mancini. Per la truppa di Spalletti sarà impresa tutt’altro che facile ma è imperativo confermarsi competitivi anche con le nazionale, per asserire con maggior forza che il calcio italiano è davvero tornato!

Per saperne di più:

Guida al nuovo format della UEFA Champions League

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights