Un iceberg dallo spazio profondo

Quando nel 2017 gli astronomi identificarono Oumuamua come il primo corpo celeste interstellare che attraversava il nostro Sistema Solare, qualcuno ipotizzò addirittura che potesse trattarsi di un’astronave aliena sia per il suo aspetto insolito, una sorta di sigaro schiacciato sia per un’anomalia non gravitazionale dell’accelerazione.

Adesso uno studio pubblicato su “Astrophysical Journal Letters” chiarisce entrambi questi aspetti misteriosi offrendo una spiegazione semplice e convincente. Secondo gli autori, gli americani Darryl Seligman e Gregory Laughlin Oumuamua non sarebbe un tipico corpo roccioso come quelli comunemente osservati bensì un vero e proprio blocco di idrogeno ghiacciato.

Secondo i calcoli degli autori una composizione anche parziale di ghiaccio di idrogeno spiegherebbe la componente aggiuntiva dell’accelerazione dovuta alla sublimazione dell’idrogeno superficiale. La sublimazione   è la  transizione di fase  di una sostanza dallo stato solido allo stato aeriforme, senza passare per lo stato liquido.

Sempre la sublimazione spiegherebbe la strana forma a sigaro di questo corpo che non è un’asteroide né una cometa. Da un’iniziale forma sferica sarebbe passato attraverso la sublimazione in 100 milioni di anni a quella forma oblunga che lo fa assomigliare ad un grosso sigaro.

Sapendo che l’idrogeno solido sublima a -267 gradi lo studio indica la possibile origine dell’oggetto: l’interno di una nube molecolare gigante dove la temperatura può raggiungere un livello talmente basso da formare iceberg di idrogeno.