Una lente gravitazionale mostra l’anello fuso di Hubble

Il telescopio Hubble è riuscito a immortalare l’effetto di lente gravitazionale previsto da Einstein, un immagine che mostra un evento che di rado è stato ripreso. Il nome ufficiale della struttura ripresa nella costellazione della Fornace è Gal-Clus-022058s, dove è presente il numero identificativo di un cluster di galassie, il gal-clus.

L’immagine che è stata ripresa dal telescopio della NASA e dell’ESA è l’anello di Einstein più imponente e più completo mai ripreso fin’ora nel nostro universo. Il telescopio spaziale Hubble, nonostante presenti molti anni di servizio, continua ancora ad effettuare scoperte sorprendenti.

Questa immagine raffigura l’anello GAL-CLUS-022058, situato nella costellazione dell’emisfero meridionale di Fornax.

Nell’immagine sembra sia visibile un anello liquefatto da una fortissima sorgente di calore. Per questa ragione gli astronomi, prendendo spunto dal suo aspetto e della costellazione Fornax, che lo ospita, l’hanno voluto denominare “anello fuso”. La realtà però e un po’ diversa, infatti, quello che è visibile non è altro che il risultato di un fenomeno fisico chiamato lente gravitazionale, già ampiamente previsto dalla teoria della relatività Generale di Albert Einstein, che lo ha teorizzato per la prima volta.

Abell 383, è un gigantesco ammasso di galassie situato in una zona dello spazio dove è presente una concentrazione di materia, sia oscura che visibile, tale da piegare la luce degli oggetti posti dietro, situati a grandi distanze cosmiche. L’allineamento tra ciò che sta relativamente vicino a noi e l’oggetto più lontano, che non è perfetto, fa manifestare l’anello di Einstein come degli archi di luce e non come un vero e proprio anello.

L’anello di fuoco, o meglio ancora di luce, in realtà è una galassia situata molto lontana, che gli astronomi pensano sia posizionata a circa 4 miliardi di anni luce da noi, di cui la luce risulta distorta dalla forza gravitazionale di un’altra galassia che è situata molto più vicina alla Terra, e che gli provoca l’effetto lente.

Più le due galassie risultano allineate rispetto al pianeta Terra, maggiore è l’effetto di distorsione della luce che avviene a quella situata più lontana, che appare sempre più come un anello. Se invece non è presente un allineamento perfetto delle due galassie, sono visibili degli archi di luce simili a quelli immortalati in altre immagini precedenti. Nel caso specifico ripreso l’allineamento è risultato quasi perfetto.

Gli anelli di Einstein non sono semplicemente curiosi e belli da vedere, ma sono anche la dimostrazione che la luce della galassia più distane viene amplificata, ed è per questa ragione che riesce a giungere fino a noi, così da consentire agli astronomi di carpire tutte le caratteristiche dell’oggetto in questione, con dei dettagli che in un altro modo non sarebbero catturati dai nostri potenti telescopi.

Ed è proprio grazie a questa immagine e alla lente gravitazionale che gli astronomi possono studiare galassie che altrimenti sarebbero troppo deboli e distanti da essere osservate.

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