giovedì, Settembre 19

Venere: NASA seleziona 2 missioni per studiare l’abitabilità del pianeta

I ricercatori pensano che questo pianeta possa contenere una grande quantità di informazioni che potrebbero agevolare la comprensione della Terra e degli esopianeti. 

Il JPL, della NASA, sta ideando dei concetti innovativi per poter eseguire le nuove missioni, in cui si dovrà sopravvivere alle temperature estreme e alla pressione atmosferica del pianeta.

La NASA, come parte del Discovery Program, ha selezionato due nuove missioni per analizzare Venere, il pianeta situato più vicino alla Terra. Le missioni avranno come obiettivo quello di comprendere in quale modo Venere sia diventato un mondo infernale, quando invece ha tante caratteristiche simili al nostro pianeta. Infatti, Venere potrebbe essere stato il primo mondo abitabile del sistema solare, possedendo degli oceani la terra e un suo clima.

Venere: NASA seleziona 2 missioni

Le missioni scelte sono state selezionate dalla NASA da quattro proposte a febbraio del 2020. Queste fanno parte del concorso Discovery 2019 dell’agenzia. Le due missioni, a seguito di un processo di peer review competitivo, sono state scelte in base al loro potenziale valore scientifico e alla fattibilità dei loro piani di sviluppo. Il Discovery Program, della NASA, istituito nel 1992, ha sostenuto lo sviluppo e l’implementazione di oltre 20 missioni e strumenti. 

I team di ricerca, che si occuperanno delle missioni, cominceranno a breve il loro lavoro per poter progettare tutti i requisiti, i progetti e piani di sviluppo. La NASA sta assegnando circa 500 milioni di dollari per lo sviluppo di ogni missione. Quest’ultime dovrebbero essere lanciate in un periodo compreso tra il 2028 e il 2030.

La prima missione: DAVINCI+

Le prima missione selezionate è la DAVINCI+, acronimo di Deep Atmosphere Venus Investigation of Noble Gas, Chemistry, and Imaging. Questa missione avrà come obiettivo quello di misurare la composizione dell’atmosfera di Venere, così da comprendere come si è formata ed evoluta. Inoltre, dovrà anche determinare se il pianeta abbia mai avuto un oceano. 

La missione prevede una sfera di discesa che dovrà attraversare la spessa atmosfera del pianeta, effettuando così delle misurazioni precise di gas nobili e altri elementi. Grazie a ciò si potrà comprendere per quale motivo l’atmosfera di Venere è divenuta una serra a differenza di quella terrestre.

La DAVINCI+ restituirà anche le prime immagini ad alta risoluzione delle caratteristiche geologiche uniche di Venere, note come “tessere”. Quest’ultime, che potrebbero essere paragonabili ai continenti della Terra, suggeriscono che Venere possiede una tettonica a placche. 

La DAVINCI+ diventerebbe la prima missione condotta dagli Stati Uniti nell’atmosfera di Venere dal 1978. I risultati ottenuti potrebbero riuscire a rimodellare la nostra comprensione della formazione dei pianeti terrestri nel nostro sistema solare e anche oltre. 

La seconda missione: VERITAS

La missione VERITAS, acronimo di Emissività di Venere, Scienze Radio, InSAR, Topografia e Spettroscopia. La missione avrà come obiettivo quello di mappare la superficie di Venere per poter determinare la storia geologica del pianeta, cercando così di comprendere per quale motivo si è sviluppato in modo così diverso dalla Terra. 

VERITAS, situato in orbita attorno a Venere con un radar ad apertura sintetica, dovrà tracciare le elevazioni della superficie su quasi l’intero pianeta. In questo modo riuscirà a creare delle ricostruzioni 3D della topografia. Inoltre, dovrà cercare di confermare se dei processi come la tettonica a placche e il vulcanismo sono ancora attivi su Venere.

La missione dovrà anche mappare le emissioni infrarosse dalla superficie di Venere per comprendere la tipologia di roccia presente sul pianeta. Questa, infatti, ad oggi è in gran parte sconosciuta. Inoltre, determinerà se i vulcani attivi rilasciano il vapore acqueo nell’atmosfera. 

Le missioni di Venere: altre informazioni

Thomas Zurbuchen, amministratore associato della NASA per la scienza, ha dichiarato che: “Stiamo accelerando il nostro programma di scienze planetarie, con un’intensa esplorazione di un mondo che la NASA non visita da oltre 30 anni. Utilizzando tecnologie all’avanguardia che la NASA ha sviluppato e perfezionato in molti anni di missioni e programmi tecnologici, stiamo inaugurando un nuovo decennio dedicato a Venere, per capire come un pianeta simile alla Terra possa essere diventato una serra”.

Thomas Zurbuchen, continua spiegando che: “I nostri obiettivi sono profondi. Non si tratta solo di comprendere l’evoluzione dei pianeti e dell’abitabilità nel nostro sistema solare, ma di estendersi oltre questi confini agli esopianeti, un’area di ricerca molto eccitante ed emergente per la NASA”.

Zurbuchen, ha aggiunto che si aspetta forti sinergie tra i programmi scientifici della NASA, incluso il James Webb Space Telescope. Inoltre, prevede che i dati di queste missioni potranno essere utilizzati da tutta la comunità scientifica.

Tom Wagner, scienziato del Programma Discovery, della NASA, ha spiegato che: “È davvero sorprendente quanto poco sappiamo su Venere. I risultati di queste missioni, combinati insieme, ci mostreranno il pianeta, partendo dalle nuvole presenti nel suo cielo, passando poi attraverso i vulcani sulla sua superficie fino ad arrivare al suo nucleo. Sarà proprio come se andassimo a riscoprire il pianeta”.

Venere: dimostrazioni tecnologiche

La NASA, oltre alle due missioni, ha anche selezionato un paio di dimostrazioni tecnologiche che verranno lanciate con loro.

VERITAS, ospiterà il Deep Space Atomic Clock-2 , costruito da JPL e finanziato dalla Space Technology Mission Directorate, della NASA. Il segnale di clock ultra-preciso, generato con questa tecnologia, agevolerà nuove manovre autonome dei veicoli spaziali e migliorerà le osservazioni radio-scientifiche. 

DAVINCI+, invece, ospiterà il Compact Ultraviolet to Visible Imaging Spectrometer, acronimo di CUVIS, costruito da Goddard. CUVIS dovrà effettuare delle misurazioni ad alta risoluzione della luce ultravioletta, utilizzando un nuovo strumento basato sull’ottica a forma libera. 

Queste osservazioni saranno utilizzate per poter determinare la natura dell’assorbitore di ultravioletti, ad oggi sconosciuto, nell’atmosfera di Venere, che arriva ad assorbire fino a metà dell’energia solare in arrivo.

Per ulteriori informazioni sulla scienza planetaria della NASA, è possibile visitare:

https://www.nasa.gov/solarsystem

Fonte:

https://www.nasa.gov/press-release/nasa-selects-2-missions-to-study-lost-habitable-world-of-venus

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