giovedì, Settembre 19

Venere: possibile processo di fotosintesi tra le nuvole del pianeta

Su Venere possibile processo di fotosintesi tra le nuvole del pianeta. Una nuova ricerca ha ipotizzato che esiste la possibilità che tra le nuvole del pianeta ci possa essere un processo di fotosintesi. La ricerca è stata pubblicata su Astrobiology.

La presunta presenza di fosfina nell’atmosfera di Venere, aveva già emozionato è reso possibile l’ipotesi della presenza di una forma di origine biologica sul pianeta. I ricercatori sanno che Venere è un pianeta inospitale per le sue caratteristiche, per questa ragione l’ipotesi ha suscitato molto scalpore.

La nuova ipotesi fornita dai ricercatrici adesso ipotizza che Venere, un pianeta infernale per le sua alte temperature, potrebbe essere abitabile in alto tra le sue nuvole, formazioni situate molto distanti dalla sua superficie rovente.

La nuova ipotesi

Il livello di irraggiamento solare, misurato a delle altitudini specifiche, è praticamente paragonabile all’irradiazione solare presente sulla Terra. Questo significa che i microbi fotosintetizzanti, che vengono trasportati dall’aria, potrebbero concepibilmente sopravvivere a questo tipo di altitudini. 

Lo spesso strato di nuvole presenti su Venere, inoltre, potrebbe fornire una protezione contro le dannose radiazioni ultraviolette. Questa condizione fornirebbe la possibilità che l’acidità, presente nelle nuvole, sia in realtà inferiore al previsto e entro determinati parametri accettabili per la vita.

I ricercatori hanno dichiarato nell’articolo che: “Tutte queste considerazioni fotofisiche e chimiche, unite insieme, supportano un potenziale di fototrofia nelle nuvole di Venere”. Questo pianeta, quando si tratta di abitabilità, sembra un candidato piuttosto improbabile.

Venere e le sue caratteristiche

Venere presenta delle temperature in superficie decisamente infernali. Inoltre, il pianeta è completamente avvolto da una densa atmosfera composta principalmente da anidride carbonica,. Questa ruota 60 volte più velocemente del pianeta stesso, producendo così dei fortissimi venti.

Il cielo del pianeta presenta delle spesse nuvole di acido solforico e la sua pressione atmosferica a quota 0 è quasi 100 volte maggiore di quella terrestre. La temperatura media superficiale di Venere è di 471 gradi Celsius, equivalenti a 880 gradi Fahrenheit.

La possibile presenza di fosfina nell’atmosfera di Venere ha suscitato molte polemiche. Questo perché una possibile spiegazione della sua presenza potrebbe essere riconducibile ad una forma di microrganismi. Sulla Terra la fosfina è presente in ambienti anaerobici, o a basso contenuto di ossigeno, è presente nelle paludi e nei fanghi, luoghi in cui prosperano i microbi.

I microrganismi anaerobici producono fosfina e le nuvole di Venere sono anaerobiche. L’origine della fosfina non è soltanto biologica. Infatti, può essere anche di origine vulcanica. Nonostante ciò, in primo luogo è stata valutata la fattibilità di un’origine biologica, che ha portato ad un’analisi corretta dell‘abitabilità di Venere.

La nuova ricerca

Il biochimico Rakesh Mogul, della California State Polytechnic University, Pomona, che ha guidato un team di scienziati, ha condotto uno studio che ha preso in esame il livello di luce solare che può penetrare tra le nuvole di Venere

Il team ha utilizzato i dati dalla spedizione di Venere in Russia tra il 1967 e il 1983, delle loro sonde, che purtroppo, non sono sopravvissute a lungo sulla superficie. Nonostante ciò sono riuscite comunque ad inviare delle misurazioni delle nuvole calcolate durante le loro discese.

I ricercatori, grazie a queste misurazioni e ad altri dati storici, sono riusciti a quantificare i livelli di luce all’interno delle nuvole, determinando così che gli irraggiamenti nelle nuvole medie e inferiori di Venere sono molto simili a quelli che avvengono sulla superficie terrestre, luogo in cui la vita fotosintetica è abbondante. Purtroppo i livelli di luce da soli sono insufficienti. 

Una ricerca condotta all’inizio del 2021 ha scoperto che non c’è abbastanza attività di acqua nelle nuvole di Venere per poter supportare la vita come noi la conosciamo. Tutto dipende dalla composizione delle nuvole di Venere. Le stime attuali quantificano la concentrazione di acido solforico al 75% per le nubi centrali e al 98% per quelle inferiori.

Conclusioni

Rakesh Mogul, insieme al suo team, ha analizzato di nuovo i dati di Venere, determinando così che le firme che indicano l’acido solforico potrebbero anche essere causate da delle forme neutralizzate di acido solforico, come ad esempio il bisolfato di ammonio. Se questa condizione fosse reale, allora potrebbe esserci molta più presenza di acqua e meno acidità all’interno delle nuvole di Venere, di quanto fino ad oggi stimato.

Questa al momento è solo un ipotesi. La ricerca, infatti, ha come scopo quello di stabilire che ciò sia possibile, il che, a sua volta, aprirebbe molti percorsi di ricerche future, inclusa quella di un’analisi più dettagliata dell’atmosfera venusiana per determinarne l’abitabilità.

Rakesh Mogul, ha affermato che: “Il nostro studio fornisce un supporto tangibile per il potenziale di fototrofia e/o chemiotrofia da parte di microrganismi nelle nuvole di Venere. I livelli di acidità e attività dell’acqua rientrano potenzialmente in un intervallo accettabile per la crescita microbica sulla Terra, mentre l’illuminazione costante con UV limitati suggerisce che le nuvole di Venere potrebbero essere ospitali per la vita”.

Rakesh Mogul, conclude dichiarando che: “Riteniamo che le nuvole di Venere costituirebbero un ottimo obiettivo per l’abitabilità o la vita, di conseguenza, servirebbero delle missioni di rilevamento, come quelle attualmente previste per Marte ed Europa, per poterlo confermare”.

FONTE:

https://www.sciencealert.com/new-study-deems-life-supporting-photosynthesis-possible-in-the-clouds-of-venus

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