lunedì, Settembre 16

Virus e fantascienza

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La letteratura, ed in particolare la fantascienza, hanno fatto numerose incursioni in scenari catastrofici dove virus letali hanno portato l’umanità sull’orlo dell’estinzione. Fare in questa sede una carrellata esaustiva dei principali titoli sarebbe troppo lungo e quindi ci limiteremo ad alcune segnalazioni.

Uno dei capostipeti di questo genere è senza dubbio “La peste scarlatta” (The Scarlet Plague) scritto da Jack London e pubblicato nel 1912. Sessant’anni dopo che una inarrestabile pestilenza, il “morbo rosso”, ha eliminato gran parte della popolazione umana e fatto ripiombare i pochi sopravvissuti nell’età della pietra, James Howard Smith, un vecchio tra i pochi superstiti nell’area di San Francisco negli Stati Uniti, racconta come andarono le cose ai nipoti inselvatichiti dei sopravvissuti, cercando di impartire una lezione morale a questi giovani che ignorano tutto di un passato ormai lontano.

IL virus che decima invece la popolazione terrestre nel romanzo “Andromeda” (1969) di Michael Crichton è un agente patogeno alieno, proveniente dallo spazio profondo. Oltre a virus terrestri ed alieni la fantascienza apre il vaso di Pandora del complottismo ed alcuni romanzi, su tutti il celebre “L’ombra dello Scorpione” di Stephen King in cui un’arma batteriologica sfugge da un laboratorio di massima sicurezza seminando morte e distruzione per l’intero pianeta.

Del 1953 è poi uno dei migliori romanzi del genere “Io sono leggenda” di Richard Matheson, qui è un batterio a trasformare tutta l’umanità in vampiri, tranne un uomo Robert Neville che vive barricato nella sua villetta insieme ad un cane. Il romanzo racconta la difficile sopravvivenza di questo sopravvissuto che deve affrontare i pericoli dei vampiri che ogni notte attaccano la sua casa e della solitudine, una solitudine che da individuale è diventata di specie. Robert è infatti consapevole di essere l’ultimo uomo non trasformato di tutto il pianeta.

Dal romanzo di Matheson sono stati tratti ben tre film, l’ultimo dei quali nel 2007 dall’omonimo titolo per la regia di Francis Lawrence e con nei panni di Robert Neville l’attore Will Smith. Concludiamo questa brevissima carrellata di romanzi post apocalittici nei quali sono protagonisti virus e batteri con “Il grande contagio” (1962) di Charles Eric Maine. Una nuova malattia inizia a mietere vittime in Giappone diffondendosi poi in Cina e in Russia. L’epidemia ha un tasso di letalità del 50% ed a niente valgono i tentativi delle nazioni di contenerla chiudendo le frontiere e cercando disperatamente un vaccino. L’intera civiltà umana si disintegra sotto il cumulo di morti di una pandemia letale quanto inarrestabile.

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