giovedì, Settembre 19

Vita di Einstein: Il fallimento dell’azienda paterna. Ep. 4

Ad interrompere un’adolescenza agiata e sostanzialmente tranquilla del futuro genio della fisica intervenne il fallimento dell’azienda dello zio Jakob e del padre Hermann. Nel 1885 la compagnia aveva duecento dipendenti e aveva fornito le prime luci elettriche per l’Oktoberfest di Monaco. Negli anni successivi aveva vinto l’appalto per l’elettrificazione del quartiere di Schwabing, un sobborgo di Monaco con diecimila abitanti, e aveva garantito la fornitura mediante motori a scoppio che facevano girare dinamo gemelle progettate dagli Einstein.

L’azienda prosperava e stava diventando un serio concorrente di colossi come la Siemens, sulle ali del successo i due fratelli iniziarono a raccogliere capitali ipotecando le loro caso e prendendo in prestito oltre 60.000 marchi al tasso di interesse del 10%. Così facendo si indebitarono pesantemente.

Nel 1894, quando Albert aveva 15 anni, però la compagnia dei fratelli Einstein perde le gare d’appalto per l’illuminazione del centro di Monaco e di altre zone e fallisce miseramente. I due fratelli Einstein, insieme alla famiglia di Hermann decidono di trasferirsi in Italia, prima a Milano e poi a Pavia, dove sperano che ci siano condizioni più favorevoli per una nuova piccola azienda.

Albert viene lasciato a Monaco, in casa di un lontano parente, affinché termini il triennio conclusivo degli studi ginnasiali. Il ragazzo però non è d’accordo con questa decisione e spinto anche dall’ostilità mostratagli da un insegnante escogita uno stratagemma per abbandonare la scuola.

Si fa rilasciare un certificato medico che attesta un suo esaurimento nervoso poco prima delle vacanze natalizie del 1894 e non rientrerà più a scuola. Raggiunge gli allarmati genitori in Italia informandoli che non tornerà più in Germania e che avrebbe studiato per suo conto e cercato di ottenere l’ammissione a una facoltà tecnica di Zurigo l’autunno seguente.

Tra i motivi che avevano spinto il giovane Albert ad abbandonare il liceo e la Germania c’era anche la consapevolezza che al compimento del diciassettesimo anno sarebbe stato costretto a prestare servizio militare. Un’eventualità che atterriva Einstein che per tutta la sua vita detestò l’ottuso ed insensato militarismo.

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