giovedì, Settembre 19

Vita di Einstein: Vacanza sul lago di Como. Ep. 13

Nell’aprile del 1901 Albert invita Mileva ad una breve vacanza su uno dei laghi più affascinanti d’Italia, il lago di Como. E’ il modo che ha scelto per farsi perdonare dalla giovane ragazza serba per averla trascurata nell’ultimo periodo. Dapprima Mileva accetta con entusiasmo ma poi cambiò idea; aveva ricevuto una lettera dalla famiglia a Novi Sad «che mi toglie ogni desiderio, non solo di divertirmi, ma anche di vivere».

Il malumore di Mileva però dura soltanto 24 ore e la ragazza scrive ad Einstein: «Ieri ti ho scritto un biglietto mentre ero del peggiore degli umori a causa di una lettera che ho ricevuto. Ma quando ho letto la tua oggi mi sono un po’ rasserenata vedendo quanto mi ami, e quindi penso che nonostante tutto quella gita la faremo insieme.»

Così in una fresca mattina di sabato 5 maggio Albert accoglie Mileva alla stazione ferroviaria di Como. I due innamorati passano la giornata a visitare la città vecchia, la cattedrale gotica e la splendida Villa Carlotta. Trascorrono quindi la notte in una locanda ed il giorno dopo decidono di salire in alta montagna dove noleggiano uno slittino con conducente per visitare qui luoghi incontaminati ed innevati.

Qualche giorno dopo Einstein ricordava «come è stato bello l’ultima volta che mi hai lasciato stringere la tua cara piccola persona contro di me in quel modo naturalissimo». Dietro questa espressione si cela l’apprezzamento per l’amplesso sessuale tra i due innamorati che metterà in stato interessante la Maric.

Qualche tempo dopo, tornato a Winterthur, Albert scrive a Mileva a sua volta ritornata a Zurigo e dopo aver aperto come era solito fare su argomenti scientifici, accenna anche alla gravidanza della fidanzata. Cerca di rassicurarla e le promette che farà di tutto per trovare un lavoro che dia sicurezza alla nascente famiglia: «Stai serena e non ti crucciare, cara. Io non ti lascerò e farò in modo che vada tutto bene. Devi solo avere pazienza! Vedrai che le mie braccia non sono così male per affidarvisi, anche se le cose stanno cominciando in modo un po’ difficile.»

Nel frattempo Mileva si sta faticosamente preparando per ridare gli esami di fisica dopo la prima bocciatura, lo fa in condizioni non facili costretta a letto dalla gravidanza. Mileva chiede ad Albert di far visita ai suoi genitori in Serbia durante le vacanze estive ma ancora una volta Einstein la delude e decide di passare il resto dell’estate con sua madre e sua sorella sulle Alpi. Di conseguenza, non era presente ad aiutarla e incoraggiarla alla fine del luglio 1901, quando ripeté gli esami. Forse a causa della gestazione e della situazione personale, Mileva finì per essere bocciata la seconda volta, ottenendo di nuovo 4,0 su 6 e risultando l’unica del suo gruppo a non superare la prova. Fu così che Mileva Marić dovette rassegnarsi a rinunciare al sogno di diventare una scienziata.

La Maric parte da sola per Novi Sad con l’arduo compito di informare i genitori del suo fallimento nel campo degli studi e cercando contemporaneamente di tranquillizzarli sul suo prossimo futuro di ragazza madre e su quel complicato rapporto con un giovane ragazzo ebreo, al momento, senza arte né parte.

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