Anche i buchi neri, come ad esempio il nostro pianeta, possono ruotare su se stessi. Un buco nero rotante trascina lo spazio che lo circonda in un moto di tipo vorticoso. Un po’ come accade nei tornado i vortici spaziali sono più veloci in prossimità del centro del buco e rallentano man mano che ci allontaniamo verso l’esterno.
Qualunque cosa cada verso l’orizzonte del buco nero viene trascinata in un moto turbinoso che la fa girare attorno al buco come un ramoscello catturato e portato via dal vento di un tornado. Se siamo vicini all’orizzonte non c’è modo di proteggersi da questa forza spaventosa.
Le bizzarre peculiarità dello spaziotempo all’interno di un buco nero, ovvero la curvatura dello spazio, il rallentamento e la distorsione del tempo e il vortice dello spazio – sono tutti descritti da formule matematiche che derivano dalle teorie relativistiche di Einstein.
Dai suoi dettagli, espressi in termini matematici, i fisici sono in grado di dedurre tutto ciò che riguarda il buco nero, tranne la natura della singolarità situata al suo centro. Per comprendere la singolarità, occorrono le leggi della gravità quantistica che ancora non comprendiamo del tutto.
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